Capitolo 33 -Sofia-

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Ormai è da giorni che Alessandro ha attuato lo stupido piano del mio ragazzo e io non ne voglio sentire ragioni. Quello che vogliono fare è stupidamente assurdo e non so come potrebbe reagire la mia amica. Da donna mi sentirei umiliata e non vorrei più rivedere il mio uomo. Sarei stanca di lui anche se abbiamo appena iniziato perché se dici che ami una persona non puoi allontanarti in punta di piedi creando un enorme tsunami nella vita della persona con cui hai deciso di condividere ogni istante.
Certo gli uomini non capiscono mai quanto siano importanti queste cose per noi donne, perché loro in  fondo non sanno niente di quello che pensiamo e proviamo noi.
Povera piccola mia, povera Beatrice. Da donna, nel momento in cui metterà il primo piedino a terra, avrà moltissimi problemi e io da genitore, da madre, non sono sicura di fornirle la giusta protezione. In fin dei conti un giorno lei proverà l'ebbrezza di volare, di spiccare il volo senza che qualcuno le insegni dove soffia il vento e da madre mi sento già abbattuta per questa follia.
Esco dal mio appartamento con in mano la mia bambina nel tentativo disperato di riuscire a fare un po' di spesa. Tutta questa storia di Alessandro e di Rossella, tutto il lavoro arretrato e la nostra piccola bambina, ci ha addirittura tolto il tempo per vivere.
A volte odio la mia vita, ma mi basta poggiare leggermente le mie labbra su quelle di Andrea per capire che in realtà è solo la mia rabbia e la mia frustrazione a parlare. In realtà adoro come si è sviluppata la mia vita in questi ultimi mesi in seguito al matrimonio di Andrea ed Elizabeth. Pronunciare il suo nome ancora fa male, non merita che io provi per lei tutto questo dolore. In fondo è pur sempre una donna e tra donne bisogna comprendersi e non farsi la guerra. La guerra bisogna farla al sesso opposto, perché si sa: gli uomini sono sempre dei deboli.
Dopo aver preso in braccio la mia piccolina esco di casa per andare a fare la spesa. Andrea qualche giorno mi ucciderà per lasciarlo puntualmente senza la sua scorta di cioccolati segreta, ma in fondo non è stanco come lo sono io a causa della nostra bambina che di notte non mi fa dormire mentre la mattina, quando provo a riposare, vuole sempre giocare. Penso che sia un vizio di tutti i bambini anche se forse, qualche dubbio mi viene. Possibile che sia così vivace avendo due genitori così pacati? In tutta la mia vita non ho mai fatto perdere le staffe i miei genitori, o anche semplicemente disturbati. Sono sempre stata una bambina calma e responsabile che sin da piccola sapeva quello che faceva. Oggi non è molto diversi, anzi, forse mi concedo qualche sciocchezza in più come ad esempio quella di amare alla follia Andrea. Questo forse è l'unica mia follia più grande che io abbia mai commesso in soli ventidue anni di vita.
Le strade della città oggi sono particolarmente affollata. Far passare il passeggino diviene molto complicato per una mamma alle prime armi e inesperta come la sottoscritta. A volte giuro che mi sento persino stupida a non saper fare certe cose così scontato. L'altro giorno per esempio, mi sono ritrovata a  pulire la pipì di Beatrice dai miei vestiti. E io che volevo farle solamente un semplice bagnetto!
Comunque tornando a noi... non riesco proprio a capire il motivo per il quale questo dannato passeggino oggi vuole farmi infuriare. Le ruote questa volta non girano essendosi incastrate, deduco, in qualcosa. Evidentemente è destino che la fortuna e che le gioie non possano esistere neanche per me dannazione!
Provo a sbloccare le ruote cercando di manovrare la piccola carrozzina. Fortunatamente Beatrice sta dormendo beatamente cullata dalle coperte e dall'orsacchiotto che abbraccia ogni sera da quando è nata. Penso sia il suo pupazzo preferito.
-Maledizione e sblocca... aaah!!!- ma perché tutte a me? Stavo semplicemente cercando di sbloccare il passeggino della mia bambina e invece mi ritrovo con il sedere per terra osservando la gente passare senza neanche degnarmi di uno sguardo. Ingrati, io lo avrei fatto! Urlò tra me e me mentre immagino la scena con la sottoscritta che agita le sue dolcissime e curate mani. Perché Andrea quando serve non c'è mai? Giuro che a volte odio essere mamma... e non immagino quando sarà un'adolescente scapestrata piena di ragazzi che le gironzolano intorno. In quel momento sarà veramente difficile essere una madre, un'amica, una sorella per lei. Grr che odio!
-Signorina? Serve per caso un aiuto?- una voce alle mie spalle mi tocca un braccio sfiorandomi a mala pena e provocandomi  brividi sulla pelle per la paura.
Alzo gli occhi scrutando attentamente, dal basso verso l'alto (altrimenti non posso fare), il corpo del mio interlocutore. I pantaloni beije gli fasciano perfettamente le gambe, così come la camicia che fascia e aderisce perfettamente al suo torace. Devo ammettere che quel appattamento è a dir poco meraviglioso, penso tra me e me. Deve essere un ragazzo che tiene al suo aspetto fisico e forse anche alla moda. Dio, inizio a sudare... I suoi occhi sono un pozzo di preoccupazione a causa della mia caduta. Oddio, che imbarazzo... e se avesse assistito all'intera scema? Le mie gote prendono subito fuoco provocando un immenso calore all'interno del mio corpo. Abbasso lo sguardo vergognandomi per le emozioni che un semplice sconosciuto ha scaturito al mio interno.
-Signorina?- mi distolgo dai miei pensieri quando la stesso voce di pochi minuti prima mi richiama. Dio, è fantastico e i suoi capelli devono essere così morbidi.
Non ricevendo alcuna risposta l'uomo, di cui sconosco il nome, mi porge una mano nel tentativo di aiutarmi ad alzarmi da terra.
-Grazie...-
-Flavio, sono Flavio.-
-Piacere, io sono Sofia. Scusami ma il passeggino non voleva saperne di muoversi e sono scivolata sui miei stessi piedi nel tentativo di riuscire a sbloccarlo.- ammetto imbarazzata per la mia inettidune e la poca manualità. In meno che non si dica Flavio, dopo aver osservato attentamente la culla, riesce a sbloccarlo con un gesto fulmineo che mi fa rimanere a bocca aperta per qualche minuto a causa dello stupore.
-Grazie... Sono dispiaciuta.-  balletto imbarazzata e letteralmente a fuoco.
-Non ti preoccupare.- afferma schiacciando un occhiolino e non so il perché ma penso che quel gesto così semplice sia estremamente sexy compiuto da lui.
-Ti va di prendere un caffè?- domanda continuando ad osservarmi. Il mio corpo freme dalla voglia di stare con lui ed essere sfiorata una seconda volta, così mi ritrovo ad accettare senza pensare che Andrea potrebbe essere a casa ad aspettarmi e non capendo che quel si in realtà avrebbe segnato il resto dei miei giorni mettendo a repentaglio la mia felicità.

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