- "You Only Have This Night" -

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CALUM'S POV

Restai per un po' immobile, fermo seduto sul letto. Anche stando tranquillo nella mia stanza, se mi concentravo potevo sentirla muoversi sul divano. Perché l'avevo lasciata là?

Allungai il braccio per raggiungere il mio telefono, lo rigirai un po' tra le mani, mi alzai e lo rimisi giù.

«Non posso chiamare adesso» dissi a bassa voce, iniziando a gironzolare per la camera «Sarà notte fonda»

Mi appoggiai alla porta, sentii lo stomaco contorcersi mentre il chiaro sospiro di Angie superò le pareti. Nemmeno lei riusciva a dormire? Era per quello che le avevo detto? E poi, come mi era saltato in mente di dire una cosa del genere? Cosa diavolo pensavo di fare dicendole che sono innamorato? Probabilmente, se anche avessi avuto un briciolo di possibilità con lei, con quella mia confessione era decisamente sfumata.

Mandai al diavolo tutti e presi il telefono, cercai il numero e chiamai, prima che potessi ripensarci troppo. Avevo bisogno di una voce amica, in quel momento più che mai.

«Chi cazzo chiama alle tre del mattino?» rispose finemente la voce rauca di Michael. Non avevo tempo di ridacchiare, anche se in circostanze normali sarei scoppiato.

«Sono Cal» mormorai «Ho bisogno urgente di parlare»

Un sospiro, poi sentii in sottofondo lo sfrusciare delle coperte «Sei un coglione. Come ti viene in mente di chiamarmi a quest'ora? Non posso farci nulla se non riesci a dormire, Cal, prenditi un cazzo di sonnifero»

Oh, era stupendo sentire il chiaro supporto dei propri amici «Non è per quello, è importante»

«Anche per me dormire è importante» rispose, una punta d'acidità nella voce, ma quando riprese ogni traccia di seccatura era sparita «Che succede?»

Mi guardai brevemente intorno, come per rassicurarmi di non essere ascoltato, poi, a bassa voce, dissi «Angie è in casa con me. Ho combinato il più grande pasticcio della mia vita»

«Beh, se è con te un così grande pasticcio non può essere» ribatté lui in modo leggero «Buonan...»

«Dorme sul divano, non con me» specificai prima che mi chiudesse in faccia.

«Oh» sembrò sorpreso «E... perché?»

«È qui il pasticcio» mi sedetti sul letto per poi passarmi una mano tra i capelli «Si può dire che abbiamo litigato»

«Come?»

«Eravamo a casa sua e guardavamo un film, stavamo per parlare di cose più serie ma poi il carabiniere l'ha chiamata per comunicarle delle notizie su Dominic. E lei era distrutta, e poi non so come avevo così tanta voglia di baciarla...» sospirai, ripensando a quel momento così dannatamente bello.

«E...?»

«L'ho baciata» pausa «Ed ero anche piuttosto eccitato»

«Avete fatto sesso?» domandò Mike.

Scossi la testa mentre rispondevo «No, ma penso che sarebbe successo se non avessi fermato le cose» mi presi un secondo di pausa, forse aspettando un commento «Questa è una cosa troppo grande per me. Non mi sembrava giusto farlo in questa sorta di finzione, in questo folle spettacolo che abbiamo allestito, e alla fine sono scappato. Se dobbiamo fare l'amore, voglio che lei sappia quello che provo»

Aspettai un attimo, ma Michael non disse nulla. Per un attimo temetti che si fosse addormentato, ma poi la sua voce trillò nel telefono «Avete litigato perché tu non hai voluto fare sesso con lei?»

«È più complicato di così, perché poi lei è venuta qua, voleva parlare. Voleva sapere perché mi fossi comportato in quel modo, anche se non credo che a lei importi tanto il fatto che non abbia voluto stare con lei, più che altro è perché sono scappato»

«Tu cosa le hai detto?»

Esitai un secondo prima di rispondere «Le ho detto che sono innamorato» deglutii «Teoricamente le persone innamorate non vanno a letto con altra gente»

«Ma la ragazza di cui sei innamorato è proprio Angie, testa di cazzo! Le hai praticamente detto che non vuoi stare con lei perché ti piace un'altra!» sbottò Michael, poi fece un lungo sospiro «Scusa, sono abbastanza irascibile se svegliato in piena notte»

«Ma nemmeno lei vuole stare con me»

«Perché non dovrebbe volerlo? Quale vantaggio ricaverebbe a venire a letto con te, uno dei suoi migliori amici, se non volesse la stessa cosa che vuoi tu? Angie non è stupida, non rovinerebbe tutto con te per niente» mi sembrò di vederlo sbattersi una mano sulla faccia «Devi risolvere subito le cose con lei»

«Credo che lei pensi che io sia innamorato di un'altra, non ha nemmeno voluto dormire con me, ha preferito il divano» dissi stanco.

«Devi mettere in ordine le cose entro questa notte» rispose lui «Hai solo questa notte»

«Perché?» chiesi.

«Risolvi le cose il prima possibile, se aspetterai, non succederà nulla di buono. Le cose si complicano dopo l'alba successiva al disastro» lo sentii sbadigliare «Spero tu abbia capito»

«E cosa dovrei dirle?»

«Che la ami, forse?»

«Se glielo dico rovinerò tutto»

«Non succederà» disse un'ultima volta «Buonanotte Cal» e poi chiuse.

Lasciai cadere il telefono sul materasso, accanto a me, prima di chinarmi prendendomi la testa fra le mani. Ero terrorizzato, tanto che il mio corpo era un unico fascio di nervi. Non sapevo se gliel'avrei dovuto dire oppure no. E poi, come avrei fatto? Mi si sarebbe spenta la voce se solo avessi provato a parlare di una cosa del genere.

Socchiusi la porta della mia camera e mi sporsi a guardarla. Nel buio vedevo solo il suo petto alzarsi e abbassarsi a ritmo del respiro, ma non riuscivo a capire se era sveglia oppure no.

Mossi dei piccoli passi silenziosi fino ad arrivare accanto al divano. Mi inginocchiai e intravidi i suoi occhi chiusi. Non potevo svegliarla, se l'avessi svegliata solo per parlare mi sarei sentito in colpa dopo, a vederla intontita e stanca, quasi uno zombie.

«Angie» mormorai mortificato. Hai solo questa notte.

Lei si rigirò sotto la coperta, stendendosi sulla schiena, poi mugolò nel sonno. Restai a guardarla per qualche minuto: sembrava un angelo mentre dormiva, e capii perfettamente tutte quelle storie di ragazzi che rimangono svegli tutta la notte per guardare la loro innamorata dormire.

Poi, d'un tratto, lei girò il viso verso di me, la vidi socchiudere gli occhi e sussurrare «Cal?»

«Ehi, amore» risposi piano. Mi sembrò che lei sorrise.

Non rispose, tornò solamente con gli occhi chiusi a dormire. Sospirai piano e decisi che non avevo cuore di svegliarla, avrei trovato un altro momento per parlare.

In compenso la presi in braccio, cercando di fare piano, e con gentilezza la portai in camera. La lasciai scivolare tra le coperte e mi presi un attimo per guardarla prima di fare il giro e mettermi a letto con lei.

Per qualche minuto ci fu solo silenzio, un silenzio immobile e statico, poi mi decisi ad avvicinarmi a lei, la volevo vicino. Le sfiorai la spalla, e questo bastò a farla voltare verso di me, così la strinsi.

«Dio, ti amo Angie» dissi. Purtroppo, parlai al vento.


In questo capitolo, magari, avete voglia di commentare? Mi piacerebbe solo sapere se cosa ne pensate. Comunque, la storia prosegue, spero che siate almeno un pochetto curiose :-) Ci rivedremo nel prossimo capitolo? Bye <3

My (Fake) Boyfriend || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora