Capitolo 7 -Elizabeth-

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La bambina non smette un attimo di piangere e penso che se continuerà così, la mia prossima mossa sarà lasciarla in qualche locale il cui personale sarà  disposto ad accudirla. Sono sicura che ci saranno mille altre persone a volersene prendere cura, mi basta che non siano i suoi genitori.
Sono tornata per vendicarmi del modo in cui mi hanno trattata, umiliata e tenuta all'oscuro del loro rapporto, anche se tanto oscuro non era. Io mai, mai e poi mai, avrei fatto una cosa del genere all'uomo di cui sono innamorata, principalmente se ci fosse stata la possibilità che io fossi stata veramente incinta. Maledetti preservativi! Sarebbero stati perfetti per attenuare il mio piano, ma invece no. Con andrea siamo stati sempre prudenti e nessun bambina ha scosso la nostra vita.
-Oggi avrai un fratellino con cui giocare!- le sorrido facendo finta che questa creatura mi piaccia e che non ho fatto altro che aspettarla. La bambina ricomincia a piangere, come se fino a quel momento stesse cercando di capire che cosa fosse successo. Ora finalmente ha capito di non essere tra le braccia della sua madre naturale, bensì di colei che la terrà rinchiusa a vita fino ai prossimi dei suoi giorni, finché la mia vita me lo permetterà. Li farò soffrire così come ho sofferto io il giorno delle mie nozze. Moriranno di dolore perché la bambina di cui hanno appena gioito l'arrivo scomparirà per sempre. La ucciderò se sarà necessario.
Sorrido facendo finta che la piccola sia la benvenuta tra le mie braccia e sembra che si sia tranquillizzata. I bambini percepiscono il pericolo, ma nel momento in cui gli sorridi tutto viene dimenticato: le urla, il dolore, le sofferenze, il rapimento.
Continuo a camminare fino ad arrivare all'hotel. Per ora quella sarà la mia base per tenere nascosta la piccolina. Nessuno dubiterà mai che in uno degli hotel più rinomati della città vive una pazza squilibrata che vuole solo il meglio dal suo futuro.
Prenoto la stanza per un paio di notti e inizio a salire le scale mentre aspetto il ragazzo che porterà le valigie nella mia nuova camera.
Il mio cellulare inizia a squillare, il display illumina il nome di mio fratello Marco. Corrugo la fronte stupita dalla sua chiamata. Dal matrimonio non ci siamo più sentiti perché io ho deciso così, non ho tollerato l'amicizia nata tra lui e la mia peggior rivale. Nonostante questo decido di rispondere curiosa di ciò che ha da dirmi.
-Pronto?- la voce risulta essere altanellante, preoccupata che la bambina possa commettere un qualsiasi sbaglio, ad esempio piangere.
-Eli, dove sei?-
-Perché lo vuoi sapere?- domando allarmata. E se mi avessero già scoperta? -Sono a casa comunque.-
-Capisco...- fa una breve pausa, la delusione è palese nella sua voce.
-È successo qualcosa?- domando non riuscendo a capire il motivo della sua preoccupazione. Continua a tacere fino a quando non parla:
-In effetti si. È sconparsa la bambina di Andrea. Sofia è disperata e nessuno sembra averla vista. Giurami che anche a distanza non c'entri niente!- esclama alzando di un'ottava il tono della sua voce. Non l'avevo mai visto così. Osservo la bambina per un paio di secondi. Non so neanche il suo nome. Allora capisco che forse ho sbagliato tutto. Io sarei morta se avessero preso mio figlio, ma allo stesso tempo capisco che ho fatto bene. La vendetta è un piatto che va servito freddo.
-Come si chiama la bambina? Magari anche a distanza potrei aiutarvi a cercarla.- faccio finta che sono interressata all'accaduto per togliere più sospetti possibili dalle loro malate teste.
-Beatrice. Beatrice Belli!- annuisco anche se sono consapevole che non potrà mai vedermi.
-Se avrò notizie ti contatterò.- e così dicendo chiudo la chiamata facendo cadere il cellulare a terra. Da quando abbiamo litigato dopo il matrimonio non si è permesso di chiamarmi, neanche per sapere come stessi e per loro cosa fa? Abolisce il muro del silenzio per ritrovare la figlia perduta. Questi pensieri mi portano ancora di più a fare finta di niente, come se la situazione non mi toccasse minimamente e deve essere così. Non meritano il mio perdono. Non sanno cosa ho provato vedendo sfumare via tutti i miei sogni.
Sono ancora innamorata di Andrea e una donna innamorata sarebbe disposta a tutto, non è forse così? L'amore che provavo e provo tutt'ora per lui è così forte che sarei capace di tentare un ipotetico suicidio, a patto che lui, l'uomo della mia vita, torni tra le mie braccia. Sofia deve soffrire, così come ho sofferto io durante quei terribili giorni successivi all'abbandono. Se lei fosse veramente stata innamorata si sarebbe messa da parte, non avrebbe disturbato la nostra ordinaria e fantastica vita. Andrea è ancora innamorato di me, me lo sento e nessuno potrà mai cambiare i sentimenti che prova.
Mi avvicino al letto sul quale giace la bambina che gioca con il suo piccolo ed innocente ciuccio. Devo ammetterlo: è bellissima, ma solo perché il suo papà è Andrea. I caratteri generali li ha presi dalla mamma, ma gli occhi... gli occhi sono il suo pezzo forte. Dolci come quelli di un bambino, ma così forti da sconfiggere il mondo.
-E allora? Che vogliamo fare adesso?- domando sedendomi al suo fianco. Lei mi sorride nella sua ingenuità chiudendo leggermente gli occhi fino ad addormentarsi. La prendo in braccio posizionandola meglio al centro del letto e coprendola per non farle prendere freddo. Non sono così stronza. Amo i bambini e con loro il mio comportamento cambia. Divento più dolce, più gentile, inizio a giocare  e a ridere per farli stare bene e nonostante il mio unico obiettivo sia quello di distruggere la loro felicità voglio accudire al meglio la piccolina perché lei non c'entra niente in questa storia. È solo un dolce strumento che serve per mettere in atto la mia vendetta. Mi alzo dal letto togliendo la mia maglietta e rimanendo in reggiseno pronta per andarmi a fare una doccia rinfrescante fino a quando non sento bussare alla porta. "Chi è?" Chiedo tra me e me, ma evidentemente ho alzato la voce senza accorgermene visto che dall'altro capo della porta si udisce una flebile risposta.
Vado ad aprire nonostante il reggiseno in pizzo trovando davanti a me un ragazzo. Egli mi trascina dentro la camera chiudendo dietro di se la porta.
-Ti ho seguita per molto tempo e adesso è arrivata l'ora di mostrarmi a te. Sono Flavio, il fratellastro di Andrea. Conosco i tuoi piani e voglio collaborare. Voglio che quell'uomo soffra, così come ho sofferto io il giorno in cui mi hanno detto che sono il figlio illegittimo dell famiglia Belli, nato dal peccato di mio padre.- rimango sbalordita dalle sue parole. Pensavo di conoscere Andrea, invece a distanza di un anno mi ritrovo a scoprire uno dei tanti segreti che oscurano la sua famiglia.
Avvicino la mia mano al suo collo avvicinando le sue labbra alle mie. Le punte dei miei piedi si alzano automaticamente per arrivare al suo viso e per sussurrargli che da oggi in poi sarebbe stato in mio potere. Amo gli uomini come lui: decisi e pronti alla vendetta, sicuri di se.
Il suo respiro attraversa la mia pelle, mentre le mie labbra si scatenano sulle sue per dare inizio a una notte di fuoco.
Andrea Belli preparati, perché questa notte è l'inizio della tua fine.

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