Capitolo 30

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"Cos'è successo?" Chiese appena si fu richiuso la porta dietro di sé. Schreiber sospirò.
"Basta che vieni due piani più in alto." Schwartz inarcò le sopracciglia pensieroso. Non riusciva a figurarsi cosa potesse essere successo.
"Brunner ha tentato di suicidarsi, si è tagliato le vene con il rasoio per farsi la barba." Schwartz sospirò, non ci voleva quello e soprattutto nessuno doveva venirne a sapere o si sarebbe alzato un polverone mediatico su di loro.
"E' vivo?" Chiese lui anche se era abbastanza ovvio che lo fosse visto che lo avevano portato all'ospedale ma chiese comunque conferma all'altro.
"Sì, sinceramente non credo che volesse realmente suicidarsi, se avesse voluto farla finita avrebbe potuto usare le lenzuola per impiccarsi, però ha usato un metodo che richiede più tempo ed'è più doloroso, oserei dire che lo ha fatto per attirare attenzione." Franz ascoltò in silenzio l'uomo, se c'era qualcuno che ne sapeva in merito a quegli argomenti era di certo Schreiber.
"Che situazione di merda...- Sbottò Schwartz.- E' piantonato e legato vero?" Il sottoposto annuì pacato.
"L'ONU potrebbe romperci le palle se viene fuori qualcosa, soprattutto perché secondo i loro standard- facendo capire che a lui di ciò fregava ben poco.- è un soggetto a rischio." Franz inarcò le sopracciglia.
"Cioè?" Dando così dimostrazione che neanche a lui interessava più di tanto dopotutto.
"E' nella fascia considerata giovane, è destinato ad un lungo periodo di carcere, non ha contatti con la famiglia e non ha motivazioni per resistere." Franz ascoltò il tutto in silenzio.
"Fai una cosa, manda da lui uno psicologo dei nostri e fammi avere poi il resoconto, almeno avremmo qualcosa da dare se ci verrà richiesta." Schreiber annuì calmo.
"Ti lascio andare, congratulazioni ancora." Si sbilanciò in un sorriso. Franz si fermò qualche istante prima di tornare dentro, non era un argomento di cui voleva discutere con la moglie quello.

L'arrivo dei due gemelli a casa Schwartz aveva sconvolto le abitudini della famiglia. Quando Leonard dormiva, Veronika piangeva e quando riuscivano a calmarla ormai era riuscita a svegliare il fratellino che cominciava a sua volta a piangere, e quello era pressoché un ciclo infinito.
Dal canto suo Franz si stava mettendo d'impegno per cercare di essere d'aiuto alla moglie, anche se non era del tutto sicuro in merito a quanto sarebbe riuscito a sopportare quei ritmi prima di scoppiare.

In ufficio pagava abbastanza la mancanza di sonno durante la notte, motivo per cui spesso in periodi morti quando l'unica cosa che doveva fare era firmare e controllare documenti si trovava ad avere dei momenti in cui si sentiva le palpebre crollare.
Era in una di quelle fasi quando la porta si spalancò e si trovò Marlene davanti. Era da parecchio tempo che non la vedeva, ma questa volta l'aspetto era completamente cambiato, se nelle altre occasioni si era dimostrata decisa e determinata oggi sembrava quasi sconvolta e distratta.
"Sei contento ora vero? Lo hai distrutto, non si sarebbe mai tagliato le vene il ragazzo che ho conosciuto." L'impetuosità con cui era entrata aveva tolto a Franz qualsiasi possibilità di reagire. Marlene infuriata che entrava nel suo ufficio lo aveva riportato indietro di qualche anno quando in seguito allo stupro avvenuto ai danni di una sua amica Elisabetta era piombata da lui incavolata come non mai.
"Le devo chiedere di lasciare il mio ufficio prima di essere costretto a chiamare la sicurezza." Laconico nel dire ciò, quasi con fare annoiato.
"Cosa farete ora con lui? Una volta che lo dimetteranno lo farete rinchiudere nella stessa cella così che potrà tentare di nuovo? Mi domando perché non lo avete lasciato morire, tanto vale..." Domandò lei e la voce le si incrinò sul finale.
"Sono cose che verranno stabilite a tempo debito." Cercando di essere il più formale possibile.
"La prego gli dia una possibilità, non importa se non potrà uscire nemmeno da Bonn, ma almeno gli dia la possibilità di vivere. Ha l'età di suo figlio..." Schwartz sospirò, non capiva il motivo di mettere in mezzo suo figlio.
"Le devo chiedere di andare ora o sarò costretto a chiamare la sicurezza." Concluse freddo e questa volta la ragazza non se lo fece ripetere due volte.

Poco dopo che Marlene ebbe lasciato l'ufficio fu il turno di Schreiber di entrare da lui.
"Ho il referto dello psicologo." Annunciò muovendo qualche passo verso la scrivania così da posare la cartelletta nera sulla superficie di mogano di questa.
"Gli hai già dato un'occhiata?" Sospirò Schwartz prendendo l'oggetto in questione e andando a osservare i vari documenti contenuti:
"A detta dello psicologo non è in grado di rimanere ulteriormente in prigione.- Franz annuì serio. Schreiber scrutandone l'espressione fece per aprir bocca. -Senti lo so che ce l'hai con lui e lo capisco, ma le cose non sono quindici anni fa, ora dobbiamo tenere conto di altri mille fattori e quella ragazza che è appena uscita dall'ufficio non è stupida, non le ci vorrà molto per arrivare al fatto che se da la storia ad un qualche giornaletto Brunner non solo esce di prigione ma diventa anche un eroe." Il biondo annuì abbandonando la schiena sulla sedia più che consapevole che quella era la verità pura e cruda.
"Quindi? Che si fa?- L'altro tedesco lo guardò perplesso, evidentemente entrambi erano lontani da trovare una soluzione.- Anche perché ha ammesso di avere un contatto, quindi se noi lo lasciamo andare ora qualcuno crederà che è sceso a patti con noi e in meno di due minuti si ritrova una pallottola in testa." Schreiber sembrò pensarci su qualche istante.
"Brunner muore domani sera nel parcheggio della fidanzata, giusto due ore dopo esser stato rilasciato. I due dopo aver lasciato l'ospedale si sono diretti a casa della ragazza, ma nel parcheggio vengono assaliti da degli spari e accompagnate da due Molotov, la macchina salta in aria e non rimane più nulla." Fu quindi la proposta che arrivò dal secondo in comando. Schwartz ascoltò in silenzio accennando poi un breve sorriso.
"Faccio preparare il rilascio, mi occupo di creare a entrambi una nuova identità e penso al loro ricollocamento, tu invece cerca di far saltare quella macchina senza lasciare traccia di nulla." Schreiber accennò un sorrisetto dopodiché si congedò.

-
Ecco svelato il motivo per cui Schreiber è andato a chiamare Franz, ma questo non è tutto, Thomas viene liberato e ora gli viene dato modo di ricominciare, sempre che tutto vada a buon fine. Cosa ne pensate?

Ma non è tutto, ho intenzione di creare una serie di storie con questa, Weg zur Hoelle e altre due storie, le quattro insieme si chiameranno "Gli Uomini del Reich", l'intenzione è quella di affrontare aspetti che non vengono raccontati nei libri di storia comuni, credo che ne farà una su Schreiber e una su Hermann, come vi sembra come idea?

Weg zum Himmel -  #2 gli Uomini del ReichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora