Capitolo 19 -Alessandro-

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-Dobbiamo parlare...- mi avvicino a lei notando nei suoi occhi tanta felicità. Non posso tradirla in questo modo, ma il problema è che sono confuso. Nonostante le mie parole decise verso Jo, il mio cuore sembra non capire più niente.
Non penso di essere innamorato di Jo, ma qualcosa mi porta a supporlo. Nel momento in cui l'ho vista le mia mano hanno iniziato a tremare mentre la fronte ospitava il sudore che veniva prodotto dalla mia pelle.
Sorrido nervosamente cercando di mostrarmi sicuro di me, ma in questi casi l'ansia mi tortura.
-Ale stai bene? Ti vede un pò pallido.- ecco è impossibile nasconderle qualcosa! È a dir poco impossibile e io non penso di essere pronto a procurarle tale dolore. Abbiamo condiviso dei bellissimi momenti insieme, momenti che non penso  dimenticherò mai. Quei momenti belli e brutti mi hanno ormai segnato definitivamente. Mi sono entrati fin sotto la pelle e non penso che usciranno mai più.
Abbasso lo sguardo dispiaciuto per ciò che le sto per dire. Devo essere forte e cercare di fare l'uomo per una volta.
-Devo confessarti una cosa.- affermo deciso alzando definitivamente lo sguardo. Rossella si siede sul divano del nostro soggiorno con lo sguardo basso e guardando le unghia delle sue mani. Sta male. È palese. La seguo anche io posizionandomi a qualche centimetro da lei. Prendo un bel respiro e ricomincio a parlare.
-L'ho vista. L'ho incontrata dopo tanto tempo.- Rossella mi guarda confusa non riuscendo a capire a cosa mi riferissi. Quando poi spalanca gli occhi capisco che ha capito.
-Ale è normale vedere ogni tanto i fantasmi del passato. C'è sempre qualcosa che ci lega a loro è normalissimo.- scuoto la testa rinnegando ciò che le sue labbra hanno sempre pronunciato.
-No, tu non capisci. Lei era lì davanti a me in carne ed ossa. Era... Era come l'avevo lasciata. Bellissima, con qualche cambiamento ma...-
-Alessandro cosa stai cercando di dirmi?!- le lacrime iniziano a solcare il suo viso mentre un sorriso nervoso si fa spazio tra le sue meravigliose labbra. La paura sembra impossessarsi del mio corpo nel momento in cui arriviamo al punto che ho sempre temuto.
-Io... io non lo so cosa voglio... è questo il punto.- le confesso mettendo le mani tra i miei capelli quasi disperato.
-Cosa?!- urla continuando a scrutarmi. Una parola sbagliata e potrei anche non uscire vivo da questa tragica situazione.
-Senti non son perché tu stia urlando in questo modo. Dovresti comprendermi e invece non stai facendo altro che urlare. Potresti discutere in modo civile gentilmente?- domando già stanco da quella situazione.
-Come fai a chiedermi di stare calma? Senti dimmi una cosa; proviamo a risolvere questa situazione da persona adulte e mature le quali siamo, va bene? Tu in questo momento mi stai parlando da paziente o da fidanzato?- la guardo osservando ogni particolare dei suo corpo per poi soffermarmi sui suoi magnifici occhi che tanto amo.
-Non lo so. Penso che ti stia parlando da amico. Vederla mi ha totalmente sconvolto quando non avrebbe neanche dovuto toccarmi minimamente. Lei era lì davanti a me in tutto il suo splendore e io ero lì di fronte a lei impassibile e pieno di paure. Avrei voluto tanto vederla un ultima volta per dirle addio e per riprendere la nostra magnifica routine, invece mi ritrovo...-
-Alessandro tu volevi dei figli da me! E avere dei figli significa assumersi una bella e grande responsabilità!-
-Lo so, ma cerca di capirmi...- mi interrompe spudoratamente senza neanche capire ciò che le sto dicendo.
-Io non so che dirti, ti giuro. Cosa mi stai chiedendo? Ci stiamo per caso lasciando?- domanda con gli occhi pieni di lacrime. Non l'ho mai vista così e se ci troviamo in questa situazione è solo colpa mia. -Ti prego di andartene da questa casa.- e nel momento in cui pronuncia quelle semplice parole il mio cuore sembra perdere un battito. Che cosa mi aspettavo? Che svolgesse il ruolo della brava psicologa e che mi avrebbe aiutato a ragionare? Solo uno sciocco poteva pensarla in questo modo e per la stronzata che ho appena fatto penso di rientrare in questa categoria.
-Io... io non voglio andarmene via da te per sempre. Voglio solo chiarire le mie inutili idee. Indelebile c'è solo un destino segnato e penso che questo sia solo uno degli ostacoli che la vita ci sta ponendo davanti.-
-Mi lasci sempre senza parole.- sorride amaramente. Un sorriso che non avrei mai voluto provocargli io.
-Vado a dormire da Sofia. Per qualsiasi cosa sai dove trovarmi.-
-Per qualsiasi cosa sai dove trovarmi.- afferma Jo abbandonando la mia casa dopo il nostro primo appuntamento.
La osservo allontanarsi con un sorriso da idiota in faccia. Dio quanto mi piaceva, penso per una volta di aver trovato la donna giusta, quella che mi potrebbe tenere testa per tutta la vita. Accende il motore guardando di fronte a se, ma come se ne avessi bisogno le corro incontro fermando i suoi movimenti. Ho mi guarda con occhi sorpresi e corrugando la fronte non riuscendo a capire cosa volessi, così decide di scessere dalla macchina.
-Ehi, è successo qualcosa?- domanda preoccupata che mi fosse successo qualcosa in quei pochi secondi di lontananza. Annuisco con la testa con un viso serio e avvicinandomi a lei. Afferro le sue mani guardandola dritto negli occhi e ingoiando quel poco di saliva che si era formata nella bocca soltanto ammirandola. Non mi sono mai sentito così. Lei mi fa sentire speciale, mi fa sentire amato, mi fa sentire... Poggio le mie labbra sulle sue. Un bacio leggero, semplice, casto. Un bacio che mi provoca mille farfalle nello stomaco e allora capisco. Lei è la persona che stavo aspettando.

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