- "Anyway, You're Really Beautiful" -

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Un'altra serata al bar. Un'altra serata in cui il sorriso non si staccò mai dal mio volto, anche se ero ancora piuttosto turbata dal giorno prima. Sentirmi così indifesa davanti a quell'uomo ha avuto una ripercussione tardiva su di me, infatti mi sono sentita stanca e desolata solo il giorno dopo.

Puntai lo sguardo su Calum e gli altri, che suonavano i loro strumenti con sicurezza. Un'aura di bellezza li circondava, perché erano seriamente troppo belli in quei momenti, tutti quanti. Mi appoggiai al bancone sospirando.

Era mezzanotte e il mio turno sarebbe finito di lì a tre ore, troppe per il mio umore acerbo. Dovevo fare qualcosa per migliorare, così, senza farmi vedere, mi bevvi uno shot di vodka.

«Ciao» sobbalzai, nascondendo il bicchiere dietro la schiena e pulendomi velocemente le labbra come se si fossero sporcate di peccato.

«Arrivo subito» tossicchiai. Misi velocemente il bicchierino nel lavabo e mi stampai un sorriso sulla bocca, voltandomi.

Lo guardai un secondo, serrando le labbra «Cosa posso fare per te?» chiesi, la voce decisamente più dura rispetto alla prima frase.

Abbassò lo sguardo, poggiando le mani sul bancone e sedendosi su uno degli sgabelli «Magari un bicchiere di whiskey e delle scuse accettate» rispose, tornando a guardarmi.

«Il whiskey arriva subito, ma non posso garantire per le scuse» borbottai. Presi un bicchiere freddo e ci versai dentro l'alcolico prima di porgerglielo.

«Ho bevuto troppo ieri sera, ne sono consapevole, e sono qui per dirti che mi dispiace» feci una smorfia e puntai lo sguardo altrove. Tutti i clienti erano tranquilli e seduti ai tavolini, riforniti dei loro drink preferiti, e chiacchieravano serenamente con in sottofondo i ragazzi che suonavano.

«Per questa sera il whiskey sarà l'unica cosa che berrai, e starò ben attenta a non dartene tanto» sospirai, accennando al bicchiere con la testa «Ma per ieri è tutto ok, non sei stato troppo invadente. Sei rimasto nei limiti massimi» mi voltai per dare ad un ragazzo appena arrivato due bottiglie di birra. Pensai che la conversazione fosse finita.

«Sono seriamente pentito, solo che ho bevuto un po' troppo, tantissimo in effetti, e rivederti mi ha fatto uno strano effetto...» appoggiò la testa alla mano, giocando con il bicchiere prima di prendere un breve sorso.

Mi girai verso di lui, la fronte corrugata dalla perplessità «Rivederti?» domandai, attirando il suo sguardo.

«Angie» Calum arriva al banco, un sorriso grande come una casa «Devi assolutamente ascoltare la prossima canzone, l'abbiamo provata per un mese e Luke è eccitatissimo» spostò brevemente lo sguardo sull'uomo che mi fissava insistentemente «Posso avere quattro bottigliette d'acqua?» chiese poi.

Annuii, tamburellando con le dita sul legno «Vai intanto, ve le porto io» sulle prime sembrò confuso, ma poi rispose che andava bene e tornò dai suoi compagni per riguardare meglio gli strumenti. Afferrai velocemente quattro bottiglie per i musicisti e dissi al ragazzo oltre il bancone «Aspetta un attimo»

Quando arrivai dai ragazzi Ashton e Michael mi rubarono letteralmente l'acqua mentre Luke iniziò a parlare animatamente della canzone, evitando assolutamente di dirmi qual era.

«Va tutto bene? Sembri turbata» mi disse Calum, strimpellando qualche nota al basso.

«Sì certo» risposi veloce, facendogli alzare lo sguardo «Ora vado. Sarete fantastici»

«Ehi» mi richiamò, allungando la mano per fermarmi «Chi è il tizio?» accartocciò le labbra in una smorfia, fissandolo per un secondo.

«Non lo so» scossi la testa «Ma è quello di ieri sera» poi mi allontanai, lasciandolo interdetto con lo strumento tra le mani. Penso continuò a fissarmi anche quando arrivai al bancone di fronte all'uomo, che nel mentre aveva bevuto il suo whiskey.

«Ma tu chi sei?» domandai. Le dita del tizio presero a giocare con il bordo del bicchiere e il suo sguardo si abbassò.

Aspettai qualche secondo, senza avere risposta, e appena i ragazzi ripresero a suonare mi voltai velocemente per guardarli. Stavano incominciando ad intonare "Teenage Dream" di Katy Perry. Calum sapeva che mi piaceva molto quella canzone e quando alzò nuovamente lo sguardo mi fece l'occhiolino, un sorrisetto gli imperlava le labbra.

«Non ti ricordi nemmeno un po'?» mi chiese il ragazzo. Tornai a rivolgergli la mia attenzione, osservando gli zigomi alti, gli occhi nocciola, i capelli neri, il naso sottile... Avevo un qualcosa di familiare, non potevo escluderlo, ma non avevo idea di chi fosse.

«No, in effetti no» risposi. Mi morsi il labbro mentre lui mi riallungava il bicchiere vuoto.

«Sono Dominic» mi guardò, aspettando una mia reazione, e io mi immobilizzai, guardandolo fisso e sentendo il battito accelerare. Era cambiato un sacco: non aveva più quell'espressione permanente irritata sul viso, i capelli gli arrivavano alle orecchie mentre l'ultima volta che l'avevo visto li aveva del tipo dei militari. Sul collo portava un tatuaggio mai visto prima: una spirale azzurra e gialla che spariva sotto la maglietta grigia e gli arrivava dietro all'orecchio. Non sembrava quasi più lui, ma osservando meglio i suoi occhi dovevo dargli ragione.

«Oh» riuscì a dire, sbattendo le palpebre qualche volta di più e puntando lo sguardo su qualsiasi cosa che non fosse lui «E... Che ci fai da queste parti?» gli chiesi voltandomi per ritirare il bicchiere. La voce mi uscì più tremante e roca di quanto avessi voluto.

«Non è finita per me» rispose «Avevo l'opportunità di venire in questa città per lavoro, e quando ho saputo che lavori e vivi qui non ho resistito. Dovevo vederti Leya»

«Smettila» in un secondo tutto quanto mi tornò in mente, ogni singolo dettaglio di quel periodo «Lo sai che odio quel soprannome. Non dovevi venire qui, non è posto per te»

«Se ci sei tu lo è per forza» disse senza battere ciglio «Sono qui anche perché non voglio lasciarti andare, non ancora almeno»

«Sono passati anni, ma metterei la mano sul fuoco scommettendo che non sei cambiato affatto» ribattei, sospirando pesantemente e appoggiandomi al bancone «Non capisco nemmeno il vero motivo perché sei qui. E poi, cavolo, hai un aspetto totalmente diverso»

«Sono cambiato» mi disse lui con decisione «Voglio rimettere le cose a posto, sono finite troppo male tra noi»

«Se le cose sono finite vuol dire che c'era un motivo» non avevo più voglia di parlare con lui «Vattene via. Paga il conto e sparisci»

«È un bar, posso starci quanto tempo mi pare» rispose lui, mettendosi sulla difensiva.

«Non ti darò da bere, Dominic, ti conosco e non sarebbe la mossa giusta. È meglio se te ne vai» camminai dietro il bancone, l'intento di andarmene nel magazzino per... Insomma, qualsiasi cosa per allontanarmi un po'.

«Angeleya, ti prego, stammi ad ascoltare» si sporse sul bancone e mi prese per il braccio, fermandomi.

Mi strattonai via dalla sua presa, facendo un passo indietro e guardandolo intensamente «No! Smettila di fare così. Te l'ho già detto: è meglio se te ne vai»

Rimase per una attimo a guardarmi, interdetto, poi strinse le labbra, lasciò una banconota sul bancone e se ne andò.

Prima che sparisse definitivamente dalla mia vista mi disse «Comunque, sei veramente bellissima»

Trattenni il respiro finché la porta non sbatté dietro di lui, poi mi passai una mano tra i capelli e tornai stancamente al mio lavoro.


Che ne pensate? Le cose iniziano a cambiare, e spero che la storia vi piaccia almeno un po'. Potete dirmelo con un commento o lasciando una stellina, ma sono felice anche per le visualizzazioni che nello scorso capitolo hanno quasi toccato le 20 views mentre nei precedenti hanno superato le 30. Per favore, non abbandonate questa storia, ho parecchie idea da mettere su carta. Ci rivedremo nel prossimo capitolo? Bye <3

My (Fake) Boyfriend || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora