- Thanks, Michael -

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Mi ritrovavo persa, in dubbio su come comportarmi. I sentimenti che stavo iniziando a provare per Calum erano chiaramente fuori luogo, non opportuni per quell'occasione. Non era giusto, era tutto iniziato nel modo sbagliato, per una stupida finzione che serviva soltanto a rassicurarmi. La verità era che ci eravamo spinti troppo in là, ormai, con la storia del baciarsi non avevamo fatto altro che rovinare le cose. Avevo distrutto l'amicizia con quello che consideravo essere il mio migliore amico.

Non avevo molta voglia di parlare quella sera, avevo anche chiesto una piccola pausa dal lavoro ed ero rimasta a casa. Una scatola di gelato alla vaniglia mi faceva compagnia mentre mi deprimevo davanti ad un film.

«No Tyler» dissi tristemente «Non entrare lì» e guardai il ragazzo entrare in una delle torri gemelle, sperando che il film non finisse davvero in quel modo. La scena cambiò e vidi poi il crollo delle torri, con Tyler all'interno. Oh, santo cielo, adoravo Remember Me, era decisamente il film che più preferivo al mondo.

Qualcuno bussò alla porta e io subito mi voltai, guardandola terrorizzata. Quella mattina avevo trovato una rosa secca nella buca delle lettere, un bigliettino firmato Dominic, e adesso qualcuno bussava alla porta senza aver citofonato.

Misi il muto alla televisione e, il più silenziosamente possibile, mi alzai per andare a vedere dallo spioncino chi fosse. Appena vidi dei capelli neri mi saltò il cuore in gola, ma poi gli occhi verdi di Michael si avvicinarono allo spioncino con la speranza di poter sbirciare dentro. Bussò di nuovo.

«Michael» gli aprii «Cosa ci fai qui?»

Lui corrucciò la fronte, poi entrò passandomi affianco. Chiusi subito la porta a chiave «Accomodati pure» dissi con un pizzico di ironia.

«Volevo vedere se stavi bene» rispose lui. Si lasciò cadere sul divano, sul posto che un attimo prima era il mio.

«Perché non dovrei stare bene?» cercai di fare l'innocente, accennando anche ad un sorriso.

Lo sguardo che mi lanciò lui, però, mi sembrava come un "mi prendi in giro?". Scrollai le spalle allontanando gli occhi dai suoi «Come sei entrato?»

«Come nei film» e finalmente mi sorrise «Ho incontrato una signora che mi ha tenuto aperto. Non ho dovuto suonare»

«Mi hai quasi spaventato» confessai sedendomi a gambe incrociate.

«Per Dominic?» fece lui. Mi limitai ad annuire e lui non aggiunse nulla. Sospirò, però, e con le braccia appoggiate alle ginocchia si sporse in avanti «Non sono qui per farti la ramanzina, è l'ultima cosa che intendo fare, ma voglio che tu sappia che Calum è il mio migliore amico, e che so quello che sta succedendo tra di voi»

Abbassai lo sguardo, colpevole. Avevo complicato io le cose con Cal, e sinceramente era l'ultima cosa che volessi. Alla fine non risposi.

«Vorrei farvi ragionare, nessuno dei due sta bene. Potete trovare una strada alternativa per migliorare la situazione»

Scossi piano la testa «Non c'è nessuna strada alternativa. Appena le cose con Dominic si saranno sistemate, noi torneremo come prima»

«Sinceramente, Angie, pensi davvero che le cose potrebbero tornare come prima? Se una ragazza perde la verginità non potrà mai riaverla indietro» strabuzzò gli occhi per la sua stessa frase «Scusa, io ci sto provando a fare il serio» e ridacchiò, tirando dietro anche me.

«Le faremo tornare come prima, per lui non ci sarà alcun problema» storsi le labbra in una smorfia «Probabilmente lo sai, ma a lui piace una ragazza. Me l'ha detto qualche giorno fa, quella sera che abbiamo litigato. Per lui sarà una cosa positiva tornare "libero"»

Michael prolungò il silenzio per qualche altro secondo, poi parlò di nuovo «E per te sarà positivo?»

Silenzio. In un attimo sentii gli occhi pungere, mentre la vista si sfocava per le lacrime. No, per me non sarebbe stato per nulla positivo. A quel punto avevo ben poche alternative da considerare: o mi ero terribilmente innamorata di Calum, con le sue maniere dolci e amorevoli di starmi accanto, oppure ero così tanto spaventata che non potevo non vedere Calum come il mio salvatore. In tutti e due i casi, però, Cal aveva occupato una parte del mio cuore che non avrebbe mai più abbandonato, e lasciandolo mi sarei fatta decisamente del male.

«Angie» mormorò Michael spostandosi al mio fianco «Ci stai pensando molto in questi ultimi giorni, vero? A cosa succederà dopo»

Presi un respiro profondo, ricacciai indietro le lacrime mi sforzai di guardarlo. Trovai degli occhi verdi comprensivi, pronti ad ascoltarmi e pronti a confortarmi «È la cosa che più mi spaventa, Michael, quello che succederà. Abbiamo finto di stare insieme per un bel po' di tempo, e non saprei più come comportarmi se dovessimo ritornare alla normalità. Probabilmente passerei il tempo ad immaginare come sarebbe stare ancora abbracciata a lui, oppure ad immaginare i nostri... baci» mi portai le mani sul viso, coprendomi gli occhi ancora lucidi «Sarebbe un caos provare a mantenere i rapporti, almeno per me»

E, detto onestamente, la parte che mi avrebbe provocato più dolore sarebbe stata la consapevolezza che per Calum, alla fine, tutta questa nostra storia non avrebbe significato nulla.

Michael non disse nulla, rimase semplicemente accanto a me e, dopo qualche attimo, mi circondò le spalle e mi strinse in un morbido abbraccio. Tuffai il viso nell'incavo del suo collo, cercando ancora di reprimere le lacrime e di stare tranquilla, ma più mi rendevo conto che non volevo finisse tutto, più l'angoscia montava nel petto, ricordandomi che sarebbe finito comunque.

«Senti Angie» mormorò Mike dopo aver fatto passare qualche minuto di silenzio «Hai voglia di venire a fare una cosa con me?»

Mi voltai per guardarlo, stranita da quella domanda e mi ritrovai a fissarlo con gli occhi aggrottati. Lui mi sorrise, dolcemente «Mi dispiace molto vederti in questo stato. In effetti, mi dispiace vedere entrambi in questo stato, e se tu volessi passare una bella serata tranquilla con me per dimenticarti un po' di tutto, o solo per stare un po' serena... a me non dispiacerebbe» mi fece un occhiolino «E poi è da un pezzo che non esco con una bella ragazza»

Ridacchiai, staccandomi da lui e dandogli una leggera pacca sulla spalla «Sei un idiota, Michael Clifford»

«Dai, muoviti. Ti porto a mangiare fuori e offro io» mi spinse fino a farmi alzare in piedi, poi guardò l'ora sul telefono «Non è tardi per andare a cena. Sono solo le nove e mezza»

Annuii, mordendomi il labbro e prendendomi un secondo per guardarlo «Grazie, Michael» gli dissi.

I suoi occhi luccicarono, poi sorrise «Non c'è nemmeno bisogno di dirlo» si spettinò i capelli neri «Ora muovi quel culetto e vai a vestirti, andiamo tra dieci minuti»

Alzai gli occhi al cielo, ridacchiando e andando a vestirmi.


Ehi, ma questa storia vi piace? Volevo anche ringraziarvi, perché abbiamo raggiunto 1K di visualizzazioni e questa cosa non mi era mai successa mentre la storia era ancora in corso, quindi, di cuore, vi dico grazie :-) (Ero in dubbio se mettere o no una gif di Michael a questo capitolo, dato che la storia è su Calum mi sembrava strano, ma poi mi sono mandata al diavolo dicendo che la storia è mia e che ci faccio quello che mi pare) Ci rivedremo nel prossimo capitolo? Bye <3

My (Fake) Boyfriend || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora