Capitolo 13 -Marco-

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Non so cosa mi abbia portato ad accettare la proposta di mia sorella Elizabeth, ne tanto meno perché abbia deciso di tradire in questo modo due dei miei migliori amici. Forse l'effetto che provo per la mia famiglia supera quello che provo nei confronti dei miei amici.
Stringendo la mano di Flavio capisco quando siano i due determinati a sconfiggere definitivamente Andrea e Sofia i quali in questo momento li  immagino disperati attorno a una tazza di cioccolata calda, abbracciati tra di loro.
Un velo di dispiacere attraversa i miei occhi e il mio corpo che sembra quasi sentire la pressione di questa nuova dusavventura. So che mi sto cacciando nei guai, ma forse non ne posso fare a meno.
-Quindi quale sarebbe il piano?- domando guardando con astio e sfida Flavio. Come può una persona, che consideri tuo fratello, distruggerti a causa del profondo odio che prova nei tuoi confronti?
"Ma forse non staresti facendo la stessa cosa ma in modo diverso?" Domanda la mia vocina interiore alla quale non do molto peso. Ha ragione, ma il mio caso è parecchio diverso. Io so di fare la cosa giusta, non per astio, non per odio, solamente perché è così.
Stringo forte i denti nella vana speranza di raggirare il mio nervosismo, ma ciò mi viene impedito dalla persona che mi ritrovo davanti.  Flavio non penso che sia una bella persona e penso che non lo sarà mai. Pugnalare così un fratello, di sangue o meno, è un qualcosa di ineccettabile.
-Sarai disposto a fare tutto per tua sorella?- mi provoca non solo con lo sguardo ma anche con le parole. Non sa che io a differenza sua, per la mia famiglia sarei disposto a morire. Di traditore, rispetto a lui, io non ho niente.
So cosa è il bene e so anche cosa è il male. Lui è il male, mia sorella il bene. So per certo che è così. Io sono il male in questo momento.
-Certo. Morirei per loro e in particolar  modo per mia sorella. Io e lei abbiamo un legame indissolubile che non si può capire. Se dovessi descrivere un tipo di amore fraterno, descriverei noi.- sorrido compiaciuto dalla mia risposta così tagliante.
Il suo sguardo sembra uccidermi una sola volta, ma evidentemente non mi fa niente perché io risulto essere più forte di lui. 
                               ***
Stappo la prima birra della serata mentre aspetto che Andrea torni dalla sua "magnifica" serata con Sofia. Hanno deciso di andare a cena fuori per cercare di dimenticare tutto il caos che è la loro vita. Al contrario di loro io mi sento decisamente rilassato e in particolar modo particolarmente positivo. So quello che sto facendo e so che mi sono messa dalla parte giusta. Non dico che sia la scelta migliore tradire una persona a cui tieni molto, ma se è per il suo bene faresti di tutto.
Il bussare alla porta mi distoglie dai miei pensieri che sembrano quasi offuscare la mia mente. Diventano un peso, diventano ossessivi, così ossessivi che mi sembra quasi di impazzire.
Mi alzo dal divano andando ad aprire trovando davanti ai miei occhi una magnifica Sofia vestita con dei minuscoli pantaloncini e una semplice maglietta rosa che aderisce alla perfezione al suo magnifico corpo. Ora capisco perché Andrea abbia scelto proprio lei. Se dovessi scegliere una persona con cui stare per tutta la mia vita anche io lo avrei fatto. Anche io avrei scelto una persona magnifica, non solo come corpo, ma anche come carattere. Una delle persone più buone e altruiste che io abbia mai conosciuto. Una persona così disposta a credere nel prossimo e in particolar modo nel suo pensiero.
-Ciao...- sussurro sbalordito da tale bellezza. -Cosa ci fai qui? Stavo aspettando il tuo futuro marito.- La ragazza mi mostra un timido sorriso cercando di provare a ridere a quella che crede sia la mia battuta. Ma in realtà io sono serissimo. Mi piacerebbe veramente tanto che un giorno incoronino il loro sogno.
-Ho litigato con Andrea. Non voglio sentire oltre le sue stronzate. Secondo lui la bambina non è qui con noi perché...- lascia la frase in sospeso per fare spazio al dolore inconfinati che prova in questo momento. Non penso di riuscire a capirla, ma forse in parte potrei riuscirci. È inimmaginabile il dolore di una madre in certi momenti, così come è impossibile immaginare le sue preoccupazioni, i suoi sensi di colpa privi di fondamenta.
-Ssh. Non pensare a quello che ti dice Andrea. Anche lui è disperato e anche lui prova un immenso dolore. Si sente responsabile di questa vostra dolorosa perdita e, quando si prova ciò, l'arma più letale è attaccare un nostro caro per farci stare meglio. Non è la prima volta che ti grida parole malvagie, ma è sempre tornato da te. Lui ti ama, non vuole farti del male. È semplicemente confuso. - sembra quasi che Sofia alle mie parole inizia a chiudere gli occhi. Così stanca e così indifesa! Devo combattere da sola e se Andrea non riprende un po' della sua razionalità combinerà un grosso casino.
-

Odio quando si comporta in questo modo. Non sembra l'Andrea che amo!- esclama quasi nervosa. Ammettere i suoi sentimenti con me a volte le costa molto. In fondo sono pur sempre il fratello della donna che stava per sposare.
-Se lo ami veramente devi accettare tutti i suoi difetti.- le sussurro all'orecchio cercando di tranquillizzarla. I suoi capelli sono lisci come la seta mentre la sua pelle risulta essere morbida a causa delle lacrime versate per l'uomo che ama. Come posso farle questo? Distruggere una famiglia appena nata.
-Sofia ti devo parlare!- affermo mentre lei si alza guardandomi negli occhi, quest'ultimi gonfi e pieni di dolore.
Annuisce mentre cerca un fazzoletto all'interno della sua borsa in modo tale da asciugare il suo trucco e in particolar modo il naso. Mi incita a continuare ma io non ne ho il coraggio. Devo proteggere le persone che amo, non posso permettermi alcuna follia.
-Io no so dove possa essere Beatrice. Non so neanche dove sia mia sorella. Ieri non si è neanche presentata all'appuntamento. Non so dove vive, non so niente. Ma io oggi voglio farti una promessa. Io ti giuro che la ritroverò, che cercherò in qualsiasi luogo, in qualsiasi hotel e in qualsiasi casa. Beatrice è importante anche per me e vedervi in questo stato mi piange il cuore. Ti prometto che riuscirò a trovarla. Con o senza l'aiuto della polizia perché i miei migliori amici contano molto di più di una pazza squilibrata, anche se lei è mia sorella! D'accordo?-
-Marco sei la migliore persona di questo mondo!- esclama tra le lacrime e scoppiando definitivamente in un pianto liberatorio. Le sue braccia circondano il mio collo quasi soffocandomi, mentre i nostri corpi quasi si toccano. La tengo forte tra le mie braccia per proteggerla da tutto il male che le sta intorno, anche se so che quello che sto facendo è del tutto inutile. Lei soffrirà allo stesso modo in cui è entrata da quella porta.
Soffio con le labbra sui suoi capelli. I singhiozzi non le permettono di respirare, vivere le risulta quasi impossibile.
-Che  cazzo state facendo?- io e Sofia alziamo lo sguardo guardandoci timidamente. La porta d'ingresso è aperta mentre un uomo la sbatte profondamente deluso, con rabbia.
-Che cazzo state facendo?!- urla ancora una volta infuriato. Le vene pulsano sul suo collo mentre il respiro risulta essere irregolare.
E poi un singhiozzo... il silenzio, la distruzione, la consapevolezza di non essere un buon fidanzato, un buon padre.

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