- First Public Appearance -

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Non trovavo più il portafogli, e di lì a poco sarei dovuta andare al lavoro. C'erano tre cose che dovevo avere per forza per uscire: telefono, chiavi di casa e portafogli. Non mi sarei mossa se non l'avessi trovato.

Sbuffai esasperata appena qualcuno suonò il citofono. Tenendo la borsa con una mano andai a chiedere chi era.

«Sono io» rispose.

«Ti odio» dissi io, poi aprii il cancellino e tornai alla mia ricerca. Alzai tutti i cuscini del divano, passai sul tavolino davanti alla TV e successivamente corsi in cucina. Camera mia era già stata attaccata dal mio ciclone, avevo alzato pure le coperte nella speranza di trovarlo.

«Ehi Angie» urlò Calum entrando in casa «Grazie per il gratuito dispendio di rancore nei miei confronti ancora prima di esserci visti. Sei pronta?»

«Sta zitto Calum, sono in crisi in questo momento» aprii vari cassetti della cucina «E poi come diavolo parli? "Gratuito dispendio di rancore"?»

«Importano tanto i termini che uso? Nelle notte insonni cerco di farmi una cultura» avrei voluto sbattermi una mano sulla fronte. Appoggiai la borsa sul tavolo e mi alzai in punta di piedi per controllare le ante più alte, nelle quali il mio portafogli non ci sarebbe mai stato, ma cosa avevo da perdere? Avevo controllato in tutta casa e di lui nemmeno una traccia.

«Ehi Angie» mi chiamò ancora Calum «Perché hai lasciato il tuo portafoglio nel cestino delle chiavi?» e mi bloccai.

Rammentai quando la sera prima ero arrivata a casa e avevo buttato chiavi e portafoglio nel cestino accanto alla porta. Mentre afferravo nuovamente la borsa e tornavo all'ingresso mi diedi della stupida.

«Ti odio di più» borbottai mentre glielo prendevo dalle mani. Sistemai il portafogli nella borsa e presi le chiavi.

«Non dovresti. Oggi è il nostro debutto al bar, ricordi?» mi fissò per un attimo «Sei nel tuo periodo?»

Assottigliai gli occhi, lo fissai truce per poi ribattere «Calum, non dovresti giocare col fuoco» camminai per arrivare al pianerottolo del mio piano.

«Ok, oggi dovrò stare attento» borbottò ridacchiando «Cavolo, è dura essere il tuo ragazzo»

Sbattei forte la porta dietro di lui, chiudendo a chiave «Vuoi bruciarti» dissi. Dovevo ammettere che non era per nulla una buona giornata.

«Angie, dai» allungò una mano e mi toccò il braccio, sfiorandomi con la punta delle dita «Cosa c'è che non va? Perché non trovavi il portafoglio? È troppo poco» fece un passo verso di me.

Iniziai ad ammorbidirmi, così abbassai stanca lo sguardo «Scusami Cal, ho solo paura di quello che potrebbe succedere. Sono agitata, ed essere agitata mi rende di malumore»

«Oh» replicò intenerito. Passò il braccio intorno alla mia vita e mi tirò a lui, abbracciandomi «Non devi preoccuparti piccolina»

Feci un piccolo broncio stringendomi a lui «Niente soprannomi» mormorai contro la sua maglietta morbida. Mi baciò la fronte.


Arrivammo al locale con la sua auto e Calum cercò di farmi ripetere a forza le regole che avevamo scritto il giorno precedente: risi molto durante il tragitto. Frank era già arrivato, evidentemente, perché il bar era già aperto e solo poche persone erano fuori dalla porta. Entrammo.

Appena varcai la soglia della porta Calum mi raggiunse, afferrò la mia mano e incrociò le dita con le mie. Lo guardai per un attimo e lui mi fece l'occhiolino, tirandomi verso i ragazzi che stavano già sistemando gli strumenti sul piccolo palco.

«Sera gente!» esordì Cal, attirando l'attenzione dei tre. Rimasero un attimo a fissarci, a fissare le nostre mani, e in quel momento mi sentii stranamente divertita. Cosa guardavano? Era veramente così bizzarro che ci tenessimo per mano?

«Ciao» il primo a rispondere fu Luke, sorridendo subito sia a me che al moro. Michael fece un cenno del capo, chinando poi la testa e fingendo di fare qualcosa mentre nascondeva un sorrisetto.

«Siete dannatamente carini!» esclamò Ashton, spalancando gli occhi come se avesse visto un negozio rifornito di infinite bandane. Ne indossava una rossa quella sera.

«Beh, ti ringrazio» risposi io con il sorriso. Alla fine dovevamo fingere di essere carini insieme, quindi l'obbiettivo era stato raggiunto «Vado al lavoro, che sono arrivata anche tardi»

Feci per allontanarmi ma Cal non mi lasciò la mano, mi ritirò verso di lui e mi baciò la guancia. Sorrisi prima di incamminarmi nuovamente verso il bancone.

Subito notai l'assenza di Dominic e ne fui assolutamente sollevata, anche se in effetti mi aspettavo di rivederlo quella sera. Inizia a chiacchierare con i clienti, servendoli e destreggiandomi tra gli alcolici che il bar offriva.

«State bene insieme» mi disse una ragazza dopo aver preso un sorso di Long Island Iced Tea. Mi voltai verso di lei, sorrisi e passai una birra ad un cliente prima di avvicinarmi.

«Non pensavo ci avessi notato» risposi «Comunque grazie»

«Tu e il ragazzo siete entrati mano nella mano, eravate dolci» giocò per un momento con il bicchiere «Volevo solo farvi un complimento»

«Sei molto gentile, grazie. In effetti non stiamo insieme da molto» trovai curioso tutti i riscontri positivi che arrivarono fin da subito, ma da parte della bruna era solo un comportamento gentile. E poi io ero lì per far stare bene i clienti, se loro avevano voglia di parlare io ero a disposizione.

«Da quanto?» chiese.

Entrai in panico, e sbattei gli occhi un paio di volte. Potevo aspettarmi una domanda del genere dopo la mia frase «Tre settimane l'altro ieri» risposi dopo qualche secondo, che sperai lei avesse interpretato come un veloce calcolo a mente.

Lei sorrise lievemente poi bevve dal suo bicchiere «Il primo mese è sempre come una luna di miele, è dopo quello che iniziano i problemi»

«Lo scoprirò anch'io tra poco allora» mi appoggiai al bancone «Ho la sensazione che tu abbia voglia di parlarne»

Sospirò e io capii di aver azzeccato «Non facciamo altro che litigare, ma non riesco a rompere con lui anche se sono più che consapevole che il nostro non è un rapporto sano»

«Se ami una persona è difficile chiudere un rapporto» constatai io per provare a risollevarle il morale.

«A questo punto non so nemmeno più se lo amo» ribatté «In effetti spero che mi lasci lui, sarebbe indubbiamente più semplice»

«Ti auguro che succeda allora, se è quello che desideri» le sorrisi e lei ricambiò, sembrando seriamente grata per le mie parole.

«Sono Ella» allungò la mano sopra il bancone.

La strinsi «Angeleya, ma puoi chiamarmi Angie» dissi. Notai arrivare un uomo al bancone.

«Grazie per aver parlato con me» disse lei. Le risposi che era stato un piacere e mi scusai andando a servire il nuovo cliente. Dopo poco Ella se ne andò.

Quella sera andai spesso dai ragazzi, portando loro da bere e scherzando un po' nei momenti di vuoto in cui il locale era tranquillo. Fortunatamente Dominic non si vide e passai tranquillamente il mio turno di lavoro fino alle tre, quando Calum mi riaccompagnò a casa.


Ehi bellissime, vi sono mancata almeno un pochino? Spero almeno che vi siano mancati i nostri protagonisti, che oggi hanno avuto la loro prima uscita pubblica. Che ne pensate? Avrete qualche opinione, le vorrei tanto sapere. Arriviamo ad almeno 5 stelline per il prossimo capitolo, e se vi va lasciate anche un commento. Ci rivederemo nel prossimo capitolo? Bye <3

My (Fake) Boyfriend || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora