Thomas fissava apatico la pistola che vedeva sporgere davanti a lui, l'unica cosa visibile visto che la torcia era ancora puntata verso di lui. Era finita: si era fatto scoprire o in qualche maniera erano arrivati a lui. La giovane ragazza si era ora tirata le coperte addosso in modo da coprirsi e lo guardava terrorizzata.
"Stefan cosa sta succedendo?" Chiese a bassa voce ma il ragazzo non era in grado di dare una risposta. Senza che se ne accorgesse uno degli uomini arrivò dietro di lui alzandolo dal letto, le gambe non lo reggevano nemmeno in piedi. Si sentì ammanettare i polsi e qualcuno che gli diceva qualcosa lui non era in grado di reagire.
"Vi state sbagliando, perché lo state arrestando? Stefan diglielo anche te che hanno sbagliato." Thomas apprezzò gli sforzi della giovane ma sapeva che c'era ben poco da fare.
"Marianne vai a casa per favore..." Mormorò mentre stava per essere scortato fuori con ancora indosso solo i pantaloni del pigiama. La ragazza scosse il capo però sembrò fare quanto le era stato detto, fu però interrotta dallo stesso uomo che gli aveva puntato la torcia contro.
"Non così in fretta, lei viene con noi." Thomas provò a liberarsi dalla presa di uno dei soldati.
"Perché dovete prendere anche lei? Lasciatela andare non sa nulla!" Provò, aveva già causato troppi danni e non voleva che la ragazza pagasse per i suoi sbagli. Nonostante il tentativo però uno degli altri soldati si occupò di ammanettare anche lei.
Franz era tornato a casa solo in tarda serata, era strano essere a casa da solo dopo aver passato dieci anni vivendo con due figli e una moglie. Gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo: seduto su una poltrona con un bicchiere di cognac tra le mani. La sua vita sarebbe cambiata ora, lo sapeva bene, prima o poi qualcuno avrebbe chiesto al governo o alla NATO di motivare la scelta di assumere come direttore dei servizi di sicurezza un uomo che si era macchiato le mani col sangue di troppe persone e lui sapeva già come sarebbe andata: avrebbero tutti negato di sapere il suo coinvolgimento con le SS durante la guerra e avrebbero provveduto a licenziarlo. Dopo che il tutto sarebbe emerso dubitava che anche solo qualcuno avrebbe avuto il coraggio di assumerlo per qualcosa e senza un qualche titolo di studio ci sarebbe stato ben poco da fare.
Le sue visioni negative per il futuro vennero però fermate quando il telefono cominciò a squillare. Posò con reticenza il bicchiere sul tavolino del soggiorno e si alzò dalla poltrona.
"Schwartz." Disse atono una volta presa la cornetta e adagiata all'orecchio.
"Franz..." Avrebbe riconosciuto quella voce in qualsiasi situazione.
Era stata una delle giornate più dure di sempre per Elisabetta, con i due ragazzi le cose non sembravano migliorare, soprattutto con Joachim. Con Sofia era stato un po' più facile parlare perché era più piccola e forse non si era del tutto resa conto della portata della cosa, ma con il maggiore dei due Schwartz non c'era praticamente dialogo. Sfinita in serata aveva titubato più e più volte davanti al telefono prima di prenderlo per chiamare il marito.
"Franz..." Aveva mormorato quando aveva riconosciuto la voce del tedesco. "Come stai?" Domandò lei.
"Sono vivo..." Rispose in un sospiro, le era facile riconoscere lo sconforto nella sua voce. "Te come stai?" C'era dell'apprensione nella voce.
"Ho avuto giorni migliori..." Ammise lei, non voleva infierire, ma quella era la semplice e cruda verità. "Franz voglio tornare a casa... Non ce la faccio a gestire tutto con i ragazzi, Joachim...- Scosse il capo trattenendo le lacrime. -Joachim odia anche me." Seguì un lungo silenzio dall'altra parte del telefono.
"Perderò il lavoro Elisabetta e nessuno mi assumerà più, chi mai assumerebbe un ex ufficiale nazista?" Sospirò Franz. "Niente università per Joachim, niente più lezioni di danza per Sofia." A Elisabetta fece male sentire il tono arreso con cui il marito aveva detto quelle parole. "Non tornare, ho sempre saputo che il mio futuro sarebbe sempre stato incerto, è stato un gesto egoista da parte mia decidere di tenervi con me." Elisabetta scuoteva il capo, la stava per caso lasciando?
"Franz cosa stai dicendo?" Mormorò mentre una lacrima scendeva lungo la sua guancia.
"I miei figli mi odiano e ora per colpa mia odiano anche te, e mi odieranno ancora di più quando per colpa mia dovranno rinunciare alle loro passioni e mi odierai anche te perché tutto il peso della famiglia sarà su di te." Continuò l'uomo.
"Franz non potrei mai odiarti..." Sincera in quelle parole la donna, le piangeva il cuore a sentire quanto il marito le stava dicendo.
"Mi spiace Elisabetta... Forse dopotutto non siamo mai stati fatti per stare insieme e io non sono fatto per essere sposato" Disse solamente prima di riagganciare senza nemmeno darle la possibilità di replicare a quello che sembrava un addio in piena regola e lasciandola sola nel bel mezzo di un pianto.
Franz affondò la faccia tra le mani. Aveva appena detto a sua moglie che era meglio lasciarlo e le aveva anche detto che lui non era fatto per essere sposato. Era stato decisamente un coglione e ora si sentiva davvero come se fosse tornato indietro di una decina d'anni quando, visto che non era in grado di gestire una famiglia, aveva preferito ignorare Elisabetta e la loro figlia Sofia. Avrebbe continuato a bere cognac e autocommiserarsi se non fosse stato per il campanello.
Schreiber era entrato nella casa di Schwartz con un sorriso soddisfatto.
"E' stato più facile di quanto credevo." Ammise sereno. "Dovresti controllare la tua camera, nell'alloggio di Mueller abbiamo trovato delle apparecchiature che possono far credere che abbia sistemato delle cimici così da poter ascoltare le conversazioni e visto che la cosa era nota soltanto a tua moglie probabilmente è localizzata nella vostra camera." Franz ascoltava in silenzio e attento. "Il nastro ha iniziato a registrare la sera della tua festa di compleanno, quindi dalle nostre ipotesi potrebbe essere stato direttamente lui a piazzarla, però ciò non toglie che possa avere dei complici. Al momento dell'arresto c'era una donna con lui, è stata arrestata anche lei e ora è in custodia direttamente al quartier generale con Mueller." Il tedesco ascoltò ogni singola parola."Mi occupo io di trovare la cimice, tu invece torna in ufficio e fai direttamente te la guardia a lui, non possiamo rischiare che ci siano altri infiltrati." Schreiber annuì serio e dopodiché lasciò l'abitazione del superiore.
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Weg zum Himmel - #2 gli Uomini del Reich
Narrativa StoricaFranz Schwartz, ex ufficiale delle SS e ora direttore dei servizi segreti della Germania dell'ovest, e Elisabetta Colli, ora Frau Schwartz, sono sopravvissuti alla guerra, a tutte le avversità e ora vivono sposati e con famiglia a Bonn. Tutto sembra...