Dopo essere tornata all'hotel da sola, completamente bagnata, estremamente confusa, delusa e triste, non mi è nemmeno passato per la testa di bussare alla porta di Edoardo. So che non mi avrebbe mai aperto. Così sono andata nella mia stanza, mi sono cambiata, ho risciacquato il vestito e mi sono messa a letto con indosso una maglia che ho rubato, prima di partire, dall'armadio di mio papà.
Fatalità, rossa. Giusto per ricordarmi ancora una volta del ragazzo che è a pochi passi da dove sono io, ferito dal mio comportamento.
Quando mi sono svegliata di soprassalto dall'incubo che stavo facendo, l'orologio segnava appena le otto di mattina. Nonostante l'orario, però, sono comunque andata a fare colazione. Sempre da sola con tutti i pensieri che mi tormentano e mi assillano, non lasciandomi quasi respirare.
Verso le nove ha chiamato Gabriele, con la sua gioia quasi nauseante per il momento che sto vivendo, facendomi sentire ancora più in colpa di quanto non mi sentissi precedentemente.
Ho passato tutta la mattina cercando quel disgraziato di Edoardo, ma non riuscendo nemmeno ad incrociarlo per sbaglio, ed ora, mentre esco dalla sala da pranzo dopo aver mangiato forse troppo, lo riconosco al fianco di Hektor.
Cosa diamine ci fa con Hektor?
Mi avvio velocemente nella sua direzione e interrompo la conversazione dei due senza farmi troppi problemi.
"Edo, possiamo parlare un attimo?"
Chiedo con nonchalance riuscendo ad ottenere, in un primo momento, solamente due paia di occhi puntati addosso.Lo vedo dubitare prima di rispondermi e so benissimo che vorrebbe dirmi di no, ma so anche che è molto più intelligente di quanto qualsiasi altra persona possa mai pensare.
"Arrivo"
Dice semplicemente facendomi annuire.Mentre mi distanzio, sento Hektor chiedere ad Edoardo cosa succede; ma non faccio in tempo a sentire la sua risposta perché ormai mi sono allontanata troppo. Il fatto che stiano parlando della sottoscritta è abbastanza strano e, soprattutto, sorprendente. Quando sono diventati amici? Come mai io non ero a conoscenza di questa cosa? E per quale assurdo motivo ho il presentimento che Hektor sia altamente aggiornato su tutto ciò che succede fra me ed Edoardo?
Rimango forse cinque minuti, seduta su una poltrona dai colori troppo accessi per il mio umore attuale, prima che Edoardo mi raggiunga.
Indossa dei semplici bermuda verdi e una maglietta bianca. Mi piace come gli stanno questi due colori, ma non posso evitare di soffermarmi sul fatto che non sta sorridendo e che sotto i suoi occhi vi sono delle occhiaie abbastanza accentuate.
Ha dormito questa notte?
"Ti ascolto"
Sussurra una volta che si è seduto al mio fianco."Mi dispiace per come è andata a finire ieri sera"
Esclamo immediatamente, sapendo che se non dico subito ciò che penso, finirò per non dirlo mai. E non è quello di cui ho bisogno ora come ora."Anche a me"
"Non ho mai avuto intenzione di ferirti, lo sai benissimo"
Continuo appoggiando una mano sulla sua.Il suo sguardo si posiziona esattamente in quel punto e con una lentezza dolorosa, la sottrae al mio tocco.
E, fra tutte le cose, questa è forse quella che mi ferisce maggiormente. Non so nemmeno il motivo, ma è come se qualcuno mi avesse appena tirato uno schiaffo.
"Lo so. Davvero Camilla, lo so, ma lo stai facendo comunque"
Evidenzia facendomi sentire ancora peggio.Tutta questa storia non mi piace. Non riesco a capire cosa voglio. Non riesco più a capire chi sono. Non so nemmeno cosa sto facendo e cosa mi sta succedendo. Questa cosa non è possibile! È una situazione ingestibile. Almeno, per me lo è senza dubbio.
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Si scrive errore ma si legge amore
Lãng mạnEdoardo e Camilla si conoscono da tutta la vita. Non sono migliori amici, non sono parenti e men che meno sono fidanzati. Sono semplicemente compagni di classe. O almeno, lo erano. Ora che anche le superiori sono finite entrambi si ritrovano a fare...