Capitolo 23 -Rossella-

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Finalmente l'incubo per Sofia è appena finito mentre il mio è appena iniziato. Come può una donna morta essere ricomparsa nella vita di Alessandro senza alcun preavviso? Ad essere sincera non so se credere a questo fatto. È praticamente impossibile che un morto risorga dall'oltre tomba. Sorrido nervosamentente nel leggere un messaggio da parte di Marco. Nonostante la brutta esperienza, nonostante si sia autoconvinto ad aver ucciso Elizabeth, è rimasto lo stesso: un ragazzo sarcastico e carismatico così pieno di allegria da farti innamorare di lui. Digito velocemente una risposta rigirandomi nel letto. Dormire senza di lui è quasi proibito. Il letto senza la sua presenza risulta essere vuoto: vuoto dai sentimenti e dall'amore che entrambi proviamo l'uno per l'altra. Spero solo che questa sia una fase passeggera e che tra un paio di giorni posso tornare ad riabbracciarlo e a tenerlo tra le mie braccia senza lasciarlo più andare. Il suo cuscino profuma ancora di lui mentre le lenzuola sembrano quasi sussurrare ed dimenarsi dal vuoto creatosi dalla sua assenza. Una lacrima solca il mio viso ripensando a quanto amore abbia potuto mettere in questa relazione, un amore, forse, mai ricambiato. E se fossero state tutte illusioni? Un mare di sogni che mi hanno portato a credere che lui mi amasse veramente e che ci tenesse veramente a me. Un dolore lancinante colpisce il mio stomaco facendo quasi soffocare. È un dolore così forte che forse non l'ho mai provato in vita mia.
Chiudendo gli occhi afferro il telefonino appoggiata sul cuscino del letto sul quale dormiva lui. La luce acceca i miei occhi deboli ormai abituatisi al buio della stanza. Senza neanche pensarci dovuto velocemente il suo numero che ormai ho imparato a memoria. Boccheggio in mancanza di aria mentre il sudore imperla la mia fronte. Cosa mi è venuto in mente di fare? Forse non vuole neanche sentirmi mentre io sono quì a desiderare che mi dica almeno ciao.
-Pronto?- si udisce dall'altro capo del telefono e in quel momento il mio cuore manca un battito. È passata una sola giornata da quando se né andato e devo ammettere che mi è mancato così terribilmente tanto. Non pensavo di affezionarmi così tanto ad un uomo, ad una persona in così poco tempo. Sono passati solo pochi mesi da quando abbiamo intrapreso questa avventura e guardate in che situazione mi ritrovo adesso. Innamorata di un uomo che vuole tornare al suo passato, un uomo che vuole abbracciare il fantasma che lo ha distrutto e che gli ha fatto commettere le assurdità più atroci. La sua voce si ripete nella mia mente mentre il mio cervello cerca di capire come deve agire.
-Ciao.- sussurro poi in preda al pamico. Chiamarlo è stata forse la peggiore delle assurdità, ma nonostante ciò nel momento in cui il telefono ha smesso di squillare facendo spazio alla sua voce, sembra quasi che abbia ricominciato a vivere.
-Ciao.- dalla sua voce riesco a capire che sia nel più totale imbarazzo, cosa mai successa tra me e lui, perché quando si ama tra due persone non c'è mai imbarazzo, non c'è vergogna, perché si impara a conoscere tutto l'uno dell'altro, si è disposti a tutto.
-Mi mancavi. Mi mancavi e ti amo.- ammetto stringendomi tra le coperte. Non volevo ammettere i miei sentimenti, significa essere deboli. Un sospiro si fa spazio tra il silenzio della notte, tra il nostro silenzio così imbarazzato.
-Rossella so che per te è difficile, ma ho bisogno di capire i miei sentimenti.  Non voglio stare con una persona se capisco di non amarla. Voglio rimanere per ora da solo e non vedere nessuno, se non i miei amici. Ti prego di accettare le mie scelte.-
-Da quando te ne sei andato non riuscivo più a respirare. Mi sembrava quasi di morire. Adesso è come se riuscissi a respirare, a vivere.-
-Anche per me è così.- ammette alla fine lasciandomi senza parole. Non volevo costringerlo a dire ciò che non avrebbe voluto, ciò che non sentiva ma devo ammettere che sentirlo uscire dalle sue labbra così soffici e morbide mi fa sentire decisamente meglio.
-Mi manchi anche tu, ma devo cercare di capire quello che voglio fare della mia vita. Voglio avere le idee chiare e...-
-Volevi un figlio da me. Da me, Rossella...- cerco in tutti i modi di fargli cambiare idea anche se da terapista non sono affatto d'accordo con le mie scelte.
-Lo so e ti giuro che lo vorrei...-
-Allora facciamolo! Diventiamo una famiglia!- mi alzo immediatamente dal letto osservando la stanza illuminata solo dalle luci della città. Non so che idea folle abbia avuto il mio cervello, ma voglio che torni. Voglio che torni in tutti i modo umanamente possibili e se farlo tornare significa rimanere incinta del suo bambino, beh vuol dire che sarò pronta a diventare madre, a diventare una famiglia.

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