Capitolo 21

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"Qual'è di preciso il tuo piano quindi?" Mi chiede sfiorandomi la mano con sua. Rabbrividisco a quel contatto e gli sorrido dolcemente: "Il piano è già in atto...."

La sua espressione si fa ancora più confusa, ma non gli lascio il tempo di dar voce ai suoi dubbi perchè vedo Fede, trionfante, uscire da sola dalla porta.

Spalanco gli occhi per la felicità. 'Ce l'ha fatta, ce l'ha fatta!'

Ha portato a termine la sua parte di piano: con una scusa, ha convinto Roberta ad andare con lei nello sgabuzzino dei bidelli per prendere delle cose che mancavano in sala, poi l'ha chiusa dentro e, fingendo che la porta si fosse bloccata, è tornata nella sala a prendere Simone per chiedergli una mano a liberarla; lui, senza esitazione, è andato in suo soccorso, e, dopo avergli fatto credere di aver sfondato la porta, li ha chiusi dentro entrambi.

"Che stai guardando?" Chiede Thomas allungandosi per vedere.

"Niente!" Esclamo subito; non deve sapere che Fede mi ha aiutata.

"Marcello ti chiama!" Cerco di trovare un diversivo per distrarlo.

Thomas si gira verso la direzione che gli ho indicato e si alza sulle punte per vedere, così io prendo l'occasione per guardare Fede che, velocemente, mi fa vedere dove appoggia la chiave.

"Non mi sembra di veder-"

"Tu continua a cercarlo, sono sicura di averlo visto!" Lo blocco incitandolo.

Federica appoggia la chiave accanto alla porta, poi si allontana.

"Ma sei sicura di-"

"Ops, mi sono sbagliata, ora andiamo!" Gli prendo la mano e lo trascino verso la porta dalla quale è appena uscita Fede; prima di entrare, mi abbasso a raccogliere la chiave.

"Ma dove stiamo andando?" Chiede Thomas confuso più che mai.

Lo invito ad abbassare la voce prima di rispondere: "A veder coronare il nostro piano."

Il corridoio è completamente buio, e non ci vuole molto prima di arrivare alla porta dello sgabuzzino; rallentiamo il passo, e ormai la musica della band è lontana. Mi volto verso Thomas e mi porto un dito alle labbra per chiedergli il silenzio.

Lui annuisce e si avvicina di più a me, facendo quasi aderire la mia schiena al suo petto.

Lo porto in una stanza lì vicino nella quale c'è una specie di condotto attraverso il quale possiamo vedere cosa accade nello sgabuzzino. Intanto, sentiamo in sottofondo delle voci soffocate, e non mi ci vuole molto prima di distinguere quella di Simone.

Ci avviciniamo al condotto dell'aria, ma, quando Thomas capisce le mie intenzioni, si allontana leggermente.

"Che c'è?" Gli chiedo a bassa voce.

Lui fa un piccolo sorriso triste e abbassa lo sguardo. "Se non ti dispiace, preferisco non guardare... è giusto così nei confronti di Roberta, infondo, lei non ci ha mai spiato, no?"

Annuisco, ma gli chiedo lo stesso se io posso guardare ; lui risponde che è una mia scelta. La curiosità ha la meglio, così, in piedi su un banco, riesco ad osservare da un angolo tutto ciò che accade in quello spazio ristretto.

"... e non credo sia giusto, tutto qui..." Risponde Roberta a bassa voce allontanandosi il più possibile da Simone.

Il ragazzo, illuminato dalla luce fioca di una lampadina penzolante dal soffitto, aggrotta le sopracciglia: "Cosa non trovi giusto, di preciso?"

Roberta si prende qualche secondo prima di rispondere: "Io e te, qui da soli, troppo vicini... è tutti così..."

Simone, con gli occhi fissi sulla figura minuta della ragazza, deglutisce. "Così come?"

I belong with you ~ Thomas BocchimpaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora