Capitolo 8

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Stavano accadendo troppe cose per i suoi gusti da quando aveva iniziato ad avvicinarsi a Cody Christian.
Inutile negarlo ma era così, le era impossibile non collegare tutti quegli strani eventi a lui. Nel giro di pochi giorni era già svenuta due volte e aveva rischiato la vita altrettante, non che la cosa la disturbasse più di tanto, lei in parte era fatta così.
Mia cercava il brivido in ogni cosa, il pericolo in ogni sguardo, in ogni gesto, le piaceva vivere al limite. Forse era per quella sfilza di motivi, che si sentiva così attratta da quel ragazzo tanto bello, quanto tenebroso.
I polsi le facevano male, erano legati tra di loro, così come i piedi. Era stesa su una brandina, talmente logorata dal tempo da sentire le molle del materasso conficcarsi nella schiena. Non sapeva dove si trovasse, solo un piccolo fascio di luce fioca entrava da una finestra, che aveva più l'aspetto di una grata, esattamente come quella di una prigione.
Pensò che fosse la luna ad illuminare il punto in cui si trovava, ma da là dentro non poteva averne la certezza assoluta. Per il resto intorno a sé non vedeva niente, solo il buio totale. Riusciva tuttavia a percepire un forte odore di muffa mista a muschio, che le nauseava lo stomaco.
Non aveva idea di quanto tempo fosse passato dal suo rapimento, sapeva solo che le speranze dentro di lei di uscire viva da lì, stavano pian piano svanendo.
<< Mia, piccola dolce Mia.. >>
Una voce la fece sobbalzare, sentì lo scatto di una serratura aprirsi, e il cigolare stridulo di una sorta di cancello. E se si trovasse davvero rinchiusa in una prigione?
<< Chi sei?! Cosa vuoi?! >>
Non le era mai piaciuto apparire debole agli occhi degli altri, cercava sempre di nascondere le proprie emozioni sotto una corazza dura e spessa, ma lo sconforto stava prendendo il sopravvento dentro di lei, così come la voglia di piangere.
<< Cosa voglio..? >>
Percepì la voce di quell'uomo sempre più vicina a lei, riusciva a sentire il suo respiro caldo sul suo orecchio.
<< Prendermi, anzi, prenderci ciò che ci spetta. >>
Un ghigno echeggiò nella stanza e Mia poté giurare di sentire il sangue gelarle nelle vene.
<< No! No! Lasciatemi in pace! >>
Fece per dimenarsi ma capì che era del tutto inutile, era ancora legata come un salame su quel letto, ormai destinata alla sua triste sorte.
<< Avanti bambina, non ti conviene lamentarti tanto, non vorrai mica che il tuo Romeo si preoccupi, non è vero? >>
Le accarezzò una guancia con la mano, scendendo fino al collo e arrivando più giù, fino al seno.
Poi, si staccò rapidamente per poter comporre un numero di telefono e mettere il vivavoce.
Mia non era in grado di distinguere che volto avesse, era incappucciato e di certo il buio non aiutava, riconobbe però la voce dietro all'altro capo del telefono, che la fece scoppiare in un pianto disperato, fino a quel momento trattenuto.

-

<< Oh Romeo Romeo, perché sei tu, Romeo? >>
Il ragazzo sbuffò sonoramente per essere stato disturbato nel bel mezzo di una scopata serale, era riuscito ad abbordare una biondina niente male, nel pub che solitamente frequentava.
Era stato piuttosto semplice convincerla: qualche parolina dolce, il suo miglior sorriso da sfoggiare, e ora si trovava dietro di lei, piegata a novanta sul lavandino del bagno, che prontamente avevano pensato di chiudere a chiave, provocando l'ira di qualche cliente incontinente.
<< Cosa vuoi Derek? Non è il momento. >>
<< Sai, qualcuno stasera ha pensato bene di venirti a trovare a casa.. Ma che peccato.. Se solo non avesse incontrato il lupo cattivo per strada! >>
Il ragazzo rise sguaiatamente, talmente forte che Cody dovette allontanare quel dannato apparecchio dall'orecchio.
<< Ma di che parli?! >>
Stava iniziando a preoccuparsi, sapeva quanto Derek fosse pericoloso e quanto altrettanto lo fossero gli altri membri del gruppo.
<< Ascolta tu stesso. >>
Ridacchiò in sottofondo, ma poco dopo la sua risata si fece più lontana, lasciando spazio ad un suono incomprensibile, quasi un lamento.
Poi riuscì a percepire la sua voce, stroncata dai singhiozzi.
Gli mancò l'aria per una manciata di secondi, ma realizzando che era tutto vero e che non stesse sognando, scansò la bionda mezza nuda da sé, tirandola bruscamente per i capelli.
<< Io ti ammazzo, bastardo! Giuro che se osi anche solo toccarla con un dito, ti farò rimpiangere di essere nato. >>
Sussurrò a denti stretti, per poi infilarsi mutande e pantaloni e correre via, il più lontano possibile da quel locale.
Sfrecciò veloce in moto, rischiando più volte la vita per dirigersi al castello, o almeno sperava con tutto sè stesso che fosse lì.
I suoi pensieri erano fissi su di lei, così tanto che non si accorse di star torturando il manubrio, talmente forte da poter spezzarsi da un momento all'altro, sotto le sue bianche e pallide nocche.
Si era pentito di averla fatta entrare nel suo mondo, di essere stato così superficiale da pensare che lei andasse bene per qualche scopata, e per far divertire tutti i membri del gruppo, compreso lui.
Se gliel'avessero detto non ci avrebbe mai creduto, lui Cody Christian, famigerato donnaiolo, affezionarsi a qualcuno? Ma con lei era stato così, dal primo sguardo, dal primo sorriso.
Si era reso conto di tenerci dal momento in cui la vide fragile e debole sotto il suo sguardo, quella prima notte al castello.

It's all a secret. || Dylan O'Brien & Cody Christian [COMPLETA.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora