CAPITOLO 23

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Devin's POV

E' corsa via. E' scappata lontano da colui che l'ha uccisa per l'ennesima volta, che si è sporcato la bocca con parole che hanno infettato la sua anima bianca, pura. Prima o poi doveva succedere, lo sentivo dentro che la tempesta era in arrivo e non ho fatto niente per fermarla, anzi sono andato avanti ancora insoddisfatto di non aver distrutto tutto quello che era il suo essere. Come un parassita mi sono impossessato di ogni fibra del suo corpo, e senza che lei potesse anche solo replicare ho dato in pasto ai miei demoni quella sua polvere rimasta dopo le tante cadute fatte. Ma era arrivato il momento di agire, di farla andare via una volta per tutte cosicché non si potesse avvicinare mai più ad un mostro come me, dallo spirito fin troppo pieno di autodistruzione e incompletezza, un vuoto che colmare non sarebbe servito a nulla, se non ad appesantire la voragine che mi squarcia il petto e mi fa cadere in un baratro senza via di uscita. Perché merita questo uno come me, morire all'inferno scontando tutte le pene inflitte alle persone che gli stavano vicine, e che poi sono fuggite per non evitare di essere risucchiate dal veleno che c'è in me. Tutti questi pensieri non fanno altro che alimentare la mia rabbia, tanto da farmi tirare pugni più forti al sacco da boxe che sto colpendo ripetutamente solo per vedere il sangue colare dalle mie nocche e volerne sempre di più. Ma ciò che più mi fa imbestialire è che non sento dolore, no, non sento niente a livello fisico, perché il fuoco che fa più male è quello all'interno del mio petto. Lo sento. Divampa nella mia persona, arde famelico di possedere ogni mia singola cellula rimasta intatta. E' da più di un'ora che lo sto colpendo, non mi preoccupo neanche più di potermi sfracellare le ossa della mano, non mi interessa più niente di nessuno, non quando vedo quel viso angelico velato di una tristezza mai vista prima, non quando la vedo abbassare lo sguardo per nascondere l'unica lacrima che si è concessa di lasciare libera, la sola che le ho fatto versare io, troppo preziosa per essere sprecata per uno come me. Fa più male una che centomila, perché in quella lacrima solitaria è racchiusa l'essenza di molte, troppe parole non dette, che avrebbe voluto urlarmi contro ma che non è riuscita a fare uscire per paura di non essere capita a fondo, di essere considerata qualcosa invece di qualcuno. Io avrei voluto che mi urlasse contro di tutto...e invece è rimasta zitta, avvolgendomi col suo silenzio straziante in grado di uccidere chiunque perché carico di un odio troppo represso. Siamo così io e lei, troppo facili da separare, ma troppo inseparabili per rischiare di stare lontani a vicenda.

Una mano si posa sulla mia spalla e mi fa girare in modo brusco, in modo da incontrare gli occhi furiosi del mio migliore amico che noto si stia trattenendo dallo sferrarmi un pugno in pieno viso.

"Mi spieghi che cazzo stai facendo?" Mi prende per le spalle e mi guarda dritto negli occhi, con una rabbia che non gli avevo mai visto addosso.

"Non lo vedi idiota? Hai davanti a te un sacco da boxe e una persona che lo sta colpendo, basta fare due più due!" rispondo allontanandomi dalla sua presa ferrea.

"Amico non ho bisogno del tuo sarcasmo deprimente al momento...rispondi alla fottuta domanda che sto per farti. Perché lo hai fatto?" Sta perdendo la pazienza, lo vedo da come gesticola animatamente che fra poco il lume della ragione andrà a quel paese...

"Non posso giocare un po' a fare a pugni?" rispondo con un sorrisetto beffardo tanto per buttare fuoco sulla benzina. Voglio vederlo picchiarmi, spezzarmi in due, voglio farmi del male da bravo masochista quale sono.

"So benissimo cosa stai facendo coglione...stai cercando di farmi perdere le staffe solo per vedermi fare a pugni con te, ma tu non reagirai, starai là fermo ad incassare i colpi e a volerne sempre di più, come la peggiore delle droghe." Mi scruta con quel sorriso tipico di chi ti ha già capito senza che serva una parola in più. Annuisce e si avvicina a me prendendomi dalla spalla e guardandomi assottigliando gli occhi.

•POISONED HEARTS•(#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora