Cammino lungo il marciapiede con l'ansia a mille.
Ho seriamente paura di cosa potrebbe dirmi Emma... Ma perchè ho accettato di venire? Perchè non me ne sono stata a casa?
Attraverso la strada velocemente e, una volta dall'altro lato, mi alzo sulle punte così da riuscire già ad intravvedere il parchetto.
Sospiro e compio gli ultimi metri che mi separano da quel luogo pieno di ricordi.
Entro dal cancello e mi guardo intorno, ma, a prima vista, sembro essere sola.
La cuffietta destra scivola fuori dal mio orecchio e cade sulla spalla, così mi affretto subito a rimetterla al suo posto e decido anche di cambiare canzone.
Mentre scorro la playlist, inizio a dirigermi senza neanche pensarci verso le altalene.
'Ecco!' Penso trovando ciò che stavo cercando; le prime note di 'Seven years' iniziano a risuonarmi nelle orecchie ed io mi lascio cullare dalla melodia.
Sto per sedermi su una delle altalene, ma mi blocco di colpo.
Mi giro e osservo i due seggiolini immobili; allungo una mano e sfioro la catena di metallo freddo con le dita leggermente tremanti.
Quanti ricordi...
Con una smorfia di dolore sul volto, mi allontano da quei due giochi così carichi di significato.
'Devo andarmene, venire qui è stato un errore...' Penso scuotendo la testa.
Eppure a quanto sembra il destino è contro di me perchè una voce, udibile anche attraverso le cuffie, mi costringe a fermarmi.
"Finalmente sei arrivata!"
Mi giro di scatto e vedo Emma comparire da dietro il pino e camminare lentamente senza togliere lo sguardo da me; probabilmente lei era qui già prima del mio arrivo ma ha preferito spiarmi un po'.
'Beh, in fondo, che ti aspettavi dalla fantomatica 'spia'? Mi chiedo sorridendo amaramente.
"Cos'è quel sorriso?" Mi domanda leggermente confusa aggrottando le sopracciglia.
Mi tolgo gli auricolari e storco il naso prima di risponderle. "Non è un sorriso, è un'espressione di repulsione nei tuoi confronti!"
Emma alza le spalle e si avvicina alle altalene, poi mi lancia un'occhiata e, con un piccolo sorrisetto, si siede su quella che di solito usava Thomas.
Stringo i pugni nelle tasche della felpa e la guardo con odio. Quell' altalena è 'appartenuta' al ragazzo più speciale del mondo e nè io nè lei nè nessun altro ha il diritto anche solo di sfiorarla.
"Alzati subito!" Le dico facendo un passo avanti e alzando un po' il tono di voce.
Stranamente, questa volta mi ascolta e, senza nessuna protesta si allontana.
Rimaniamo in silenzio per alcuni istanti: io continuo a guardarla, aspettandomi una spiegazione, mentre lei tiene testardamente lo sguardo fisso a terra e non sembra voglia alzarlo.
"Hai qualcosa da dirmi?" Le chiedo, stanca di stare lì; voglio solo tornarmene a casa a piangere sul mio letto: rivedere lei e questo posto mi ha provocato un dolore al cuore assurdo e il sorriso di Thomas non lascia i miei pensieri neanche per un secondo.
"Sapevo che era un errore venire qui..." Dico a bassa voce, poi, stringendo forte le palpebre per evitare di piangere, le dò le spalle e inizio ad allontanarmi velocemente.
Da parte sue sento un respiro strozzato, ma alla fine la sua voce mi giunge forte e chiara e, ancora una volta, mi blocco. "Tu... tu non mi sei mai piaciuta, ok?"
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I belong with you ~ Thomas Bocchimpani
FanfictionGaia è una ragazza comune sotto nessun punto di vista. E la scuola proprio non le piace, tanto da ritrovarsi a Marzo con un'ultima occasione per salvare l'anno scolastico: prendere ripetizioni da Thomas, che non è esattamente il tipo di ragazzo con...