- Boyfriend -

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Canticchiavo a bassa voce la canzone che i ragazzi stavano suonando, all'alba dell'una del mattino, con ancora un'energia sorprendente. Io mi sarei buttata nel letto senza passare dal via o senza nemmeno spogliarmi. Ero in turno dalle nove di sera, il caldo mi stava uccidendo letteralmente e non potevo bere niente, quella sera il capo aveva fatto un'improvvisata restando nel locale e fingendosi cameriere, e gli riusciva anche bene. Qualche volta lo faceva, anche se vecchio e non del tutto in accordo con l'equilibrio, alla fine però mi risparmiava di dover correre da sola ovunque nel locale per star dietro a tutte le ordinazioni più svariate. Era comodo.

Servii un cliente con un Cuba Libre prima di sorridere e andare a nascondermi nel retro dove, per mia fortuna, c'era un bellissimo frigorifero per tenere gli alcolici più importanti e anche i frutti che usavo di più, e mi ci misi davanti alla ricerca di un po' di fresco. La serata era insopportabile.

«Disturbo?» le nocche batterono contro il legno della porta e io mi girai, appoggiandomi al frigo con la schiena. Sorrisi. 

«No, affatto» scossi la testa mentre guardavo quegli occhi scuri.

«Sei sparita da un momento all'altro» disse facendo qualche passo verso di me. La porta cigolò dietro di lui, sbattendo avanti e indietro prima di fermarsi al suo posto.

Scrollai le spalle, mentre un sospiro lasciava le mie labbra «Mi sento soffocare di là, ho un po' caldo e sono stanca da morire»

Lui rise, portandosi una mano sui capelli e passando le dita tra di essi «Non dirlo a me, la vedi la mia maglietta? Sembra che mi sia appena buttato in piscina» osservai le chiazze di sudore sotto le ascelle e su buona parte del petto. Non volli immaginare la schiena.

«E per non parlare della puzza» lo presi in giro e lui, in risposta, mi fece la linguaccia. Sospirai, buttando la testa indietro contro lo sportello del frigo.

«Hai visto il tipo questa sera?» mi chiese avvicinandosi e appoggiandosi con la spalla accanto a me.

«No, non è nel bar mi pare» dissi corrucciando la fronte «Perché tu sì?»

Annuì «È entrato proprio un attimo fa, per questo mi sono chiesto dov'eri» mi guardò per un attimo, comprensivo «Vuoi che ti sia vicino mentre ci parli, Angie?» domandò.

Sospirai e scossi la testa «Non è nemmeno detto che ci parlerò. Non preoccuparti Cal, va tutto bene» appoggiai una mano sulla sua spalla, per rassicurarlo, ma non passò nemmeno un secondo che la ritirai mezza disgustata «Oh, sei tutto bagnato! Calum, vai via!» gli dissi ridendo.

Lui alzò gli occhi al cielo prima di sbuffare e di staccarsi dal frigo «Ah ah» ribatté «Molto carino da parte tua» poi in uno scatto mi strinse tra le braccia appiccicose facendomi mugolare in disaccordo.

«No, Cal! Smettila! Sei tutto sudato» esclamai tra le risate che mi uscivano dalle labbra.

«Angeleya!» mi richiamò un'altra voce «Non ti pago di certo per stare qua dietro a pomiciare con il tuo ragazzo» disse il mio capo con voce tonante ma bonaccia, una di quelle che ti fanno ricordare i nonni affettuosi.

Staccai Calum da me, mi sistemai i capelli «Scusa Frank, ora torno di là» risposi col sorriso. Frank, soddisfatto, si girò e tornò nel bar. Mi girai verso Calum e gli scoccai un'occhiataccia «Sei un'idiota»

«Colpa tua» si difese subito. Mi diede una pacca sul culo facendomi sobbalzare, prima di superarmi con il ghigno in faccia «Muoviti che dobbiamo lavorare»

«Cal!» urlai, ma era già tornato di là.


Stavo sopravvivendo. Mi mancava poco, una ventina di minuti, prima che potessi buttare fuori tutti e ancora riuscivo ad evitare Dominic, sebbene fosse seduto al bancone da due ore. Aveva tentato, invano, di attaccare discorso le poche volte che gli ero passata vicina o che l'avevo servito, ma l'afflusso costante di persone mi aveva salvata, riducendo le nostre parole ad "Cosa posso portarti?" e a sue ordinazioni sempre diverse, che variavano da una coca-cola ad una birra fino ad un Martini. Adesso era brillo, e io stavo iniziando a pentirmi di non avergli rivolto nemmeno una singola parola.

My (Fake) Boyfriend || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora