Non è colpa tua

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Pov's Mike
Me ne ero andato da quella stanza da più di due ore. Ero andato a fare una piccola corsa per riscaldare i muscoli prima dell'allenamento del giorno dopo e per fare mente locale, ma l'unica cosa a cui pensavo erano le frasi di Stella
-A chi pensi?
-Al mio ragazzo
-È morto ed è colpa mia
In tutto questo tempo avevo pensato a me, a Amy, a quante volte ancora il dolore di averla persa mi teneva sveglio la notte. Mentre nell'altra stanza c'era una ragazza che stava soffrendo forse anche più di me.
Amy era morta per un cazzo di tumore, mentre il suo ragazzo era morto, come dice lei, per colpa sua.
Volevo parlarle, volevo capire ma non ci riuscivo.
Pensavo e ripensavo alla notte prima, alla sua pelle, alla sensazione di stare dentro di lei, alle sue labbra. Però sentivo in me un senso di colpa nei confronti di Amy.
L'amavo ancora ma Stella era qui e io...non sapevo che fare.

Erano ormai le sei del pomeriggio, ero rientrato a casa e dopo essermi fatto una doccia e aver constatato che lei era in camera sua, mi chiusi nella mia e mi sedetti per terra davanti al letto.
Le immagini di quella notte ancora mi apparivano davanti come un film.
Frustrato portai la testa all'indietro appoggiandola sul letto e chiusi gli occhi.
Ad un tratto sentii bussare piano alla porta. Drizzai il capo e vidi la porta aprirsi di poco ma la vidi comunque.
La guardai partendo dai calzini grigi per poi salire su e vedere che portava una tuta nera.
Come poteva essere bella anche solo con una stupida tuta.?! Ma poi mi salii un groppo in gola nel vedere il suo viso. Era pallido, aveva gli occhi gonfi e arrossati e portava i capelli legati in una treccia che partiva da sopra.
Oh Phoebe!
-Posso entrare?-chiese con voce debole
Annuì piano e rimasi dov'ero.
Chiuse la porta dietro di se e rimase lì a fissare il pavimento.
-Mi dispiace per prima. Non volevo comportarmi così-
Non sapevo che dire. In fondo aveva detto solo la verità e quello che pensava.
-Stella..
Mi interruppe con un gesto della mano
-Ti prego fammi parlare, è tutto il giorno che penso a quello che voglio dire e ho bisogno di dirtelo. Lo so che forse non te ne frega niente ma te lo devo dire- parló velocemente e nella sua voce sentivo la paura e il dolore.
-Ok-sussurrai
La vidi prendere un profondo respiro e poi incominció
-Avevo diciannove anni, avevo appena finito il mio primo anno al college. I miei quell'estate sarebbero partiti per la Spagna mentre io, mio fratello Whyatt, la sua ragazza e il mio ragazzo Ryan avevamo deciso di andare in California.-
Mi stava raccontando la sua storia!
La sua voce era solo un piccolo sussurro. Mi alzai e misi le mani in tasca.
-Va avanti-la incoraggiai dolcemente
-Era la prima estate che passavamo insieme. Quando partimmo guidarono a turno Whyatt e Ryan mentre io e Sharon stavamo dietro a cantare e ridere, facevamo quello che facevano tutti insomma. Eravamo elettrizzati quando arrivammo lì. Passammo una vacanza bellissima, ma...- un singhiozzo la interruppe.
-Phoebe-cercai di avvicinarmi per consolarla ma lei indietreggiò fino a sbattere piano alla porta.
-Per favore sto già piangendo Mike.-disse tirando su con il naso
-Ok-
-Quando ritornammo oramai era fine
Agosto e di lì a poco il college sarebbe ricominciato. Whyatt e Ryan dovevano solo fare l'ultimo anno per poi laurearsi e anche Sharon mentre io ero la più piccola. Il giorno del ritorno a guidare ci fu Sharon e poi iniziai io. Eravamo in una strada molto buia, era notte. Iniziammo a scherzare e a parlare di tante cose fino a quando...-un altro singhiozzo la fermò, oramai stava piangendo a dirotto
-...Girai la testa solo per dire una cosa a Sharon quando sentii il suono di un clacson, era un tir che stava arrivando in contromano, non era americano e non conosceva la strada, io frenai di colpo ma il tir era troppo vicino e ci prese in pieno. Il cofano si accartocciò tutto e la macchina inizió a capovolgersi per la strada.-
-Mio dio Stella-riuscii solo a dire.
Si asciugò furiosamente le lacrime
-Quando mi svegliai, mi ritrovai con il busto fuori dal finestrino, mentre Sharon...-chiuse gli occhi.
Cazzo, che situazione orribile..
-Sharon la trovai con il corpo fuori dal parabrezza...non sentivo più le gambe e intorno a me c'era solo sangue e vetri rotti. Non mi preoccupai tanto per me e cercai di trascinarmi fuori dalla macchina. Quando arrivai ai sedili dietro,però, non vidi ne mio fratello ne Ryan e disperata cominciai a chiamarli.
Feci il giro dell'auto e li vidi.-
Stava piangendo forte. Come aveva fatto a non dire niente a nessuno?!
-Whyatt era steso, immobile. Mi avvicinai per controllare il battito ma non c'era. Iniziai a piangere fino a quando non mi sentii chiamare, era Ryan, mi trascinai ancora e lo vidi steso supino con una gamba sotto alla gomma della jeep, tremava e aveva un pezzo di vetro conficcato nello stomaco. Era sveglio..cercai di calmarlo, gli dissi che sarebbe andato tutto bene ma lui....- si interruppe e chiuse un attimo gli occhi.
-Lui...mi disse che l'importante è che stavo bene io. Gli dissi che non mi sentivo le gambe e gli scese una lacrima ... Poi le sue ultime parole furono..che mi amava e che non era stata colpa mia...e poi chiuse gli occhi e non li aprì più. Cominciai a chiamarlo a scuoterlo per svegliarlo ma lui era immobile, freddo... Dio...-si passò le mani fra i capelli.
Questo era peggio di ciò che mi aspettavo. Ma sentivo che non era finita.
-Quando ci portarono in ospedale io venni subito portata in sala operatoria. Feci un intervento che durò dodici ore. Poi quando mi svegliai, ero intontita, e vidi i miei vicino a me. Erano a pezzi e la prima cosa che chiesi era come stavano loro. Mio padre mi guardò e scosse la testa mentre mia madre...-fece una risata amara -...disse "li hai uccisi tu, è colpa tua!". Fu l'ultima cosa che mi disse e poi se ne andò lasciandomi lì da sola.-
Oh cristo!
-Che persona di merda. Scusa ma dovevo dirlo-dissi avvicinandomi a lei
Annuì debolmente e si asciugò le lacrime
-Dopo non camminai per quasi un anno. E dovetti cercare anche di trovare un appartamento per continuare il college.Facevo fisioterapia ma non avevo forze. Io...io li avevo uccisi e..e-
Detto questo scoppió a piangere come non l'avevo mai sentita fare.
Corsi verso di lei e l'abbracciai stretta
-Stella non è stata colpa tua ma di quel tir!-dissi.
-Però se avesse guidato qualcun'altro al posto mio magari loro si sarebbero salvati. Mio fratello era morto sul colpo e il mio ragazzo è morto fra le mie braccia-disse tutto questo piangendo.
La scostai dal mio petto e le posai le mani sulle spalle. La guardai negli occhi
-Stella non è colpa tua! Anche se non ci fossi stata tu alla guida sarebbero comunque morti. Era il loro destino tu non centri. E se i tuoi genitori ti odiano allora non capiscono niente. Hai fatto tutto il possibile, hai compromesso la tua vita cercando di salvare loro!-
La sentii tremare sotto le mie mani.
-Però le loro facce..mi perseguitano sempre. Non dormo la notte e io non...-
Basta non volevo più vederla così. La strinsi a me e lasciai che si sfogasse.
Ringraziai il cielo che si fosse sfogata con me.
E intanto la strinsi finché non ci furono più lacrime da versare.

La Mia Stella Perfetta #LoveCoupleSeries#5Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora