Capitolo 20

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Era quasi mezzanotte quando una macchina entrò nel cortile di casa Schwartz. Franz osservava la scena dalla finestra e quando vide le porte della macchina aprirsi facendo uscire i due figli li raggiunse sulla porta di casa. La prima ad andare da lui fu Sofia che si lanciò direttamente contro di lui.

"Papà!" Entusiasta di rivederlo, ma non riuscì a dedicarle troppe attenzioni: lo sguardo era fermo sulla vettura, sperava che Elisabetta avesse cambiato idea e magari sarebbe spuntata da un momento all'altro. Una volta che si fu liberato della figlia minore fu il momento di Joachim. Franz in realtà temeva un po' il confronto con lui.

"Ciao." Fu quello che disse avvicinandosi a lui.

"Wie geht's?" Come va, che domanda stupida, ma non sapeva bene cosa dire in quel momento. Ad essere sinceri nell'ultimo periodo si era trovato più di una volta senza qualcosa da dire.

"Ti va se parliamo un po'?" Chiese pacato Joachim mentre padre e figlio rientravano in casa.

Poco dopo Joachim era seduto accanto al camino acceso nel soggiorno mentre il padre poco distante si versava due dita di cognac in un bicchiere di vetro. Franz si prese del tempo per osservare il figlio mentre si sedeva di fronte a lui. Era cresciuto ormai ed era diventato quasi un uomo.

"Ho pensato diverse cose su di te mentre eravamo in Italia, ti ho dato dell'assassino e del mostro

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"Ho pensato diverse cose su di te mentre eravamo in Italia, ti ho dato dell'assassino e del mostro. - Poi si fermò.- Poi però la mamma mi ha portato da una persona." Franz lo guardò perplesso, da chi erano andati suo figlio e sua moglie?

"Di chi si tratta?" Lo interruppe lui, Joachim accennò un sorriso.

"Una tua vecchia conoscenza, ma credo che tu non te ne ricordi neanche più. In ogni caso mi ha fatto ragionare, mi ha fatto pensare a cosa porta un uomo a fare quello che hai fatto. - Franz era decisamente preoccupato da quelle parole. - Non credo sia stato facile neanche per te, però lo hai fatto per me, perché credevi fosse la cosa giusta." Franz era stupito, questo non era il ragionamento che si sarebbe aspettato dal figlio.

"Dimmi con chi avete parlato." Replicò comunque, voleva sapere di chi si trattava perché quel qualcuno aveva fatto fare un cambiamento radicale al modo di pensare del figlio.

"Padre Giorgio Lombardi- Joachim si aspettava di vedere il genitore guardarlo spaesato così si occupò lui di dare un'ulteriore spiegazione.- Era il prete in quel paese vicino a dove abitava la mamma, quello in cui avete fatto saltare la chiesa." Franz si bloccò, ora le immagini erano tutte più chiare.

Franz se lo ricordava bene quel giorno. La notizia dei morti tra gli uomini della Wehrmacht era arrivata poco dopo i fatti e quando erano tornati sul luogo l'unica cosa che si era trovato davanti erano quindici corpi senza vita. Poco dopo era arrivato l'ordine da Berlino: l'unica cosa da fare era far pagare non solo i colpevoli, ma tutta la popolazione.

Aveva marciato sulla piazza ordinando di rinchiudere tutti i civili nella chiesa e poi era arrivato il parroco. Si era attaccato a lui pretendendo che lasciasse andare prima tutti e poi i bambini. Per liberarsi poi del disturbo del prete lo aveva fatto legare ad una sedia e imbavagliare.

Quello che non capiva però era per quale motivo Elisabetta avesse portato il figlio a quell'incontro e perché lei stessa ci fosse andata.

"Ho capito." Disse solamente sorseggiando poi una buona parte del liquido contenuto nel bicchiere. Avrebbe fatto una bella chiacchierata con Elisabetta.

"Ho fatto una scelta papà- iniziò quindi Joachim richiamando la sua attenzione. Franz lo guardò interessato facendogli cenno di andare avanti.- da settembre inizierò il corso ufficiali all'accademia. Ho capito che la famiglia è la cosa più importante per me e non permetterò che ci sia di nuovo un sovietico come quello che possa minare ciò che più vale per me." E Schwartz annuì soddisfatto, dopotutto Joachim era figlio suo.

"Sono contento.- ammise pacato.- Però ora vai a letto, domani devi tornare a scuola. In ogni caso domani mattina partirò per l'Italia, è ora che anche Elisabetta torni a casa."



La situazione a Rubiano era tranquilla, il paese non era molto cambiato da quando se ne era andata per trasferirsi a Bonn, certo la ripresa aveva portato i suoi vantaggi anche lì, ma pressoché le cose erano rimaste uguali. Non aveva intenzione di fermarsi molto lì, massimo una settimana, non era infatti facile vivere con Andrea, il marito della sorella. Suo padre e suo fratello erano stati uccisi dai tedeschi e questo ora non aveva per nulla in simpatia Elisabetta, quanto meno non era ancora arrivato a collegare il fatto che suo marito fosse lo stesso tedesco di cui ora si parlava in paese. Inoltre era conscia che non sarebbe potuta rimanere lì per sempre e che prima o poi avrebbe dovuto affrontare la realtà. Poi le mancavano Joachim e Sofia e non avrebbe resistito molto lontana da loro due.

Stava camminando con la sorella per le vie del paese mentre il sole stava quasi per tramontare quando le due si sentirono richiamare. 
"Marina, Elisabetta! Venite qui!" Erano degli uomini e delle donne tutti raggruppati attorno ad un tavolino esterno di un bar. Le due incuriosite si fecero avanti anche se, segretamente, Elisabetta provava un certo timore.
"Stavamo parlando della notizia di quel tedesco che invece che venir arrestato ora si trova a fare di nuovo il suo lavoro!- Esclamò uno di loro e lei lo riconobbe come uno dei ragazzi che era andato a scuola con lei. Elisabetta sospirò, non era una cosa sicura da fare quella.- Lui è un giornalista, scrive per il Gazzettino, ha detto che può aiutarci ad avere giustizia. E' stato lui a dare l'ordine di uccidere anche vostro padre, lo sapevate? Ci dovreste dare la vostra testimonianza!" La donna si bloccò non sapendo bene cosa rispondere, per fortuna venne in suo soccorso la sorella.
"Marco perdonaci, ma non è una cosa facile di cui parlare per me e soprattutto per Elisabetta." Disse quindi lei trascinando via la sorella.

Quando rientrarono a casa Elisabetta era ancora sconvolta. Aveva troppe cose in mente, troppe preoccupazioni e inoltre c'era la gravidanza di cui al momento nessuno sapeva niente.
"E' giusto secondo te?- cominciò a chiedere.- Che lui non abbia mai pagato nulla per quello che ha fatto?- Non riusciva davvero a venire a capo di quel ragionamento.- Pensa a quante persone a cui ha fatto del male e che non avranno mai giustizia." Marina stava per replicare mentre armenggiava con le chiavi di casa ma una macchina si fermò davanti a loro.
"Credo che tu possa chiedergli cosa ne pensa." Mentre Franz Schwartz usciva dalla macchina nera.


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Eccomi qua, piccolo regalo di sabato sera.

Ho trovato una foto per Joachim, come vi sembra? 

Grazie a tutti come sempre per i commenti e soprattutto per aver fatto salire la storia all'interno della Top 5!


Weg zum Himmel -  #2 gli Uomini del ReichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora