Capitolo 16

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Lascio cadere lo zaino e mi avvicino all'altalena.

Ormai le temperature, essendo Maggio, si sono alzate e fa abbastanza caldo, tanto che, al mattino, quando esco di casa, sopra la mia solita maglietta a mezze maniche indosso solo la felpa.

Il cielo è limpido e il sole irradia una luce chiara, che sa di felicità.

'Chissà cosa si prova ad essere felici...' Mi chiedo mestamente. Dopo un lungo periodo travagliato, è arrivata la svolta che forse volevo, ma temevo tanto: il bigliettino che, all'uscita da scuola, ho trovato sul banco.

Prima di sedermi sull'altalena, lego la felpa in vita e una piacevole arietta fredda s'infila nelle maniche larghe della mia t-shirt bianca e nera. La osservo per un secondo: è una delle mie magliette preferite, l'ho comprata a fine Marzo insieme a Roberta, in una delle nostre prime uscite di shopping.

Sembrano passati mesi e mesi da quel giorno, eppure è stato poco tempo fa. Quel pomeriggio un po' più caldo del normale, mi aveva trascinata in centro e mi aveva costretta a provare un sacco di vestiti della più disparata fattura e del più strano colore, cose che non avrei mai messo, ma era stato davvero tanto divertente.

Poi, tra le ultime cose, mi ha fatto provare questa, e ce ne siamo innamorate. Le sue parole sono state queste: "Questa maglietta secondo me rispecchia pienamente la tua personalità: quando scegli qualcosa, non ti nascondi dietro a scuse o non usi sotterfugi per raggiungengerla, tu sei fiera di essere quello che sei e delle scelte che fai. O scegli il nero o scegli il bianco. Per te il grigio non esiste."

Magari fosse vero.

Se avessi questa capacità, sicuramente ora non sarei qui, disperata perchè faccio finta di aver scelto Simone quando, in realtà, sono innamorata di Thomas.

Già, quel ragazzo che oggi mi ha fatto battere il cuore come non mai con quel bigliettino.

Forse per lui sarà  stato qualcosa di niente, eppure per me ha un significato forte.

Inizio a dondolarmi avanti e indietro, come quando ero piccola e mio papà mi portava in questo parco. Ricordo che il mio gioco preferito era l'altalena: ci passavo sopra ore intere, senza stancarmi mai, era il mio sfogo, era la cosa che mi faceva sentire libera.

Ancora oggi, quando ho bisogno di pensare, vengo qui, nello stesso identico parco che, per mia fortuna, è anche vicino al liceo in cui vado, e inizio a dondolare, all'inizio lentamente, poi sempre più velocemente finchè non sento di poter toccare il cielo con un dito.

La sensazione di pura gioia che mi regala è ineguagliabile.

Così inizio il mio gioco, puntando a vincere il cielo, e mi lascio andare.

Ad occhi chiusi, sento il vento tra i capelli, l'odore degli alberi fioriti, il gorgheggiare di un usignolo poco distante... dalla mano destra, sento un forte calore, un'energia che si propaga in tutto il corpo.

Per un secondo mi chiedo che cosa io stia stringendo, ma poi ricordo e un sorriso si apre sul mio volto: è il bigliettino, quelle due dolci parole che Thomas mi ha dedicato.

Riapro gli occhi.

Sono vicina al cielo, lo sento nel sangue, sento la libertà.

Stacco la mano con lentezza dalla catena dell'altalena. Lo voglio rileggere ora, voglio rendere questo momento magico.

Con un ultimo colpo di reni, spingo l'altalena nel punto più alto e leggo a voce alta il bigliettino.

'Mi manchi

Thomas'

Lo urlo perchè voglio che divengano reali, perchè voglio che abbiano un significato, perchè voglio che non siano semplicemente lettere scritte su un pezzo di carta ma che si tramutino e prendano le sue sembianze.

I belong with you ~ Thomas BocchimpaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora