Capitolo 16

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Nonostante fosse stata rassicurata per tutta la sera, al telefono da Cody, nonostante le avesse detto che non c'era più bisogno di considerare Derek come una possibile minaccia, Mia non riusciva comunque a sentirsi del tutto fuori pericolo.
Quel ragazzo incarnava il male in persona, ed era certa che non bastasse un semplice labbro spaccato a toglierselo dai piedi, ci sarebbe voluto molto di più.

Rivolse un'occhiata assonnata alla sveglia e vide che segnava le 3 di notte. Avrebbe preferito molto volentieri tornare a dormire, ma, uno strano senso di nausea che le attanagliava lo stomaco, non glielo permise.
Fece per scendere giù in cucina e bere un bel bicchiere d'acqua, ma si bloccò in mezzo al corridoio buio, quando vide la porta della camera di suo fratello, spalancata, e il letto senza l'ombra di una piega, o di qualche coperta qua e là.

Le tornò in mente la cena di quella sera, piuttosto silenziosa, eccetto per il brusio dei loro genitori che parlottavano di questioni riguardanti il lavoro.
Ricordò la voce di Dylan mentre diceva che sarebbe uscito per qualche oretta, ricordò di come cercava di evitare il suo sguardo e di come lei facesse finta che non gliene importasse nulla di lui.

Si precipitò in camera dei suoi genitori, ma anche quella aveva la porta spalancata, segno che non erano ancora tornati dal turno notturno.

Cercò di non allarmarsi più di tanto, in fondo suo fratello poteva aver deciso di stare fuori più del dovuto. Però, non era da lui. Gli piaceva divertirsi e uscire, ma non avrebbe mai fatto le ore piccole, sapendo che il giorno dopo si sarebbe dovuto alzare presto per andare a scuola.

<< Dylan?! >>
Disse Mia ad alta voce, percorrendo tutta la casa e guardando in tutte le stanze, sperando di trovarlo.

Del fratello non c'era nessuna traccia, quindi, prese a chiamarlo assiduamente al telefono, che continuava a squillare a vuoto.
Provò ancora per un'altra decina di minuti, ma anzichè ricevere una risposta, sentì solo partire la sua voce allegra nella segreteria telefonica.

E se gli fosse successo qualcosa? E se non l'avrebbe mai più rivisto?

-

Svegliarsi dopo aver perso i sensi non è mai una bella cosa, la testa pesa come un macigno e vedi ancora il mondo intorno te, vorticare leggermente.
Dylan provava tutte quelle sensazioni, ma amplificate mille volte di più.

Sbattè velocemente le palpebre per rendersi conto di dove fosse, ma non riuscì a distinguere granchè, soltanto un torrente, circondato da foglie e rami di alberi.
L'unica cosa che capì, senza neanche il bisogno che la vedesse, era che aveva sia le mani che i piedi legati.
Mentre tentava di liberarsi, una presenza che si avvicinava lentamente a lui, lo fece sussultare.

<< Non puoi scappare, anche se ci provi in qualsiasi modo. >>

Alzò lo sguardo verso la persona che gli si parò davanti, ma riuscì solo a percepire il suono di un ghigno malvagio. Dal fisico prorompente poteva dire al cento per cento che si trattava di un uomo, ma non sapeva che faccia potesse avere, poichè era completamente nascosta da una maschera nera, come il resto del suo abbigliamento.

<< Tu sei il prezzo che pagheranno per essere andati contro di me. >>

<< Che prezzo?! Ma di che parli? N-no, senti amico.. credo, credo tu stia facendo un errore! Un grosso errore! >>

Dylan era appoggiato con la schiena al tronco di uno albero. Avrebbe tanto voluto gesticolare con le mani in aria, come faceva quando era estremamente nervoso, ma in quel momento, l'unica cosa che riusciva a fare, era quella di restare rigido proprio come quel tronco.

<< Oh no, ti assicuro che non c'è nessunissimo errore! >>

Esclamò in tono sinistro, estraendo dal mantello nero, quello che assomigliava ad un grosso e lucente machete.

It's all a secret. || Dylan O'Brien & Cody Christian [COMPLETA.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora