Capitolo 43

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La competizione dei castelli di sabbia, alla fine, non è stata vinta né dalla mia squadra né da quella di Edoardo; ma non posso negare di essermi divertita moltissimo. Insomma, una sfida contro di lui, con la scusa di aiutare questi dolcissimi bambini, non può non essere divertente. 

Successivamente alla conclusione della gara e, dopo aver mangiato relativamente tanto, abbiamo raggiunto Hektor per partecipare ai giochi acquatici in spiaggia previsti per il pomeriggio.

Penso di non aver mai riso così tanto in un unico pomeriggio. 

Le sfide proposte da Hektor erano alquanto assurde e, chiunque provasse ad esaudire le sue richieste, irrimediabilmente, arrivava ad essere la causa di una risata generale; creando però un'atmosfera di gioia e spensieratezza. 

Poco prima del calare del sole, sia io che Edoardo potevamo benissimo essere scambiati come due salami di sabbia; quindi abbiamo optato per un bagno veloce prima di raggiungere le nostre camere. 

Non penso che ci avrebbero nemmeno fatto entrare all'interno dell'hotel conciati in quel modo!

Così, come due involtini primavera ben tostati e cosparsi di sabbia, ci siamo avviati verso il mare per sciacquarci e rinfrescarci con tutta la calma e la tranquillità del mondo. Certo, questa era l'idea iniziale; poi Edoardo, invece, mi ha preso di peso e mi ha buttato in acqua come se fossi un salvagente, raggiungendomi solo alcuni istanti dopo con un tuffo di testa da dieci e lode.

Odio quando mi scambia per un sacco di patate; ma non posso nemmeno negare che, nuotare e scherzare in acqua con lui mi fa sentire come una dodicenne alla sua prima cotta. 

"Questa sera sarai tutta mia"
Mi sussurra Edoardo all'orecchio non appena arriviamo di fronte alle nostre stanze, ancora con i costumi bagnati e con l'impellente bisogno di una doccia che tolga tutta la salsedine, soprattutto dai capelli. 

Adoro nuotare in mare. Adoro l'acqua cristallina. Adoro il riflesso della luce. Adoro tutto. Tranne la salsedine. Quella è una delle cose che odio. Nonostante non si senta così tanto, mi dà comunque l'impressione di essere sporca e appiccicaticcia. Quindi, devo assolutamente farmi una doccia con il mio fantastico bagno schiuma e il mio incredibile shampoo che tolgano questa sensazione.

"Come se le altre sere fosse diverso"
Borbotto alzando gli occhi al cielo. 

"È la nostra ultima sera qui, quindi smettila di rompere i coglioni e lasciami dire quello che voglio"
Ribatte immediatamente appoggiandomi una mano sul fianco nudo e non lasciandomi tempo per dire altro poiché mi bacia. 

Anche le sue labbra hanno un po' un retrogusto salato e non riesco ben a capire se mi piaccia o meno; peccato che questa sia uno dei miei ultimi pensieri visto che il turbine di emozioni che mi travolgono quando Edoardo mi bacia è quasi indescrivibile e mi lascia sempre attonita. 

Penso che potrei baciarlo tutto il giorno, a costo di non avere più fiato o sembrare una sanguisuga. 

Lentamente e troppo presto per i miei gusti e per la mia avidità, si distanza guardandomi sempre con quei suoi occhioni marroni e quello sguardo curioso, attento e provocante.

"Sai ancora da sale, vai a farti una doccia"
Esclama allontanandosi con un sorrisino sghembo in faccia mentre io alzo gli occhi al cielo, pensando però, che, allora, non sono stata l'unica a notare questo piccolo particolare.

"Accipicchia, non mi era proprio passato per la testa di dover fare una doccia"
Sbotto fingendomi infastidita ed incrociando le braccia al petto. 

"Per fortuna che ci sono io, allora. Vai mostriciattolo, ci vediamo fra poco"
Sentenzia, facendomi sbuffare per queste sue battutine alle mie risposte sarcastiche, mentre lo allontano con una leggera spinta per riuscire ad aprire la porta ed entrare nella mia stanza.

Si scrive errore ma si legge amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora