"Rebuffini" esordisce la prof. di matematica leggendo il nome scritto in cima alla verifica.
Mi alzo in piedi e raggiungo la cattedra il più velocemente possibile dal fondo dell'aula. Con mano tremante, prendo il foglio che la professoressa mi porge e l'occhio cade subito sul voto: 7+.
Lascio andare un grande respiro e cerco di ricambiare come meglio posso il sorriso materno che mi concede la Martinelli.
Mi giro e, con la testa bassa, torno al mio posto, nell'angolo accanto alla finestra.
Nascondendomi bene dietro il compagno di fronte a me, che, fortunatamente, è molto alto, mi lascio andare sulla sedia e mi infilo le cuffie nelle orecchie, preoccupandomi bene di nasconderle nella felpa larga e nel cappello da baseball bianco e nero.
Tirando fuori il telefono dalle tasche, faccio partire la riproduzione casuale, e Skrillex spazza via ogni pensiero. Lancio un'occhiata all'orologio e noto che sono solo le 8:20.
Stamattina, all'entrata, non ho visto nè Simone nè Federica, e questa cosa un po' mi preoccupa, soprattutto se ripenso a ciò che è accaduto ieri: sarà ancora arrabbiato? Oppure avrà capito che non c'era motivo di esserlo? E cosa intendeva quando ha detto che 'non è colpa tua'? Di chi è la colpa allora?
Troppe domande senza risposta invadono la mia mente. Ora dovrò aspettare fino all'intervallo per vederlo e per chiarire. So già però che sarà un'attesa infinita.
"Bene, oggi spiego gli assiomi!" attira l'attenzione della classe la prof.
Alzo il volume della musica. Tanto me li spiegherà Thomas.
O almeno lo spero.
***
10:59
Forza, dai... Non ti costa niente suonare qualche secondo prima, no?
Questo penso sia il momento peggiore della giornata: sapere che tra pochi attimi sarai libera, ma essere anche consapevole che quegli attimi saranno eterni.
Con ben due minuti di ritardo e innumerevoli sbuffi sia da parte nostra che dal prof, la campanella finalmente suona.
Mi alzo in piedi, e, senza dare importanza a nessuno, mi precipito verso le scale. Finisco più volte addosso a persone in quel momento a me completamente sconosciute, ma non mi scuso neppure, troppo occupata a bruciare dalla curiosità e dalla voglia di fare pace.
Apro la porta di sicurezza che divide le scale dai corridoi, ma, svoltato l'angolo in tutta fretta, rimango in disappunto.
La cattedra dove siamo soliti stare è praticamente vuota, fatta eccezione di Michele, Giada, Federica e pochi altri.
Mi avvicino e, prima di salutare, mi guardo attorno, ma di Simone neanche l'ombra.
"Chi cerchi?" chiede incuriosita Giada notando la mia espressione corrucciata.
Le lancio un'occhiata mentre mi torturo il labbro inferiore con insistenza.
"Hai visto Simone?" chiedo inclinando leggermente la testa di lato speranzosa.
Abbassa un attimo lo sguardo e le sue sopracciglia si uniscono per la concentrazione. Aspetto con ansia la risposta e osservo per un attimo le due persone alla mia destra e alla mia sinistra: Michele ha lo sguardo perso nel vuoto e picchietta freneticamente le dita sul ginocchio, mentre Fede non sembra neanche essersi accorta del mio arrivo, troppo immersa a guardare qualcosa al cellulare.
"In realtà l'ho visto di sfuggita all'ultimo cambio dell'ora." Ciò che dice Giada riporta a lei tutta la mia attenzione. "Sembrava... strano... non era arrabbiato... era... quasi... peggio... non so come definire il suo sguardo..."
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I belong with you ~ Thomas Bocchimpani
FanfictionGaia è una ragazza comune sotto nessun punto di vista. E la scuola proprio non le piace, tanto da ritrovarsi a Marzo con un'ultima occasione per salvare l'anno scolastico: prendere ripetizioni da Thomas, che non è esattamente il tipo di ragazzo con...