- Jealousy -

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CALUM'S POV

Quando mi svegliai la mattina dopo, intontito come poche volte nella mia vita, la prima cosa che notai fu l'assenza calda e morbida di Angie. Sbuffai, mi lasciai cadere contro il cuscino e mi maledissi, pensando se ne fosse andata appena sveglia. Ma cazzo, non potevo svegliarmi un po' prima? Non mi andava andasse in giro da sola.

Tirai furiosamente indietro le coperte, mi alzai e mi tolsi la maglietta, decidendo che fare una doccia non mi avrebbe fatto che bene. Buttai malamente la maglia sul letto e uscii dalla stanza, entrando in corridoio per andare in bagno. Distrattamente, poi, sentii la fiamma dei fornelli fischiare leggermente, come suo solito quando era accesa, e sgranai gli occhi.

Non ci pensai due volte a correre in cucina. Se il gas era libero dovevo spegnerlo, prima che soffocassi all'interno di casa mia. La sorpresa che trovai fu di gran lunga migliore di quella del gas.

«Buongiorno» mi disse Angie. Si voltò appena per sorridermi, ma notai comunque i suoi occhi cadere sul mio petto.

«Ehi» notai la mia voce roca e mi schiarii la voce «Non c'eri a letto, pensavo te ne fossi andata»

Lei scosse la testa «No, mi sono solo svegliata. A proposito, perché mi hai portata nel tuo letto? Non dovevi disturbarti»

«Figurati» risposi sovrappensiero. Indossava una mia felpa, una grigia e che le stava, ovviamente, larga; portava anche i miei pantaloni della tuta. Strinsi le labbra, cercando di non pensare che era dannatamente sexy anche con delle cose tanto larghe come le mie. Ma in effetti, ragionai, era eccitante solo perché le cose che indossava erano mie.

Mi avvicinai, restando qualche passo dietro di lei «Che cosa stai facendo?»

Voltò il viso, un sorrisetto orgoglioso che le faceva luccicare anche gli occhi «Ho pensato di fare i pancake, ne avevo una voglia matta. Spero ti piacciano, sono molto orgogliosa dei miei bambini»

«Oh, davvero?» mi avvicinai ancora «Posso assaggiarne uno, allora?»

«Certo» rispose «C'è un piatto sul tavolo che deve essere ancora caldo» e si rigirò per controllare i fornelli.

Arrivai a cingerle la vita con un braccio, mi sporsi e le baciai la guancia «Grazie piccola» le strinsi il fianco per poi andare al tavolo.

Notai solo dopo essermi seduto che si era irrigidita. Provai a non farci caso. In quel momento stavo così bene, non volevo rovinarlo «Sai, stai benissimo con i miei vestiti» le dissi.

Non mi guardò «Già. Spero non ti dia fastidio se li ho presi, volevo cambiarmi e non avevo niente di mio»

«Potremmo rimediare» scrollai le spalle, non rendendomi conto della cosa che avevo appena detto. Lei, però, se ne accorse.

«Come?» si voltò verso di me, il viso teso. Deglutii un pezzo di pancake.

«Puoi portare qualche vestito qui, il posto nell'armadio non manca» la guardai negli occhi «Per quando... sì, per quando vuoi fermarti a dormire. A me farebbe piacere»

Angie abbassò lo sguardo «Vedi, Calum, ho pensato a quello che è successo ieri sera»

«Possiamo parlarne di nuovo» dissi concitato «Forse mi sono spiegato male»

«No, aspetta, fammi finire» prese un piccolo respiro e poi mi guardò «Forse sarebbe meglio smetterla con questa storia dei baci. Insomma, al bar, se non c'è la tua lei, puoi comportarti in modo affettuoso come fai sempre, ma se in qualche modo la faccenda di baciarci ti infastidisce non c'è problema. Alla fine sono stata io a farlo per la prima volta, e non voglio che tu continui una cosa così sconsiderata che io stessa ho creato»

My (Fake) Boyfriend || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora