Capitolo 26

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<< Sshh.. non fare troppo rumore, o si sveglierà prima del tempo previsto. >>

<< Se non sbaglio, sei tu quello che sta facendo su e giù dalle scale, per controllare ogni suo singolo movimento. >>

Dylan le fece una smorfia come semplice risposta, e si posizionò sulla porta della cucina, piantandosi come una statua in quel punto, dando ogni tanto una sbirciatina verso il piano superiore.

<< Così hai tutta l'aria di essere un bodyguard. >> ridacchiò Mia, mentre estraeva delicamente una deliziosa torta al cioccolato dal forno.

<< Il tuo bodyguard personale, piccola. >> Dylan si allontanò dalla porta, protese le possenti braccia nella sua direzione e l'attirò verso di sè, distraendola da ciò che era intenta a fare.

<< Oh avanti, sei uno stupido! Smettila! >> esclamò, tra una risata e l'altra. << Mi lasci almeno mettere le candeline sulla torta, prima che arrivi papà? >>

<< Mmm.. voglio solo tenerti tra le mie braccia qualche secondo in più. >>

Mia sospirò, ma decise di arrendersi. Sapeva che quando Dylan si fissava su una cosa, doveva ottenerla a tutti i costi, o avrebbe messo sù un broncio che probabilmente sarebbe durato per ore.

<< Le cose stanno andando bene in questo periodo, voglio dire.. stanno andando alla grande. >> le confessò, afferrando una ciocca dei suoi capelli mori, che poi arrotolò tra le dita. << Sono felice che tutto si sia sistemato, che Derek e Shelley abbiano ottenuto la fine che meritavano. >>

<< Già.. mi dispiace solamente per le loro famiglie. >> disse Mia, avvolgendogli il busto con le braccia. << Hai notato com'era sconvolta la nonna di Derek al processo? Povera donna. >> sospirò, alzando poi lo sguardo nella sua direzione.

<< Ho aiutato Derek nel suo piano, per farvela pagare. >>

<< Che piano, Shelley? >>

<< Uccidere suo fratello.. suo fratello Dylan. >>

L'avvocato schiacciò il tasto "stop" di quel piccolo registratore, e fece avanti ed indietro per tutta l'aula, tempestando il ragazzo con mille domande.

<< Entrambi negate l'evidenza, ma questa mi sembra esattamente la voce dell'imputata Shelley Hennig. Descrive per filo e per segno tutti i danni e gli abusi che avete arrecato ai miei clienti qui presenti: Dylan e Mia O'Brien. Cos'ha da dire in sua discolpa? >>

<< Sono stata ingannata! Io sono innocente e non c'entro nulla in tutto questo! >> urlò Shelley, dalla postazione in cui era seduta.

<< Si calmi signorina Hennig, si calmi! O sarò costretto a chiederle di uscire dall'aula! >> esclamò il giudice, sbattendo rumorosamente il martelletto in legno.

<< Non ho nulla da dire, se non che quei pazzi si sono inventati tutto quanto. >> sputò Derek a denti stretti.

<< È stata la qui presente Shelley Hennig a rivelare l'accaduto. Nessuno l'ha forzata, nè raggirata per farlo, e.. stando ad alcune informazioni ricevute, voi due eravate piuttosto intimi. >>

<< Obiezione, Vostro Onore! Mi oppongo! Il mio cliente ha esplicitamente fatto intendere di non avere più nulla da dire al riguardo, la sua versione è stata ripetuta e ripetuta svariate volte. >>

Le facevano male le meningi a causa di tutto quello stress che era obbligata a sopportare. Se le massaggiò vigorosamente e sussultò poco dopo, nel sentire la mano di Dylan poggiarsi sulla sua. Era calda come non mai, e voleva infonderle coraggio. Se solo non fosse stato per lui e per le aggressioni che lei stessa aveva subito, avrebbe evitato molto volentieri di andare in un posto come quello. La tremenda paura che Shelley, Derek ed i suoi scagnozzi, potessero passarla liscia, la faceva rabbrividire.

It's all a secret. || Dylan O'Brien & Cody Christian [COMPLETA.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora