Capitolo 17

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Da quando era tornata a casa insieme a suo padre, giusto per riposare un'oretta prima di andare a scuola, Mia non riusciva a darsi pace. Continuava ad agitarsi nel letto, finendo per trovarsi con i piedi al posto della testa, sul cuscino.

La sveglia non fece in tempo a suonare perché Noah l'anticipò, facendo capolino con la testa dentro alla stanza.

<< Se ti dai una mossa faccio in tempo ad accompagnarti io a scuola. >> le disse sorseggiando un po' di caffè dalla tazza personalizzata che affettuosamente gli avevano regalato i due figli lo scorso compleanno.

Mia farfugliò qualcosa di incomprensibile da sotto le coperte e in un nano secondo si alzò, sistemandosi i capelli arruffati.
Si chiuse in bagno e si lasciò cullare dal getto dell'acqua tiepida della doccia, attenta a non bagnarsi i capelli, raccolti in una cipolla disordinata.
Avrebbe tanto voluto fare colazione siccome il suo stomaco brontolava emettendo rumori ambigui, ma un senso di nausea le fece passare subito l'appetito.
Avrebbe tanto voluto anche rimanere a casa e farsi una colossale dormita, per evitare di pensare a tutti i problemi che spuntavano come funghi nella sua vita, ma non poteva permettersi di saltare qualche altro giorno, altrimenti i sensi di colpa l'avrebbero tormentata.

Forse, andare a scuola, le avrebbe dato una mano a distrarsi dalle miriadi di domande che invadevano la sua testa da quando era stata all'ospedale.
Dylan le aveva farfugliato le due magiche paroline che di solito ci si dice tra fidanzati, certamente non ad una sorella.
E lei invece che chiedere spiegazioni o restare semplicemente là con lui, aveva boccheggiato guardandosi intorno, come uno stupido pesce, e se l'era data a gambe, precipitandosi fuori da quella stanza, scappando dai suoi problemi.
La verità è che era troppo spaventata da tutto quello che era accaduto, si era fatta sopraffare dalle emozioni, e si era preoccupata nel sentire il suo cuore andare in tachicardia dopo ciò che le aveva detto Dylan.

<< Mia! Ti sbrighi?! >> urlò il padre dal piano di sotto, spazientito per l'attesa.

La ragazza si risvegliò dai suoi pensieri, accorgendosi di essere rimasta troppo tempo sotto l'acqua, ed uscì dalla doccia, passandosi un po' di correttore sotto le occhiaie.
Solitamente non era una di quelle che si truccava come una drag queen, ma quella mattina un po' di colore qua e là non le avrebbe fatto male, viste le ore di sonno arretrate.

<< Forza, andiamo. >>

Suo padre si era vestito di tutto punto come sempre per andare al lavoro, e le porse un sacchetto con una brioche al cioccolato calda dentro, mentre nell'altra mano teneva le chiavi della macchina.

Mia, durante il tragitto per arrivare a scuola, avrebbe tanto desiderato mettere qualcosa sotto i denti, ma lo stomaco le si chiuse di nuovo, quando vide Cody sulla sua Harley Davidson, sfrecciare veloce accanto a loro.
Era consapevole di essersi comportata nel modo giusto all'ospedale, ma rivederlo non la lasciava comunque indifferente.

<< Quello non era Cody Christian? >>

<< Già. >> disse secca Mia, riponendo nel sacchetto la sua invitante colazione.

<< È successo qualcosa? >> domandò Noah preoccupato, accorgendosi della reazione della figlia.

<< Oh.. nono. Sono solo parecchio stanca, sai.. >> disse la ragazza, stiracchiandosi le braccia e simulando un finto sbadiglio.

<< Sicura? No perché.. ti ricordo che io ho un pistola. >>

<< Cosa devo fare io con te? >> Mia ridacchiò e scosse la testa. << Grazie per il passaggio! Tornerò con il pullman magari. >> disse lasciandogli un bacio sulla guancia.

It's all a secret. || Dylan O'Brien & Cody Christian [COMPLETA.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora