Vacanze diverse

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Pov's Phoebe
Ed ecco che era arrivata la settimana del Natale. Quella settimana che da piccoli non vediamo l'ora che arrivi solo per vedere cosa Babbo Natale ci ha portato, quel periodo dello shopping sfrenato e della felicità delle persone e dei bambini. Una volta anche io adoravo quel periodo ma ora lo odiavo.
Non c'erano più la neve, le luci, gli alberi, i festoni e tutte le altre chincaglierie intorno a me. Era tutto vuoto.
Io ero vuota.

Dopo che i ragazzi erano partiti e io ero rimasta da sola in casa, non mi era neanche passato per la testa di addobbare anche solo un piccolo albero.
Zero.
Neanche qualche luce. Quella casa rispecchiava il mio stato d'animo in tutti i suoi aspetti.

Il primo giorno decisi di fare un po di pulizie, non tanto nelle camere di Jhonny e Mike, anche perché non avevo voglia di sentirli, poi, urlare.
Andai al supermercato e presi tutti i detersivi e stracci utili per lucidare la casa.
Pulii la cucina da cima a fondo compreso sbrinare il frizer e pulire le piastrelle. Anche la sala sembrava essere stata appena comprata e non parliamo del bagno! Era tutto pulito, mancava solo quella scintilla che i lavandini o l'acciaio emanano come nelle pubblicità e sarebbe stato perfetto.

Il secondo giorno mi dedicai alla mia stanza. Tolsi diversi poster, disegni e foto che avevo fatto tempi prima. Sistemai il mio angolo di pittura mettendolo più vicino alla finestra. Cambiai le lenzuola e il piumone del mio letto che da un blu scuro passarono a un grigio chiaro. Tolsi le tende bianche e ne comprai due una con la scritta "New York" e l'altra con tutte immagini dell'America che naturalmente appesi.

Il terzo giorno, oramai era il 23, non seppi più cosa fare. La casa era pulitissima, la mia camera idem. Così iniziai a dipingere ma appena presi il pennello in mano e lo appoggiai sulla tela...il vuoto. Non mi venne in mente niente, nessuna ispirazione, nessuna idea.
E in quel momento mi resi conto che non potevo andare avanti così altrimenti sarei caduta in depressione per il resto delle vacanze.
Mi alzai piano dallo sgabello perché la schiena stava iniziando a farmi male con tutti gli sforzi che avevo fatto i due giorni precedenti e andai in sala.
Mi guardai intorno e iniziai a pensare  a cosa poter fare:
-Guardare la TV? No...non c'era niente
-Leggere un libro? No non mi andava
Ad un tratto il mio sguardo cadde sul telefono e mi vennero in mente subito loro.
Potevo chiamarli...almeno per sapere come stavano.
Trassi un profondo respiro e presi il cordless in mano, digitai molto lentamente quel numero che anche se non lo facevo da un bel po' era rimasto nella mia mente.
Lo portai all'orecchio e aspettai
Tu....tu....tu
-Pronto?-
Cazzo!
-Ehm..papà ciao! Sono io Ph..Phoebe-dissi torturandomi il labbro con i denti.
Silenzio.
-Ah.. Ciao Phoebe. Come stai?-potevo sentire la sorpresa nella sua voce
-B..bene e voi?-iniziai a fare avanti e indietro per la sala.
-Bene. Come mai ci hai chiamato?-
Eccolo lì lo stronzo.
Calma Phoebe!
Si..calma!
-Beh...
Non riuscii a dire niente perché sentii dall'altra parte del telefono la sua voce
-Chi è Ryan?-
-È Phoebe-rispose con un po di imbarazzo mio padre.
Phoebe riattacca!
-Che cosa vuoi Phoebe?-sentii subito il suo tono infuriato
-Ci..ao mamma. Volevo solo sapere come stavate e farvi gli auguri di Natale- risposi ricacciando le lacrime indietro
Sentii la sua solita amara risata
-Come al solito ci devi rovinare sempre tutto eh?! Stavamo meglio prima che ci chiamassi e gli auguri te li puoi tenere per te-
Tu tu tu tu tu tu tu...
Aveva riattaccato.
Posai il cordless e mi sedetti sul divano. Iniziai a fissare il vuoto fino a quando le lacrime non mi riempirono gli occhi e inizia a piangere come una bambina.
-Mi dispiace-dissi semplicemente anche se loro non potevano sentirmi.

Pov's Mike
Finalmente ero ritornato a casa dei miei. Una volta avrei preferito fare un viaggio da qui al Giappone pur di non vedere la mia famiglia.
Ma ora era tutto cambiato.
Quando entrai in casa sentii subito l'odore di biscotti appena sfornati che mia madre e mia sorella avevano fatto. E dalla taverna potevo sentire mio padre e mio fratello scherzare durante una partita a biliardo.
Non era cambiato niente.
-Sono a casa!-urlai quanto bastava perché mi sentissero.
Vidi subito mia madre e Kathlyn correre verso di me
-Tesoro! Che bello rivederti!-mia madre mi abbracciò tanto che non sentivo più le braccia
-Dai mamma così lo stritoli! Ehi fratellone!-mia sorella mi saltò addosso come una scimmia.
Si. Ero ufficialmente ritornato a casa.
-Ma che è tutto sto casino!-dissi mio fratello venendo verso di noi -Oh ma guarda chi c'è!-
Ci salutammo con un abbraccio da uomini e lo stesso feci con mio padre
-Ciao figliolo! Ben ritornato-disse mio padre
-Grazie papà-

Dopo aver sistemato la mia roba e aver fatto un pranzo che mi fece quasi rotolare giù dalla sedia. Decisi di uscire a prendere una boccata d'aria insieme a mio padre.
-Allora come va? La mamma mi ha detto che sei rientrato nella squadra di basket?-mi chiese mentre camminavamo tra la neve.
Dal mio ritorno dall'Australia non gli avevo sentiti granché eccetto mia madre che ogni volta mi proponeva una sua nuova ricetta e dovevo ritornare a casa per assaggiarla assolutamente.
-Si, il coach mi sta facendo fare gli straordinari ma non mi lamento- spiegai brevemente
-Bene. Sono contento. Il basket è sempre stata la tua passione.-
-Già-
Ci fu un attimo di silenzio e vidi mio padre cercare di chiedermi qualcosa ma sembrava imbarazzato o impaurito
-Papà cosa vuoi chiedermi?-chiesi fermandomi
Lui si girò verso di me e mi fissò negli occhi
-La mamma mi ha detto anche che avete in casa anche una ragazza ora-
-Si e allora?-
Dove voleva arrivare?!
-Beh...dopo Amy tu non hai mai avuto un'altra relazione quindi...-
Mi scappó una piccola risata
-Papà non c'è niente tra me e Stella. Anzi non penso che ci sarà mai qualcosa-dissi pensieroso
-Stella? Si chiama così-
Continuammo a camminare
-No si chiama Phoebe ma lei vuole essere chiamata Stella. Si vede che non le piace il suo nome-presi un po di neve in mano iniziando a giocarci.
-Capisco...e andate d'accordo?-
Quante domande!!!
Trassi un lungo respiro e vidi il fumo uscire dalla mia bocca
-Sinceramente no. Litighiamo spesso. Ad esempio ora non ci parliamo.-
-Come mai? Che le hai detto?-chiese con quello sguardo di rimprovero
-Ma perché devo sempre dire o fare qualcosa di sbagliato io? Abbiamo solo litigato perché non ci capiamo. Tutto qui!-
-Ok ok. Ma ti piace?-
Lo guardai come per dire di lasciar perdere
Lo sentii ridere come non lo sentivo da tanto tempo
-Andiamo figliolo! Guarda che non c'è niente di male se ti piace. Lei ne sarebbe contenta-
Mi fermai di colpo.
Lei non sarebbe contenta.
-Non ci riesco papà. Lei....mi manca troppo. Ho paura e non riesco a pensare di stare con qualcun'altra se non Amy-confessai mettendo le mani in tasca
-Figliolo sei giovane,hai ventidue anni! Non puoi rintanarti nel tuo guscio e non uscire più. Se ti dovessi innamorare di qualcun'altra Amy non scomparirà. Non la dimenticherai, sarà sempre nel tuo cuore e nel tuo ricordo-
Accidenti! Mio padre sapeva bene come usare le parole.
-Non lo so papà. Penso che sia ancora troppo presto-dissi guardandomi le scarpe
-Beh pensaci. Ok? Puoi farlo per il tuo vecchio?-mi chiese mettendomi una mano sulla spalla
-Ok papà-
-Bene...ora andiamo a giocare a biliardo dobbiamo distruggere tuo fratello-disse girandosi per ritornare a casa
-Vince sempre lui?-chiesi ridendo
-Già...e non glielo possiamo permettere ancora-
Ok...mio padre stava partendo.
Ritornammo poi a casa e cercammo di "distruggere" Tom e con la felicità di mio padre ci riuscimmo.

La Mia Stella Perfetta #LoveCoupleSeries#5Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora