Adrien tornò a casa dal servizio fotografico stanco morto.
Certo, già stare sul set a posare, cambiare abito ogni dieci minuti o un quarto d'ora e fare più scatti per gli stessi abiti non era facile; in più, essere stato in piedi tutta notte perché aveva dormito il pomeriggio aveva gli aveva sballato il normale "fuso orario".
Il biondo crollò sul letto, mugugnando di protesta quando sentì il cellulare vibrare, disturbandolo.
Aprendo un occhio, vide che era la chat di gruppo tra lui, Marinette, Alya e Nino, dove chiedevano se volessero andare a fare un giro tutti assieme.
I tre avevano accettato, mancava soltanto il modello.
Pensandoci un attimo, prese il cellulare e aprì il gruppo, accettando di andare con loro, pensando che non dormendo il pomeriggio avrebbe dormito la notte ed il suo organismo avrebbe ripreso a funzionare correttamente.
LadyBlogger: "Era ora che rispondessi! Che fine avevi fatto?!"
Fu il messaggio di Alya.
Tu: "Servizio fotografico... ora sono nel mio bel lettuccio morbido."
Rispose lui, digitando stancamente sulla tastiera.
Bro: "Allora svegliati amico. Dobbiamo essere a Place des Vosges tra un quarto d'ora."
Princesse: "Ecco, svegliatevi! Che non voglio aspettarvi ancora tanto!"
LadyBlogger: "Taci che tu sei a casa..."
Princesse: "Vero ;)"Le due migliori amiche continuarono con lo scambio di messaggi, mentre il ragazzo, ridacchiando, si cambiò i vestiti, indossandone altri più puliti e più comodi.
Infilatosi un paio di blue jeans strappati ed una maglietta bianca, uscì da camera sua dopo aver preso il cellulare ed il portafogli, facendo cenno a Plagg si seguirlo.
Gabriel guardò il figlio uscire dal cancello con le cuffie nelle orecchie.
Fino a qualche mese prima non gli avrebbe mai permesso di uscire di casa senza scorta, se non per i servizi fotografici o le lezioni di scherma, limitando al minimo le uscite con gli amici.
Più ci pensava più capiva di aver esagerato: per quanto fosse bella e spaziosa la villa, per Adrien "casa" equivaleva a "gabbia"; era stato difficile per entrambi, ma il figlio era colui che ne aveva risentito di più.
Adrien rischiava di perdere anche suo padre oltre che alla madre; anzi, Gabriel pensava di aver perso il figlio, ma era stato proprio il giovane ad essere rimasto aggrappato a lui ed a non volerlo lasciare anche se lo trattava come un figlio non doveva mai essere trattato: una persona qualunque e un dipendente.
Per un certo senso, l'uomo era felice che, malgrado tutto, il figlio avesse provato in tutti i modi di averlo vicino, ma era arrabbiato con se stesso per non averlo accolto.
Nooroo volò accanto alla spalla del suo portatore, guardandolo con i suoi grandi occhi viola.
«Gabriel, quello è passato. Ora pensa a costruire un futuro con lui.» sorride gentilmente.
«Ci proverò.» sospirò Gabriel, poggiando la mano sulla finestra. «Anche se non so come sarà il nostro futuro per quello che sta accadendo.»Il kwami gli rivolse uno sguardo compassionevole, poi si adagiò sulla sua spalla, poggiandosi contro il collo del padrone in quello che doveva essere un abbraccio; lo stilista sorrise, accarezzandogli la testa per restituire il gesto.
Quante volte quel piccolo spiritello viola l'aveva confortato?
Tante, senza contare tutte quelle in cui l'aveva fatto ragionare.
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Masque sans visage
Fanfiction•Terzo libro della serie Masked• ~ Sequel di "Amour masqué" e di "Masque tombé" ~ ----------------------------------- L'estate sta finendo e presto i nostri eroi dovranno tornare a scuola. Papillon è stato sconfitto ed ora convive "pacificamente" co...