Capitolo 18

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Rimango paralizzata sul posto, con una mano sulla bocca e due paia di occhi sconcertati puntati addosso. Quanto cretina sono? Che cosa mi è saltato in mente?

"Oddio, ma che ho fatto?"
Esclamo dandomi mentalmente della stupida per la reazione esagerata che ho avuto ad una semplicissima e banalissima provocazione. Questa cosa non è assolutamente da me! Dio, cos'ho concluso con questa cazzata? Nulla. Anzi, sono solo arrivata a tradire Gabriele. 

Oh porca puttana.

"Oh santi numi! Ho tradito Gabriele!"
Affermo all'improvviso iniziando a camminare avanti e indietro davanti bancone della reception, rendendomi effettivamente conto che la mia è stata la più grande cazzata che io abbia mai fatto.

Non posso stare ferma. Devo trovare una soluzione per rimediare a questo casino e, soprattutto, devo trovare un modo per dirlo a Gabriele. 

"Camilla, fermati"
Esclama dolcemente Edoardo mentre io non accenno minimamente ad eseguire la sua richiesta. Non è nemmeno lontanamente contemplabile che io riesca a stare ferma.

"Sono una traditrice. L'ho tradito. E adesso come faccio? Glielo dico? No, non posso dirglielo. Ma non posso nemmeno non dirglielo. Ah, che devo fare?"
Dico, passandomi entrambe le mani fra i capelli aumentando l'andatura dei miei passi. 

"Cami"
Mi richiama ancora Edoardo mentre io ripercorro la piccola distanza davanti al bancone forse per la trentesima volta.

Faccio schifo. Mi sono fatta milioni di problemi su Edoardo e vado a tradire Gabriele con un qualsiasi ragazzo greco. Ma come è possibile? Quanto idiota sono? E, per giunta, mi sento pure una troia in questo momento. Non ce la posso fare.

"Ma come ho potuto? Che cosa mi stava passando per la testa? Sto male, giuro che mi sento male"
Il mio respiro è estremamente irregolare e il fatto che non riesca a stare ferma è il segno più evidente della mia agitazione.

"Camilla!"
Urla Edoardo, facendomi girare di scatto nella sua direzione, palesemente spaventata.

"Ti prego, fermati e respira"
Borbotta lui, posandomi entrambe le mani sulle spalle e facendomi riprendere il controllo di me stessa. Beh, più o meno.

"Ascoltami bene. Ora come ora non puoi dirlo a Gabriele, semmai glielo dirai più avanti. Intanto, io e scoiattolo greco faremo finta che non sia successo assolutamente nulla, vero?"
Continua girandosi in direzione di Dimitri e facendomi fare esattamente la stessa identica cosa.

Il diretto interessato annuisce solamente, quasi come se fosse davvero sconvolto dalla situazione, prima che Edoardo mi prenda per un polso e mi accompagni con relativa dolcezza lontano dal bancone, permettendo a Dimitri di continuare il suo lavoro e non preoccuparsi del fatto che una cretina platonica lo abbia appena baciato per rispondere ad una provocazione.

"No! Non posso dirglielo più avanti. E poi come faccio a mentirgli? Io sono una frana nel dire le bugie. Non ce la posso fare, non posso non dirglielo. Ma non posso nemmeno dirglielo"
Cerco di dire nonostante il mio respiro sia tornato ad essere estremamente affannato.

"Camilla, devi respirare"
Mi ricorda Edoardo, sedendosi con nonchalance su uno dei divanetti posti nella hall mentre io gli sono esattamente di fronte ancora in piedi.

"Sto respirando! Ma sto anche pensando ad alta voce. Insomma, tutti a volte pensano ad alta voce. Io sono nel panico e penso ad alta voce"
Continuo quasi come se queste frasi non fossero altro che un lamento, mentre Edoardo alza gli occhi al cielo.

"Cami, rilassati"
Esclama con una calma invidiabile, probabilmente pensando di aiutarmi anche se, in realtà, non lo sta facendo per nulla. Non sono una bambola e non mi spengo e accendo a comando; quindi non posso semplicemente rilassarmi in un batter d'occhio.

Si scrive errore ma si legge amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora