CAPITOLO17

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Sento la mano di Matt accarezzarmi lungo tutto il fianco destro...lentamente..con il suo tocco così delicato e leggero.
Sento la pelle ruvida dei polpastrelli delle sue dita pizzicarmi la pancia poco sotto l'ombelico provocandomi brividi in tutto il corpo.
La sua lingua, nel frattempo, si occupa del mio collo insieme ai denti che lo mordono e lo succhiano torturandomi.
<< Matt..>> gemo inarcando la schiena.
Lui scende baciandomi la scollatura della maglia.
Sospiro prendendo una ciocca dei suoi capelli mossi e neri.
Sono così morbidi.
<< piccola.. >> ringhia lui.
Si spinge contro di me facendomi sentire quanto sia eccitato.
Arrossisco subito.
Gli faccio veramente questo effetto?
Il mio telefono squilla rovinando il momento.
Mi tiro su per rispondere e Matt segue i miei movimenti rimanendo attaccato al mio collo.
<< non rispondere. >> dice soffiando contro la mia pelle.
Non lo ascolto e prendo il mio cellulare ridacchiando.
Il mio sorriso svanisce quando vedo chi mi sta chiamando.
<< pronto... >> dico titubante.
Matt si stacca da me guardandomi preoccupato.
<< dove cazzo sei?! >> urla mio padre.
<< io... >>
<< torna subito a casa! Se fra cinque minuti non sei qui, Hope, prega che io mi sia calmato >> dice lui attaccando.
Mi alzo in fretta e furia prendendo la mia roba.
Corro al piano di sotto e indosso velocemente la giacca con le scarpe.
<< piccola dove vai? >> Matt, ancora confuso, mi segue mentre si rimette la maglia.
<< a casa, mio padre è arrabbiato >> mi mordo il labbro e saluto velocemente Katrin e Tyson prima di uscire di casa con Matt.
<< ti accompagno, forza >>
Una volta in macchina continuo a torturarmi il labbro con i denti e, come se non bastasse, il mio telefono comincia a squillare, sento che mi sono arrivati altri messaggi.
Io starei attenta a chi hai intorno bellezza, non tutti sono tuoi amici.
Scorro tutti i venti messaggi del solito numero sconosciuto e sgrano gli occhi per la brutalità di alcuni di essi.
Ti scoperò così tanto che non riuscirai a muoverti per settimane.
Dio...
Se non mi ubbidisci io...beh..sarò costretto a farti del male bambolina.
Mi metto le mani fra i capelli e senza nemmeno accorgermene mi metto a piangere, per la frustrazione penso.
<< che è successo? >> Matt accosta davanti al cancello di casa mia e spegne la macchina girandosi dalla mia parte.
Tremando gli dò il cellulare mostrandogli i messaggi.
Lui gli legge attentamente.
Noto la sua mascella serrata e penso che il mio telefono possa rompersi da un momento all'altro per la forza con la quale lo sta tenendo.
<< chi cazzo è questo? >>
<< non lo so...è anonimo io.. >>
<< da quanto è che ti scrive? >>
<< una settimana circa...io volevo dirtelo ma avevo paura che ti arrabbiassi >>
<< sono incazzato, Hope >> Matt si passa una mano fra i capelli e chiude gli occhi respirando.
Riprendo il mio telefono e faccio per uscire dalla macchina ma lui mi ferma per un braccio tirandomi indietro.
<< non sono arrabbiato con te, solo voglio sapere chi è questo figlio di puttana >> poggia la fronte sulla mia guardandomi negli occhi.
Annuisco lasciandomi sfuggire qualche lacrima.
<< non devi avere paura con me piccola, ci sono io >>
<< okay >>
Lo bacio delicatamente sulle labbra assaporandolo.
<< posso chiamarti stasera? >> gli domando.
<< certo, chiamami dopo mezzanotte però perché ho un incontro >>
<< stai attento >>
<< lo sono sempre >>
Mi bacia un ultima volta prima di sfrecciare via con l'auto.
Corro verso casa aprendo lentamente la porta.
<< padre.. >> urlo mentre mi tolgo la  giacca e le scarpe.
Mio padre esce dalla cucina con una bottiglia di vodka in mano e la cintura dei pantaloni nell'altra.
Sbianco immediatamente ed indietreggio verso il muro.
<< dove sei stata? >> dice lui avvicinandosi fino a trovarsi a pochi centimetri da me, con le mani ai bordi della mia testa.
<< in..in biblioteca..>> mento balbettando.
Non posso certo dirgli che sono stata da Matt o ricomincerebbe a darmi della puttana e non riesco a sopportarlo.
<< bugiarda! >> grida lui.
Tira un pugno al lato della mia testa creando un foro nel muro.
Sussulto al suo gesto rimanendo senza fiato.
Non ora Hope. Riprenditi.
Non ho l'inalatore e non posso sentirmi male in questo momento.
<< non sto mentendo padre >> sussurro a testa bassa.
<< lurida... >> prende in pugno una grossa ciocca dei mie capelli facendomi cadere a terra.
Mi trascina fino al divano ignorando le mie urla.
<< lasciami! >> mi dimeno sotto la sua presa fino a quando non mi getta letteralmente sul tavolo del salotto, sbatto la testa contro lo spigolo e mi sento al testa girare per una frazione di secondo.
<< spogliati >> mi ordina.
<< padre, ti prego.. >>
<< ho detto spogliati stronza! >> lui mi strappa la maglia di dosso e mi urla di togliermi anche i pantaloni.
Sono in intimo davanti a lui.
<< cosa sono questi? >> si china verso di me indicando i numerosi succhiotti che Matt mi ha lasciato sul seno e sul collo.
<< ti ho chiesto cosa cazzo sono questi?! >> mi tira uno schiaffo facendomi girare la testa.
Singhiozzo mentre mi tocco la guancia dolorante.
<< sono succhiotti...brutta puttana.. >>
Mi fa girare di schiena e so già cosa mi accadrà, chiudo gli occhi preparandomi alle solite frustate sulla schiena ma non arrivano.
<< apri le gambe >>
Divarico le gambe come mi ha ordinato senza obbiettare, ho troppa paura.
Sento le sue mani che mi toccano l'interno coscia.
Mi sento così sporca in questo momento.
Lui chiude la pelle fra le dita e la tira facendomi gridare dal dolore.
Continua a darmi dei forti pizzicotti fra le gambe.
Le sento bruciare e pulsare sempre di più.
Piango e urlo dicendogli di smettere ma lui non si ferma. È spietato.
La cintura di pelle si scontra con la mia schiena e non riesco nemmeno più a parlare.
Ho finito la voce e ho finito le forze.
Sento di poter svenire da un momento all'altro.
Mio padre, ormai soddisfatto, mi prende il volto fra le mani stringendolo.
<< così impari a disubbidirmi >> mi sbatte la testa contro il tavolino e i miei occhi si chiudono.

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