CAPITOLO 2

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Dopo aver corso per quasi tutto la scuola, riuscii finalmente a trovare la classe di matematica. Cercai di riprendere fiato e di darmi una sistemata, giusto per non sembrare una sciagurata e per non dare troppo nell'occhio.
Bussai insicura alla porta, pronta a sorbirmi una sgridata bestiale dalla professoressa il primo giorno di scuola, ma questa non arrivò,perché non appena varcai la soglia dell'aula,lei mi accolse con un sorriso caloroso, pronta a darmi il benvenuto
"Buongiorno, lei deve essere la nuova arrivata, Miller se non sbaglio!"disse l'insegnante.

Le verrà una paralisi facciale a furia di sorridere così! Ma come fa la gente? Io a prima mattina se provo a sorridere, sembro un cavallo!

Mi limitai semplicemente ad annuire timidamente,e la professoressa mi indicò un banco libero in fondo alla classe. Presi posto e non appena girai gli occhi per poco non presi un colpo:il ragazzo di prima,mi pare si chiamasse Devin, mi osservava in silenzio,sorridendo beffardamente.

"E cosí ci rincontriamo bambolina"disse sfoggiando un sorriso che lasciava vedere i suoi bianchissimi denti.
"La sfortuna ha voluto che ci rincontrassimo"dissi io sospirando teatralmente.
"Le altre ragazze non la considererebbero una sfortuna,bambolina"rispose con un sorriso malizioso.
",peccato che io non sono le altre ragazze"dissi acidamente.
Sentii lui borbottare qualcosa come"me ne ero accorto"e dopo più niente.
Cercai di seguire la lezione e prendere più appunti che potevo, in modo da studiare più facilmente a casa. La matematica non era una delle mie materie preferite, ma me la cavavo abbastanza bene.Proprio come mio padre, lui era un asso in queste cose, peccato che di lui mi resta solo un ricordo sbiadito, in quanto é morto quando ero piccola, lasciando una moglie disperata e i suoi due figli,incapaci di capire cosa fosse successo al proprio papà. Quel giorno però me lo ricordo bene, come se fosse successo ieri. Un suo collega si presentò davanti al portone di casa nostra in divisa, con in mano gli indumenti militari di mio padre. Mia mamma scoppiò in un pianto disperato, proprio davanti a me.Mi dissero che era partito per un lungo viaggio,così io ogni giorno chiedevo sempre se fosse ritornato, magari travestendosi da Babbo Natale nel periodo natalizio. Fu solo un giorno che capii che lui non sarebbe mai potuto ritornare,aveva iniziato un viaggio senza il biglietto di ritorno,come potevo anche solo pensare che sarebbe potuto ritornare?
Un'ondata di dolore mi travolse come un fiume in piena, ma quello che più mi faceva male era il mio egoismo, non mi rendevo conto che io ero stata fortunata ad avere dei momenti con lui,eppure non mi bastava.Volevo che restasse con me per tutta la vita,ma si sa,le cose belle non durano a lungo.Tutto é un illusione,in un momento hai ciò che desideri e poco dopo svanisce,senza che tu te ne renda conto.Mio fratello non lo ha mai conosciuto, mio padre é morto prima che lui nascesse,e pur essendo piccolo sente sempre un vuoto incolmabile, un dolore che é fin troppo forte per lui, si vede dai suoi occhietti azzurri.Non ha avuto la fortuna di conoscere suo padre,un uomo meraviglioso,eppure la mamma glielo dice sempre che sono gli stessi.
Poi é arrivato Bill,un uomo apparentemente innocuo, ma che con il passare del tempo si rivelò per quello che era:un mostro spietato e senza cuore.Fa male il passato, ma io me lo merito di provare tutto questo dolore, avrei potuto fare qualcosa, per aiutare la mamma,ma non l'ho fatto. É stata lei che si é dovuta rialzare da sola e superarle tutte.É stata ed é tutt'ora una donna forte, mentre io non sono degna di portarle neanche le scarpe. Mi sono costruita una maschera per proteggermi da tutto e da tutti.Non ho mai voluto far avvicinare qualcuno a me per paura di non poterlo proteggere in caso di pericolo.E poi tutti prima o poi se ne vanno,perciò perché farli avvicinare e illuderli,se poi tutto si sgretola davanti ai tuoi occhi?

•POISONED HEARTS•(#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora