Capitolo 9

3.1K 131 10
                                    

Febbraio 1957 - Bonn, Repubblica Federale Tedesca

"Herr General, ho qui i documenti da firmare, ci sono due rapporti da L e P - non aveva la minima idea di cosa quelle lettere significassero. - e Manfred Friedmann è in arrivo in serata, lo faccio portare subito nel suo ufficio?" Schwartz ascoltò ogni parola detta dal giovane prendendo i documenti che questo gli porgeva ed esaminandoli velocemente.

"Ja, fammelo avere appena arrivato, niente distrazioni, direttamente nel mio ufficio." Thomas annuì deciso con un cenno del capo.

"Sarà fatto signore, c'è altro?" Domandò poi, Franz stava per congedarlo ma poi lo fermò, come se si fosse improvvisamente ricordato di una cosa.

"Sai chi è Manfred Friedmann?" Domandò Schwartz incrociando le braccia al petto e adagiandosi sulla sedia. Il giovane scosse il capo, a differenza del superiore era in piedi cercando di mantenere una posizione quanto più rigida.

"Lo sai dove siamo noi vero?" Poteva essere una domanda semplice ma per Thomas la risposta non era così sicura.

"A Bonn, al dipartimento di sicurezza." Schwartz sorrise, quasi come se si aspettasse quella risposta.

"Gut." Si fermò un attimo guardando il ragazzo. "Noi non siamo dell'esercito, noi ci occupiamo di controspionaggio." Aggiunge poi. "Questo lo hai capito vero?"

Il ragazzo annuì, temeva qualcosa, come se le successive parole di Schwartz avrebbero potuto cambiare per sempre la sua esistenza.

"Sai gli americani amano parlare di Politically Correct, praticamente invece che dire ad una persona con la sindrome di Down che è handicappato gli dici che è disabile e tutte questi termini che piacciono così tanto ai nostri politici." Prese una pausa studiando ogni singola reazione del giovane. "Noi non sappiamo cosa sia." Thomas annuì silenzioso, non aveva ancora capito bene quale fosse il punto a cui voleva arrivare Schwartz.

"Tornando a Manfred Friedmann è uno dei nostri agenti sotto copertura nella Germania dell'Est, all'incontro sarai presente anche tu, ti anticipo già una cosa, non è un santo, perciò se pensi che quello che sentirai potrebbe turbarti - e qui si fermò un attimo. - beh se pensi di essere facilmente suscettibile allora togliti quella divisa e trova qualcosa di altro da fare nella vita." Secco in conclusione. Un senso di nausea raggiunse Thomas, fino a che punto avrebbe sopportato? Nel suo stato si diceva che i capitalisti non si facevano problema a torturare persone e la cosa lo angosciava, non era come Schwartz, non avrebbe retto senza uscirne decisamente turbato.

Manfred Friedmann venne portato nell'ufficio di Schwartz solo in serata. Thomas aveva cercato di immaginarmelo ma aveva decisamente fallito: lo credeva alto, muscoloso, insomma l'immagine di un vero duro visto che faceva la spia. L'uomo in realtà era sulla quarantina, quasi del tutto pelato e decisamente distinto.

"Manfred, bentornato." Sorrise Schwartz, non era un sorriso sincero e rilassato, era come una beffa.
"Signore." Disse pacato lui togliendosi il cappotto che portava sopra un completo verde scuro.
Si sedette sulla sedia di fronte a Schwartz mentre Thomas attendeva in piedi al fianco dei due.

"Allora - cominciò Schwartz incrociando le braccia al petto - che novità ci porti?" Aveva parlato come se la cosa includesse anche il giovane ma in realtà ci credeva ben poco.
"Nulla di sicuro signore." Rispose l'altro atono, di certo era impassibile. "Hanno dato l'incarico ad una loro spia di infiltrarsi nei nostri sistemi di spionaggio, tuttavia non so di chi si tratta e se abbia già iniziato il suo operato." Thomas si gelò, ci avevano davvero impiegato così poco a scoprire che avevano mandato un infiltrato?

Schwartz dal canto suo lo guardò interessato.
"Capisco, quanto tempo puoi trattenerti prima di ripartire?" Domandò a Friedmann, Thomas lo osservava cercando di capire cosa stesse pensando.

Weg zum Himmel -  #2 gli Uomini del ReichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora