Guardo intensamente il muro pieno di grafiti di casa mia.
Pur essendo sul divano in salotto, sento perfettamente il ticchettare dell'orologio in cucina; è un rumore ritmico, abitudinario, in fondo, che ha da perdere il tempo? Niente. Lui scorre inesorabile e pone fine ed inizio a tutto.
Chissà chi l'ha inventato il tempo... probabilmente qualcuno che non aveva nulla da fare, o forse un pazzo che, sentendosi solo, ha deciso di rendere pazzi gli altri.
Già, perché, alla fine, è la cosa più preziosa che abbiamo, e utilizziamo così tanto tempo a capire come spenderlo che lo perdiamo.
Più ci penso e più mi convinco che io ne ho perso troppo.
Quante cose avrei potuto fare e non ho fatto.... Quante persone avrei potuto aiutare e non ho aiutato... Quanto dolore avrei potuto evitare e non ho evitato...
Quanti rimpianti ho ora e non scaccerò mai.
La porta di casa si apre, ma non mi volto neppure: rimango ferma e impassibile, anche se non posso evitare di mordermi il labbro.
Mia mamma, accompagnata dalla sua aurea di gioia e serenità, fa il suo ingresso in salotto reggendo in mano un foglio piegato.
Un brivido mi percorre la schiena mentre lentamente la donna si avvicina e, appoggiata la borsa sul tavolo, si siede accanto a me sul divano.
Il mio sguardo si sposta sul suo volto che non dimostra alcuna emozione.
"Scusa mamma..." è l'unica cosa che riesco a dire abbassando la testa dopo alcuni secondi di pesante silenzio.
Lei non mi risponde, ma noto il suo labbro tremare leggermente. 'Sta per piangere?!' Mi chiedo allarmata mentre i sensi di colpa mi pervadono più di prima.
La sua bocca s'increspa in quello che sembra essere un mezzo sorriso, e, a quel punto, vado in confusione.
"Mamma...? S-stai bene?" Chiedo titubante sfiorandole leggermente la spalla.
Rimane per un attimo immobile con gli occhi fissi nei miei, ma, a sorpresa, subito dopo scoppia a ridere e mi getta le braccia al collo.
"Sei passata! Sei passata!" Inizia ad urlare facendo dei piccoli salti.
Sbarro gli occhi per la sorpresa e mi ci vogliono alcuni secondi per recepire la notizia.
"Sono passata?! Ma com'è possibile?" Le chiedo mentre un sorriso mi nasce spontaneo sulle labbra.
A quella domanda, mia mamma si stacca da me e, poggiando le mani sulle mie spalle, mi informa di tutto: "La Martinelli mi ha detto che è rimasta molto soddisfatta di come hai concluso il quadrimestre e che ha spinto molto affinché anche gli altri prof ti alzassero il voto alla sufficienza! è riuscita a convincere quella di chimica e quella di italiano, ma con quella d'inglese non ce l'ha fatta, quindi ti ha rimandata, but what's the matter? This summer we can go to England and do a funny holiday!"
"Non ho capito la seconda parte ma va bene lo stesso!" Urlo e l'abbraccio stringendola forte.
Per il mio peso, cade all'indietro e ci ritroviamo entrambe sdraiate a ridere con le lacrime agli occhi come due pazze.
Quindi tutte le mie preghiere sono state esaurite! Vada al diavolo l'inglese, l'importante è non essere stata bocciata.
"Ah e una sera di queste dobbiamo invitare il tuo amico... com'è che si chiama... Thomas!"
Le parole di mia madre mi fanno gelare il sangue e la mia risata si spegne con un colpo di tosse isterico.
"Thomas? Perché?" Chiedo cercando di sorridere.
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I belong with you ~ Thomas Bocchimpani
FanfictionGaia è una ragazza comune sotto nessun punto di vista. E la scuola proprio non le piace, tanto da ritrovarsi a Marzo con un'ultima occasione per salvare l'anno scolastico: prendere ripetizioni da Thomas, che non è esattamente il tipo di ragazzo con...