Capitolo 25

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Era una classica e soleggiata domenica mattina, ma non per Mia. Il sole sostava alto in cielo, batteva sull'asfalto con i suoi raggi e gli uccellini cinguettavano qua e là, volando di nido in nido, eppure la voglia che aveva di alzarsi dal letto, era paragonabile a quella di una tartaruga ad una gara di corsa.

Tastò il lato del letto dove solitamente dormiva Dylan, ma lo trovò ancora vuoto. Era trascorso qualche giorno da quando avevano litigato. Pensava gli sarebbe passata, che sarebbe tornato da lei, e che avrebbero discusso, per poi fare pace, invece le rivolgeva di tanto in tanto solo qualche parola, senza degnarla veramente delle sue attenzioni.

Lo stomaco prese a brontolare, e le sembrò un miracolo, visto che l'aveva sfamato poco o niente ultimamente. Lanciò un'occhiata alla sveglia sul comodino, accanto al letto, e vide che segnava le nove del mattino. Così dopo essersi fatta una cipolla disordinata in testa, si alzò dal letto e si precipitò giù in cucina per mettere qualcosa sotto ai denti.

Prese tutti gli ingredienti per fare degli invitanti pancake alla nutella, quando l'arrivo di Dylan, solamente in boxer, la fece sussultare leggermente.
Con la coda dell'occhio lo vide grattarsi la nuca, per poi accomodarsi su una sedia.

<< Li.. li faccio anche per te? >> finse di domandare con parecchia tranquillità, ignorando il cuore che le galoppava furiosamente nel petto.

<< Si, grazie. >> disse Dylan con la classica voce roca, da appena sveglio.

Un brivido le attraversò tutta la spina dorsale al suono del suo timbro vocale, e dovette concentrarsi su ciò che stava facendo per non rischiare di saltargli addosso, seduta stante. Le mancava, le mancava per ogni singolo particolare, ma soprattutto, le mancava sentire il suo tocco bollente sul proprio corpo, mentre facevano l'amore, per poi crollare sfiniti l'uno accanto all'altro.

<< Ecco qua. >> disse spalmando la nutella sull'ultimo pancake, porgendogli gentilmente il piatto pieno.

Dylan prese a mangiare velocemente, a momenti ingurgitando il cibo senza neanche masticarlo, come faceva quando qualcosa era di suo gusto.

<< Sei.. leggermente sporco. >> disse Mia, ridacchiando sotto i baffi.

<< Dove? >> domandò spaesato Dylan, cercando di pulirsi nel punto che gli era stato indicato.

<< No, aspetta.. >> lo fermò, sporgendosi verso la sua direzione, poiché era seduta di fronte a lui. << Proprio qua. >> gli sfregò un'angolo della bocca, aiutandosi con il pollice, accorgendosi solo in quel momento di quanto i loro visi fossero vicini. Si guardarono per una manciata di secondi, per poi distogliere lo sguardo, tornando ai propri posti.

<< So cosa stai facendo. >> sentenziò Dylan, alzandosi dalla sedia e guardandola armeggiare per lavare i piatti.

<< Quando smetterai di avercela con me? >> sospirò Mia, lasciando andare le stoviglie nel lavandino, e voltandosi verso di lui.

<< Quando tu farai quello che è giusto, non è un giochetto infantile questo. È una cosa seria. >>

<< Lo so, e credimi, farò qualcosa. >> disse appoggiando le proprie mani sulle braccia di Dylan, che fino a quel momento erano rimaste conserte e rigide. << Però.. però non odiarmi. Ho sempre cercato di proteggerti, come ho fatto anche con Cody. >>

Al suono di quel nome, Dylan si scostò dalla sua presa, come se le sue dita fossero troppo bollenti da sopportare sulla propria pelle.

<< Tu non hai cercato di proteggere mamma e papà? Di custodire gelosamente il segreto, affinché non lo scoprissi? >> gli domandò Mia, avvicinandosi ancora a lui, sciogliendo le sue braccia da quella morsa stretta e portandole alla sua vita, per far si che la circondasse. << Funziona così, e lo sai anche tu.. si protegge ciò a cui si vuole bene.  E ti giuro, che sistemerò le cose, perché.. perché ti amo. >>

It's all a secret. || Dylan O'Brien & Cody Christian [COMPLETA.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora