Spencer's POV
"Vattene Spencer." stringe i denti e serra la mascella facendola schioccare. L'unica cosa che riesco a vedere sono le sue mani imbrattate di sangue e il suo sguardo freddo iniettato di odio. Ciò non mi impedisce però di avanzare verso di lui che neanche per un secondo sembra voler distogliere lo sguardo dalla mia figura.
"Ho-ho detto di andartene, tu non mi servi." Anche la sua voce trema e riconosco da come ha distolto lo sguardo che sta per cedere e crollare davanti ai miei occhi. Quella è l'unica cosa che sta cercando di controllare stringendo i pugni e mordendosi il labbro con una tale forza che quasi ho paura che possa farsi davvero male. Sono ormai davanti a lui e cerco di incontrare il suo sguardo, che quasi tenta di trovare una via di uscita per non dover far emergere i suoi demoni qui di fronte a me. So bene cosa sta facendo, sta cercando di proteggere se stesso, ha paura che io possa arrivare fin dove mai nessuno è arrivato, toccando acqua inesplorate e velenose. Con quel "tu non mi servi" vuole farmi allontanare, ferirmi per l'ennesima volta. Ma non sa che ormai non c'è più niente da rompere, si è preso tutto, mi ha succhiato via anche l'anima come il peggior dei veleni. Prendo le sue mani delicatamente, osservando i tagli e il sangue che continua a fuoriuscire imperterrito, bagnando anche la mia pelle lattea. Nonostante il mio sguardo bruci sulle sue ferite, sento invece il suo bruciare su di me e non so cosa darei per scoprire cosa sta passando per quella testa troppo piena di demoni. Senza dirgli niente lo prendo per mano e, dopo aver chiuso la porta di quella cantina maledetta, lo conduco verso il bagno per medicarlo. Ignoro i brividi che si sono fatti strada sul mio corpo al contatto della sua pelle calda con la mia fredda, quasi una piccola scossa che mi risveglia dal mio stato di trance momentaneo, come se io e Devin fossimo incompatibili per stare insieme, ma allo stesso tempo siamo come calamite che si attraggono inevitabilmente, e che si divertono a rilasciarsi quando più gli pare e piace. Possiamo farci tutto il male che vogliamo, ma tanto si sa che ritorneremo uno dall'altro perchè la lontananza non ci piace, ma allo stesso tempo siamo così complicati che non riusciamo a stare vicini neanche per un secondo. Potrò anche essere stata stupida, pazza e bipolare a ritornare da colui che non sa fare altro che pugnalarmi, ma non voglio credere che abbia detto quelle parole come se le pensasse davvero, non voglio e non posso crederci. Farei un torto a me stessa e anche a lui, perchè ho imparato a conoscere ogni sfumatura del suo carattere, ogni sua emozione e ogni suo gesto. Ha imparato a nascondersi perennemente dietro quella facciata da duro, quel tipo di persona che non si fa scalfire da niente, ma che in realtà è più fragile di quanto possa anche solo provare a nascondere.
"Perchè nonostante io continui a farti del male tu ritorni sempre?" chiede in un sussurro appena percettibile, mentre storce la bocca per il bruciore che gli provoca il disinfettante.
"Perchè so che anche tu hai un cuore e non faresti mai del male ad una persona intenzionalmente." affermo decisa, incontrando il suo sguardo da cucciolo smarrito. La mia risposta sembra averlo spiazzato, perchè da quel momento in poi non spiccica più parola come se stesse viaggiando in qualche parte sperduta della sua mente, alla ricerca di risposte che forse non avrebbero mai avuto una spiegazione. Enigmi complicati, contorti e intricati. Ma la parola che forse più gli si addiceva era irrisolti, proprio come me e Devin. Due grandi punti interrogativi che si fondevano in un unico caso emblematico, al quale era difficile dare una possibile soluzione. Siamo così, due anime perse alla ricerca di qualcuno che possa leggere il libro della nostra vita, ma allo stesso tempo due anime che vivono nell'ombra proprio per nascondersi alla luce del giorno che tenta invano di scoprirli della corazza, di lasciare a nudo i loro cuori e far raccontare al destino le atrocità che la vita ci ha messo davanti.
Una volta avergli fasciato per bene le mani, quasi impercettibilmente gli sfioro le nocche con le labbra, lasciandoci sopra un delicato bacio, come se quel gesto potesse guarirlo da tutto il male che lo tormenta, facendo diventare le ferite cicatrici lontane. Lentamente lui mi alza il mento facendomi immergere in quel mare nero senza fine, lo stesso pozzo che avevo visto per la prima volta quel giorno lontano di tanti anni fa, l'unico ricordo bello e vivido della mia infanzia buia. Mi ricordo di aver pensato che quegli occhietti racchiudevano il mio stesso vortice di sofferenza e amarezza, ma allo stesso tempo erano rassicuranti e caldi, ti salvavano all'ultimo minuto prima che sprofondassi in quel baratro senza fine e senza alcuna via di scampo. Chissà se anche lui se ne ricorda o se magari è solo la mia immaginazione che mi gioca brutti scherzi... No, non può essere, io ne sono più che sicura, è lui quel bambino che mi ha chiesto del perchè piangevo. E' lui.
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•POISONED HEARTS•(#Wattys2017)
RomanceA volte anche le anime più disastrate sono destinate a trovare la propria ancora di salvezza.Spetterà proprio a quest'ultima decidere se far affogare l'anima bisognosa d'amore,o salvarla, portandola a riva. Questo é il caso di Spencer Miller,una rag...