Cap. 12

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Marinette sbucò dalle scale della metro per finire nella via parallela alla sua meta.

Camminò schivando i passanti che erano troppo impegnati a guardare il cellulare per scostarsi o quei gruppi di ragazzi che avevano quelle manie di grandezza ed occupavano l'intero sentiero pedonale.

Sentiva persino alcune ragazzine sussurrare tra loro che lei era la ragazza di Adrien Agreste e che, per questo, erano invidiose, aggiungendo che poteva scegliersi una ragazza come lui, piuttosto che lei.

C'era abituata a quei commenti, ma lei era l'unica ragazza al mondo a conoscere Adrien fino in fondo, arrivando a capirlo ed a sostenerlo, sia nei momenti più bui sia quando era a corto di battute pessime da fare.

Quelle ragazzine erano invidiose di lei perché stava con il "ragazzo più sexy di Parigi", ma sarebbe stato così anche se fosse stato il fidanzato di qualcun'altra.

"Nessun attacco di depressione. Stai reagendo bene Marinette, complimenti." si complimentò con se stessa, continuando a camminare e sorridendo, non volendo più ascoltare ciò che le fan di Adrien avevano da dire sul suo conto.

Però, ora che ci pensava, le erano già capitato episodi strani: come quella volta che, poco più di un mese prima, dopo la sfilata dove i capi firmati Agreste avevano vinto, una ragazza di circa vent'anni si era avvicinata a lei ed a Adrien per chiedere loro un autografo ed un selfie.

Imbarazzata per quella strana richiesta –e sollecitata da Adrien– accettò, cercando sembrare il più naturale possibile e senza apparire come se una persona invisibile le avesse tirato i lati delle labbra per farla sorridere.

Ci riuscì, per sua fortuna.

Successivamente, una cosa simile capitò altre volte, ma era più rilassata.

Senza nemmeno accorgersene, Marinette arrivò davanti alla porta dello studio massaggi di Master Fu; bussò, sorridendo quando Tikki volò fuori dalla sua borsetta e, insieme,
dopo aver sentito "avanti", entrarono.

Un lieve odore di incenso solleticava il naso della corvina, minacciando di farla starnutire, ed il fischio di una teiera sul fuoco era udibile dalla cucina.

«Buona sera Marinette, Tikki.» la salutò Wayzz, volando loro incontro e venendo salutato a sua volta. «Accomodatevi. Il Maestro arriverà tra poco.»
«Grazie.» risposero in coro le due.

Marinette si inginocchiò davanti al tavolo basso, mentre i due kwami si sedettero sopra, iniziando a chiacchierare con la portatrice del più e del meno.

«Buona sera ragazze.» disse Master Fu, entrando nel salotto con un vassoio; sopra di esso c'erano due tazze di tè verde ed il cibo per i kwami –biscotti per Tikki e qualche foglia di lattuga per Wayzz–

Marinette si era offerta più volte di aiutare il Guardiano, ma lui rifiutava poiché "era ancora un giovincello" –malgrado avesse centottantasei anni!–

L'anziano si accomodò di fronte alla corvina, porgendole una tazza fumante di tè caldo.

Malgrado fosse agosto, il tè che preparava Master Fu era molto più buono caldo.

«Allora, avete scoperto qualcosa chiedendo alla donna in prigione?» domandò l'ometto, vedendola annuire mentre soffiava sul liquido.
«Ho un potenziale sospettato.» Lo sguardo di Marinette scivolò sulla superficie liscia del tavolino, seria. «Master Fu, quali sono i poteri del Miraculous della volpe?»
«Chiunque possegga il Miraculous della volpe può ottenere tutto ciò che vuole con l'astuzia e la furbizia: può creare un'immagine alternativa della realtà, annullabile solo quando lo decide il possessore o annulla la trasformazione; inoltre, crea illusioni semi reali, cioè che può materializzare una specie di ologramma solido di una persona o di una cosa per un determinato periodo di tempo.» spiegò, guardando la sua allieva.
«Questo potere è simile a quello che Papillon aveva donato a Lila, solo che le sue illusioni sparivano se toccate.»
«Papillon può donare poteri per creare i suoi campioni, ma quei poteri, in confronto a quello dei Miraculous, non sono nulla. Per questo tu e Chat Noir avete sempre vinto contro gli akuma senza molte difficoltà.»
Marinette ridacchiò. «Mi creda, alcuni non erano per nulla facili. Lila, per esempio, era quasi riuscita a convincermi di darle i miei orecchini.»
«Come farti colpa: pensavi fosse il vero Adrien quello in pericolo.» rispose Fu con un sorriso confortante.
«Quando ci penso, non riesco a credere quanto sia stata stupida quella volta: era impossibile che fosse Adrien, ed i non sono riuscita a riconoscere una maledetta illusione dalla persona vera.» disse con un groppo alla gola.

Masque sans visageDove le storie prendono vita. Scoprilo ora