- I'm In Love -

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Ero così agitata che le mie dita non smettevano un minuto di picchiettare contro il bancone della cucina. Perché non rispondeva? Perché non voleva parlare?

L'ennesimo bip mi avvertì che potevo lasciare un messaggio in segreteria, così mi presi il cuore in mano e parlai «Cal, ciao, sono io. Perché non rispondi? Sono quasi sicura che tu sia a casa, quindi...» pausa, lunga pausa.

Sospirai prima di riprendere «Ok, voglio parlare, quindi se non ti degni di rispondere alle mie chiamate vorrà dire che mi troverai alla tua porta. Sto uscendo ora»

«Angie, aspetta» sentii la sua voce quando stavo quasi per attaccare «Non puoi uscire a quest'ora di notte, non venire»

«Sei un bastardo» dissi «Perché non rispondevi?»

Un forte sospiro «Mi dispiace, non volevo scappare in quel modo da casa tua. Non so che mi è preso»

«Cal, ti prego, se vuoi discuterne possiamo farlo anche adesso» esitai prima di aggiungere «Se non vuoi più fingere questa storia...»

«No! Santo cielo, questo no. È solo che per me è più complicato, Angie...»

«Perché?»

Sbuffò «Solo... è complicato»

Annuii, prima di affermare «Sto arrivando Calum, esco adesso»

«Angie, non farlo, non venire. È pericoloso uscire a quest'ora, ci vediamo domani»

«Pensi di riuscire a fermarmi?» risposi beffarda prima di chiudere la chiamata.

Erano le due del mattino, ma nemmeno quello mi avrebbe fermato, così mi vestii e scesi le scale del mio palazzo. Calum mi chiamò ancora un paio di volte, ma non gli risposi, ci saremmo parlati faccia a faccia. Era una faccenda importante.

Le strade erano per lo più vuote quindi non ci impiegai tanto ad arrivare nel parcheggio appena sotto casa di Cal. Lo trovai ad aspettarmi, fuori, con solo il pigiama addosso.

«Cosa stai facendo?» gli chiesi appena scesa. In un lampo mi ritrovai le sue braccia stringermi.

«Non farlo più»

«Cal, mi pare che tu stia esagerando un po'» ribattei appoggiando il capo alla sua spalla e cingendo il suo torace. Era una cosa stupenda abbracciarlo.

«Non voglio che ti succeda qualcosa, e non voglio che tu vada in giro da sola. Se lui fosse da qualche parte...» sembrò rabbrividire. Mi allontanò da lui e mi prese il viso tra le mani «Ti prego, se non ci sono io non andare in giro»

«Calum...» mi lamentai leggermente. Ma lui scosse la testa e mi baciò.

E io mi persi in quel bacio, persi me stessa e persi lui, confusi entrambi in quelle labbra dolcemente premute tra di loro. Fu come immergersi nel cielo stellato, addobbato di stelle fino a riempire ogni sua parte. Come ritrovarsi ubriachi a fare di notte il bagno nel mare. Come correre a perdifiato sapendo che vincerai. Ed era fantastico.

«Resti da me a dormire questa notte»

Mi prese la mano e mi trascinò verso il suo appartamento. In quel momento non riuscii più a vederlo come Calum Hood, il mio amico fidato che negli ultimi anni era sempre stato al mio fianco. Non era più il semplice bassista conosciuto al locale. Smise di esserlo quando la presa della sua mano divenne troppo confortante per essere quella di un amico, smise quando il suo guardarsi intorno preoccupato mi fece sentire al sicuro, smise quando percepii fin troppo bene la sua mano scivolare sulla mia schiena nell'atto di spingermi dentro casa.

«Cal, non ti stai preoccupando troppo?» gli chiesi quando fece girare più volte la chiave nella toppa della porta.

«No, mi sto preoccupando il giusto» restò fermo un secondo davanti alla porta, passandosi agitatamente le mani sui pantaloni. Intanto io mi appoggiai al muro più vicino, continuando a guardarlo.

«Cal...?»

«Tu dormi nel mio letto, prendo le coperte per me che resto sul divano» alzò finalmente gli occhi nei miei «Ti dispiace dormire con i tuoi vestiti? No, figurati, ti darò una mia maglietta, se ti sta bene»

Parlò in modo talmente frenetico che rimasi confusa per qualche secondo «Cosa stai dicendo? Perché dovresti dormire sul divano?»

«Perché tu dormi nel mio letto» si morse il labbro, continuando a spostare il peso del corpo da un piede all'altro. Sembrava decisamente in ansia.

Mossi qualche passo verso di lui, fino ad arrivare a poggiargli le mani sulle spalle «Calum, calmati. Non capisco per quale motivo tu sia agitato»

«Perché tu...» iniziò, ma poi si interruppe.

«Sono qui perché dobbiamo parlare Cal. È importante e lo sai»

«Certo...» inclinò la testa fino a distogliere lo sguardo dal mio.

«Perché sei scappato in quel modo? Ti ho lasciato qualche ora, ma ora voglio saperlo» passai le dita lungo le sue spalle, lasciandogli qualche carezza per rassicurarlo. Ci riuscii, perché si calmò.

«Tutta questa situazione del finto ragazzo... non so, inizio a trovarla pesante»

Mi si attorcigliò lo stomaco su sé stesso «Oh» dissi soltanto, poi cercai di riprendermi «Okay. Quindi... vuoi smettere? Perché se non vuoi più continuare, io non posso e non voglio costringerti»

«No, non voglio smettere. È importante questa cosa per te, so quanto lo è e lo capisco ma... c'è qualcosa che non ti ho detto» gli occhi scuri tornarono a fissarmi.

«Dimmela» mormorai.

«Io...» tentennò «Prima sono scappato perché...» e un sospiro interruppe la frase.

«Puoi dirmelo Calum, lo sai» lo invogliai. Sorrisi ai suoi occhi, a lui, lasciandomi andare al buco nello stomaco.

«Vedi, io... io sono innamorato, Angie» e lo disse talmente piano che a sentirlo fu solo il mio cuore. Calum era innamorato, e non avrebbe potuto dirmelo in un momento peggiore, nel momento in cui iniziavo a provare qualcos'altro per lui.

«Oh» lasciai andare un sospiro, accennando al sorrisetto più finto che avessi mai fatto «E da quanto?»

«Da un po' di tempo» rispose lui. Deglutii e mi allontanai da lui, togliendogli le mani di dosso. D'altronde, le mani che avrebbe voluto addosso erano altre.

«E perché non me l'hai detto prima? Perché hai accettato questa cosa del finto ragazzo se sei innamorato?»

«Per me è una cosa complicata» ribatté «Lei non mi vede come la vedo io»

Annuii, non trovando più parole da dire «La conosco?»

«Come?» disse lui, senza fiato.

«Non è una domanda difficile, voglio solo sapere se la conosco»

Scosse la testa. Per qualche attimo restammo in silenzio, io che lo guardavo e lui che evitava accuratamente di incrociare il mio sguardo.

«Vado a prendere le coperte» mormorò prima di scappare in camera da letto.

Quando tornò gli presi le coperte dalle mani e gli sorrisi «Dormi tu in camera. Preferisco il divano»

«No, Angie, è più comodo il letto»

«Non importa» e forse era riferito più al mio cuore ferito «Buonanotte Calum» poi mi alzai in punta di piedi per baciargli la guancia.

Per un attimo stette in silenzio, guardandomi, poi mi accarezzò la guancia «Notte Angie»

Cedetti quando se ne andò in camera, e lasciai andare un sospiro carico di angoscia.


Sentitevi liberi di commentare (un modo carino per dire che vorrei MOLTISSIMO leggere i vostri commenti) e magari lasciate anche una stellina. Le cose stanno andando come avevo programmato fin dall'inizio, mi sento veramente fiera di questa storia e mi piacerebbe tanto che piaccia anche a voi :-) Ci rivedremo nel prossimo capitolo? Bye <3

My (Fake) Boyfriend || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora