Era difficile svegliarsi presto la mattina se si era andati a dormire alle due del mattino perché la giornata consisteva nel lavorare ai modelli per le sfilate e, in più, continuare a tradurre il testo su tutto ciò che riguardava i Miraculous perché si era il prossimo Guardiano in carica, pensò stancamente Gabriel mentre scendeva le scale verso il salone per fare colazione e dare da mangiare anche a Nooroo.
Nathalie era già alla magione, intenta a lavorare al computer per stabilire la tabella lavorativa di Adrien durante i mesi successivi, tenendo conto, ovviamente, dell'università.
Dopo averla salutata, lo stilista si diresse verso la cucina per tagliare uno spicchio di mela al suo kwami e, siccome lui non aveva molta fame, mangiare il restante.
Nooroo uscì dal suo nascondiglio –dietro il colletto della camicia– per fiondarsi sul piano cottura e mangiare il suo cibo preferito.
L'uomo lo guardò mentre si riempiva il pancino, tagliando a sua volta una fetta di mela per avere qualcosa nello stomaco.
Pochi secondi più tardi, il kwami viola si fermò, rimanendo con il frutto tra le zampe e guardando preoccupato Gabriel.
«Gabriel...»
«Gabriel.»Una voce sinuosa lo chiamava dall'altra stanza.
L'uomo si pietrificò, riconoscendo a chi apparteneva quella voce.
«Gabriel, non andare.» disse Nooroo, alzandosi a mezz'aria all'altezza del viso col suo portatore. «Non ascoltare.»
«Gabriel.»
No, non era possibile.
«Gabriel, dove sei? Oh, eccoti qui.»
L'uomo si voltò verso la porta della cucina con il cuore che batteva all'impazzata e tutti i sensi amplificati.
La voce gli morì in gola non appena la vide.
Era bellissima, esattamente come la prima volta da quando le aveva messo gli occhi addosso.
I suoi capelli biondi, solitamente raccolti in una coda bassa laterale, ora scivolavano liberi lungo la schiena, arrivando a poco più di metà di essa; i suoi splendidi occhi verdi lo guardavano inteneriti, ed un sorriso le ornava il viso.
Era lì.
Martine.
Sua moglie era lì.
«Ciao Gabriel.»
L'uomo fissò la moglie a bocca semiaperta, incapace di respirare correttamente.
Gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo, a quando erano ancora una famiglia unita e, qualche mattina –quando lui non lavorava– quando si ritrovavano loro due in cucina a preparare la colazione per loro due ed Adrien.
A volte, malgrado le sue negazioni, includevano anche Nathalie nei loro giochi mattutini.
Era così fino ad un paio di anni fa, poi lei sparì e la casa divenne fredda, esattamente come una prigione, anche se era ben arredata e piena di colori.
«È rimasto tutto esattamente come ricordavo.» sorrise, entrando nella stanza e camminando verso l'uomo, che non si era ancora mosso. «L'atmosfera è sempre la stessa: è casa.»
Gabriel rimase in silenzio per tutto il tempo, ancora scosso dalla persona che aveva davanti; poi, deglutendo, parlò.
«Ma tu dovevi essere morta... Gli stessi medici mi hanno detto che non ce l'avevi fatta. Ho visto io stesso il tuo corpo...» disse l'uomo con un groppo alla gola, cercando di capire cosa avesse visto.
La bionda si fermò a qualche passo da lui, chinando il capo. «Quello che hai visto, ero io, vero: degli scienziati che lavoravano per la società segreta su cui stavo indagando aveva scoperto che io ero una portatrice e, decisi a scoprire di più sui Miraculous, mi catturarono, simulando la mia morte e, dopo avermi fatta riprendere, studiando me ed il mio kwami.»
«Ma allora perché il tuo Miraculous è qua?» domandò con la mente confusa.
«Perché, sapendo contro cosa stavo andando, ho scelto di proteggere il mio kwami, lasciandolo al sicuro a casa.»
«E non hai pensato a noi? Alla tua famiglia?» ringhiò Gabriel, arrabbiato per i suoi ragionamenti.
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Masque sans visage
Fanfiction•Terzo libro della serie Masked• ~ Sequel di "Amour masqué" e di "Masque tombé" ~ ----------------------------------- L'estate sta finendo e presto i nostri eroi dovranno tornare a scuola. Papillon è stato sconfitto ed ora convive "pacificamente" co...