Capitolo 27

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Erano passati diversi giorni da quando sua madre era stata sepolta. Fino a quel momento, non aveva mai fatto caso che il punto in cui riposava, era stracolmo di fiori e candele.
Da quando era stata adagiata in quel terreno freddo ed estraneo, non era mai andata a fare visita alle sue spoglie o a piangere sulla sua lapide. Le ragioni le ignorava, forse non si era resa conto che fosse davvero morta, o forse era tutto dovuto al piccolo segreto che lei e Dylan avevano deciso di custodire.

<< Le.. le ho preso un mazzo di fiori. Il più bello e il più grande che aveva la fioraia, all'esterno del cimitero. >> disse Noah, in tono amareggiato. Dopo la morte di Claudia non aveva fatto altro che chiudersi ancora di più in sè stesso, facendo preoccupare i due figli. Nonostante lui li avesse trattati male e quasi con disgusto, dopo la rivelazione che gli avevano fatto sul loro amore, non volevano abbandonarlo. Era pur sempre il loro caro e vecchio papà.

La fioraia era una simpatica signora anziana, sempre cortese con tutti. Una vera esperta di fiori e di piante, sempre piena di consigli su come far in modo che essi si mantenessero in vita fino a lungo. Conosceva davvero tutto, inclusi i significati dei loro nomi, e persino l'emozione che riuscivano ad esprimere tramite colori e forme. Non a caso aveva aiutato Noah a scegliere i più belli e i più vivaci che aveva. Sembravano emanare la luce che c'era negli occhi e nel sorriso di Claudia.

Era la prima volta che Mia andava a trovarla, e leggere il suo nome inciso su quel marmo liscio, la fece sussultare leggermente, tanto da pensare di volere andarsene a gambe levate da lì.

Osservò da lontano suo padre e Dylan, incamminarsi verso l'unica fontanella di quel piccolo cimitero, per gettare via i fiori ormai vecchi e cambiare l'acqua sporca, con quella pulita, per quelli nuovi e freschi d'acquisto.
Dylan le lanciò un'occhiata e le fece un cenno d'incoraggiamento, come a voler farle capire che prima o poi avrebbe dovuto affrontare quel momento e parlare con sua madre.

Sospirò in modo sommesso, e si mise seduta per terra, accanto alla sua lapide, tirando di tanto in tanto, qualche ciuffetto d'erba color verde smeraldo. Non seppe bene come cominciare il discorso, o come si potesse discutere con una persona morta senza sembrare ridicola, ma lo fece comunque. Ci tentò.

Parlò con sua madre, come se fosse fisicamente presente di fronte a lei. Provò anche un po' di orgoglio nel dirle che finalmente la scuola era finita e non doveva sprecare nemmeno un briciolo delle vacanze estive, perché era passata senza un debito. Le accennò di Dylan e del suo imminente diploma, del fatto che le sarebbe mancato tantissimo dopo la sua partenza per il college. Ma fu in quel momento, che i sensi di colpa tornarono ad assalirla, perché sentiva che era anche per causa sua, se Claudia non c'era più e non poteva più assistere alla loro vita in prima persona. Era un chiodo fisso, di notte, di giorno, che fosse al lavoro, oppure mentre si prendeva cura della casa. Nulla le avrebbe mai tolto dalla testa che un pizzico di colpa, era anche la sua.

<< È stato così terribile andare a trovare la mamma? >> le chiese Dylan, una volta tornati a casa dalla loro visita pomeridiana al cimitero.

<< Terribile e strano. >> sospirò Mia, buttandosi a peso morto sul letto. << Mi manca davvero tanto. >>

<< Lo so piccola, lo so. >> le sussurrò. << Manca anche a me, non sai quanto. >> si avvicinò a lei, e si piegò con il busto verso il letto, sovrastandola con il corpo. Affondò le mani nel materasso, accanto alla sua testa, ed azzerrò la distanza tra i loro visi. Indugiò sulle sue labbra morbide, depositando poi, piccoli baci su di esse. Riuscì ad allungare una gamba ed a socchiudere malamente la porta, con un piede. Voleva consolarla, starle accanto il più possibile, e se questo significava riempirla di coccole fino allo sfinimento, l'avrebbe fatto.

It's all a secret. || Dylan O'Brien & Cody Christian [COMPLETA.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora