CAPITOLO27

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È incredibile come le persone ti possano deludere, come si possano rivelare false ed insensibili. Le emozioni mi stanno sovrastando, si stanno prendendo gioco di me ed io con esse sto annegando in un buco nero senza fine, da cui so, che non riuscirò ad uscire, una volta al suo interno.
Concludo il tema di italiano consegnandolo alla professoressa prima che suoni la campanella. Ho messo tutta me stessa in questo compito, il tema era " amore " e diciamo che ho sfruttato la cosa per sfogarmi. Apro il mio armadietto prendendo il mio pranzo e il pacchetto di sigarette avviandomi verso la mensa.
Sbuffo sentendomi sola. Loren mi ha chiamata dicendo che non aveva voglia di venire a scuola, non so cosa le stia prendendo ma i suoi voti stanno calando e se continua così sono sicura che i suoi genitori la spediranno in un collegio sperduto, magari in Polonia, per " rimetterla in riga ". Saluto con un cenno del capo Ashley dal suo tavolo e mi siedo in una parte più appartata vicino all'area fumatori. Guardo il mio panino e dopo due morsi mi sento già sazia, dovrei incominciare a mangiare di più o sarò costretta a comprarmi nuovi pantaloni, dato che mi stanno tutti larghi.
Lego i miei capelli in una coda alta e mi sistemo gli occhiali sul naso stringendomi nel mio maglione enorme e accogliente. Estraggo una sigaretta dal contenitore e mi alzo per uscire in giardino ma per poco non casco quando mi scontro con un corpo caldo e possente. << cazzo, guarda dove vai Hope >> ringhia Matt guardandomi con disprezzo. Mi acciglio ma quando il mio sguardo si ferma sulle sue mani in quelle di Virginia, perdo un battito << hai mica un accendino? >> domando alla mora sorridendo. Ignoro completamente Matt mentre serra la mascella << no >> risponde secco lui.
Alzo un sopracciglio ridacchiando << l'ho chiesto a lei >> la ragazza mi porge il flipper e accendo la sigaretta sotto lo sguardo pungente di Matt. La porto alla bocca aspirando e restituisco l'accendino sbuffandole il fumo vicino e incamminandomi nel giardino della scuola, i miei occhi si fanno subito lucidi così lì sbatto più volte mandando indietro le lacrime. Osservo la mia rovina rigirandomela fra le mani, lo so, per un asmatico non è il meglio fumare ma non trovo altro modo per rilassarmi e ora mai...ne sono dipendente.
La suoneria del mio telefono mi sveglia dai miei pensieri e i miei occhi si illuminano quando leggo il nome di Loren << pronto? >> il mio sorriso si spegne appena sento la sua voce incrinata << Loren, che succede? >> chiedo allarmata. << io non mi sento bene, devi venire subito a casa di Calum...ti prego fai veloce >> << arrivo subito, tranquilla >>. Corro come una matta e in meno di dieci minuti sono davanti al portone di casa, busso freneticamente mentre il mio respiro si appesantisce così prendo l'inalatore e decido calmarmi con quello.
Spalanco gli occhi quando vedo Loren, ha i capelli spettinati e visibilmente annodati, i suoi vestiti sono strappati e i suoi occhi sono contornati da un rosso vivo.
<< cosa è successo?! >> urlo entrando senza chiedere il permesso, la prendo per un polso quando la vedo traballare e per paura che possa cascare la trascino fino al divano; osservo la stanza e il mio occhio cade sul tavolo in vetro di fronte a me...una bottiglia d'acqua, il televisore, un telecomando e... << dimmi che non è vero >> singhiozzo pregandola, lei mugola e mi abbraccia scoppiando a piangere.
La striscia di cocaina e le varie canne posate sul mobile cadono a terra quando un colpo di vento freddo ci attraversa. << Loren devi parlarmi..come è successo? >> cerco di non lacrimare ma la cosa mi è quasi impossibile e solo ora, stupidamente, mi accorgo dell'odore d'erba all'interno della piccola casa << dovevamo divertirci..ma...ma la cosa ci è sfuggita di mano e..non ricordo bene cosa sia successo. Calum ha dato di matto dopo la seconda striscia di coca e voleva fare sesso con me ma io non volevo e...>>
<< shh, va tutto bene >> la rassicuro stringendola fra le mie braccia e accarezzandole i capelli. << dov'è lui, devi dirmelo Loren >> lei sgrana gli occhi e mi spinge allontanandomi da lei << lui è qui, devi andartene! Subito! >>
<< Loren, non ci farà niente...vieni con me, a casa >> la prendo per un braccio e camminiamo alla porta ma mentre si sta rimettendo la giacca sentiamo un porta sbattere. << cosa ci fai qui?! Ficca naso! >> gli occhi di Calum sono completamente rossi e non si regge quasi in piedi, si tiene al cornicione delle scale e mi guarda fulminandomi.
Loren mi tira per farmi andare via ma io sono troppo incazzata con lui << Calum perché lo hai fatto? Le stai facendo del male non vedi?! >> cerco di non alzare troppo la voce.
Sono stata in situazioni del genere con mio padre e so come comportarmi ma non so che reazioni può avere lui.
<< non sono affari tuoi! Stronza! >> si avvicina a me e si posiziona a due centimetri dal mio viso << fatti gli affari tuoi zoccola! >> le sue parole non mi fanno ne caldo ne freddo.
<< vaffanculo...>> sussurro, sostenendo il suo sguardo.
<< Calum no! >> sento l'urlo di Loren prima di essere spintonata per terra; percepisco la mia guancia bruciare ma sono abituata a peggio. Mi rialzo velocemente con le lacrime agli occhi...lui era mio amico.
Per un attimo sembra riprendersi, mi fissa e boccheggia prima di mormorare un " andatevene " a cui dò retta.
Usciamo di casa velocemente ed io sento la testa esplodere al contatto con l'aria gelida.
<< merda.. >> sussurro portandomi una mano sul retro del capo da cui esce un po' di sangue << mi dispiace così tanto >> singhiozza Loren sentendosi in colpa. Non me la prenderò con lei per questo. << noi dobbiamo parlare, Cristo! >> strillo sentendo una fitta alla testa e mi porto le mani nei capelli piegandomi sulle ginocchia << stai bene, Hope? >> si allarma lei.
<< si, si andiamo a casa >> velocizziamo il passo e in pochi minuti siamo nella cucina di casa mia.
Loren mi porge un po' di ghiaccio e io lo posiziono sulla guancia destra, non posso permettermi un'altro livido.
<< da quanto? >> ringhio.
<< da quanto cosa? >>
<< da quanto fai uso di quella merda, Loren! >> << da quando sto con Calum, un mese >> mi mordo il labbro nervosamente e la voglia di uccidere quel pezzo di merda mi attraversa la mente Dio Hope, ma cosa pensi? Faccio una smorfia schifata per i miei pensieri che trovo, io stessa, al quanto rivoltanti.
<< non lo farai più, quella cosa ti uccide okay? >> le dico fredda.
<< non posso... >> sussurra lei con voce spezzata << ne sono dipendente ormai >> mi alzo posando il ghiaccio e mi avvicino a lei abbracciandola << ne usciremo insieme >> le mormoro all'orecchio stringendola a me.
***
Mi sveglio sentendo uno scricchiolio del pavimento al piano di sotto, guardo Loren accanto a me ancora dormiente e decido di andare a dare un'occhiata tanto per stare tranquilla; prendo il telefono e accendo la torcia ma più scendo le scale e più il rumore aumenta. << deve essere qui da qualche parte, trovatela >> riconosco quella voce...Set Black, il ragazzo che tormenta Matt sostenendo di avere un " conto in sospeso " con lui.
Risalgo velocemente al piano di sopra ed entro in camera chiudendomi al suo interno e scuotendo Loren. << dobbiamo scappare c'è qualcuno in casa >> sussurro con le lacrime agli occhi.
Digito velocemente il numero di Matt mentre Loren apre silenziosamente la finestra << rispondi..rispondi..>>
<< Hope, cosa succede? >> la sua voce è roca, devo averlo svegliato.
<< Matt..Set è in casa mia mi sta cercando, io e Loren stiamo scendendo dalla finestra devi venirmi a prendere, ti prego >> singhiozzo in silenzio e quando sento il rumore di passi sulle scale mi allarmo.
<< cazzo...due secondi e sono lì >> lo sento imprecare prima di chiudere la chiamata. << calati prima te >> dico a Loren e lei senza ribattere si lancia sull'albero per poi scendere a terra con un salto. Sporgo un piede fuori e poi l'altro e mi aggrappo al ramo scendendo. << corri >> arriviamo al cancello automatico e immetto la password velocemente mentre Loren si guarda intorno. << Sono laggiù! >> sento una voce urlare quando il cancello fa il suo suono di apertura.
<< Dio...>> corriamo il più veloce possibile ma gli uomini che ci stanno dietro sono troppo veloci, mi tirano per le braccia stringendomi i polsi e io mi dimeno << vai! >> grido a Loren ma lei non mi ascolta e torna indietro tirando un calcio ad uno dei due che si piega dal dolore. La BMW di Matt si ferma sgommando e lui scende avvicinandosi a noi. << lasciala subito! >> il ragazzo in nero accanto a me ridacchia e tira fuori una pistola dalla tasca posteriore dei jeans, sgrano gli occhi e vedo la preoccupazione e la rabbia in quella di Matt. << Loren vieni qua >> ringhia lui attirandola per un braccio.
<< peccato che il capo la voglia viva >> ghigna l'uomo puntandomi la pistola al lato della pancia. Sento uno sparo e comincio a boccheggiare quando vedo il ragazzo morto con un foro in testa ma il dolore si propaga in me quando muovo il fianco.Urlo quando lo guardo e lo vedo pieno di sangue con un proiettile ben visibile al suo interno.
<< Matt! >> grido disperata accasciandomi a terra per il troppo male << piccola, resisti ora sei al sicuro, ti porto a casa >> mi prende in braccio e io faccio una smorfia quando mi tocca il punto dolente.
Il dolore è troppo e comincio a vedere sfocato << no, Hope, resta con me >> vedo doppio e le sue parole rimbombano nella mia testa e prima che io me ne possa accorgere svengo.
Matt
Mi porto una mano fra i capelli e stringo talmente tanto la sigaretta fra le dita che per poco non la spezzo, la tensione è troppa e il mormorio all'interno del salotto dietro di me non fa altro che innervosirmi. Quando gli occhi della mia bimba si sono spenti il mio cuore ha perso battiti e la paura di perderla mi ha invaso la testa, ogni mio pensiero è focalizzato su di lei, Hope è la protagonista della mia mente. Sbuffo il fumo e stringo i pugni sedendomi sul divano accanto a Ryan tenendo lo sguardo basso, mi tocco il piercing ad anello al naso per lo stress e stringo i denti mentre impreco. Il nostro rifugio è l'unico posto sicuro al momento. È una casina al di fuori della città dove è sicuro che il gruppo di Set non ci troverà. La mia squadra sta facendo il possibile per rintracciare quei bastardi e per far sì che non si avvicinino a noi o, almeno, di poter prevedere un possibile attacco. Qua dentro abbiamo tutto il necessario: cibo, acqua, camere, armi, macchine e un dottore. È tre fottute ore che Hope è in quella fottuta stanza ed è tre fottuttissime ore che io sto aspettando per vederla. Devo spiegarle tutto. Devo farle capire che io la amo, che non ho mai realmente smesso di farlo. Devo proteggerla.
Samuel, il nostro medico, fa la sua entrata in salotto e il silenzio cala nella stanza. Mi alzo subito in piedi e mi avvicino a lui.
<< come sta? >> ringhio << sta dormendo, si dovrebbe svegliare a momenti, l'intervento è andato bene. Il proiettile non è andato abbastanza affondo per poter colpire un qualsiasi organo >> lo supero dirigendomi verso la camera dove si trova la mia piccola ma vengo fermato. Serro la mascella snervato << Matt, tieni gli antidolorifici, sentirà molto male al fianco perciò dagliene due con un goccio d'acqua >> mi sorride Samuel cordiale ma in questo momento, non riesco ad essere gentile con nessuno. Sono troppo incazzato e troppo preoccupato. Cammino a passo svelto e apro lentamente la porta che cigola provocando un rumore poco udibile. Mi siedo sulla poltrona al lato del letto e mi si stringe gli occhi quando la vedo.
Il volto di Hope è rilassato ma i suoi lineamenti sono più calcati dall'ultima volta in cui l'ho vista. Deve essere dimagrita.
Sorrido tristemente.
Sembra un angelo.
La luce della luna la illumina mostrandola, ai miei occhi, ancora più bella, se possibile, di come già la vedo.
Le sue labbra sono rosse e piene e la voglia di baciale è alle stelle, i suoi capelli sono sciolti e sparsi sul cuscino.
Le prendo la mano e gliela accarezzo con il pollice. Abbasso lo sguardo e stringo gli occhi...è colpa mia, cazzo.
Dei dolci lamenti mi fanno alzare di scatto gli occhi verso di lei.
Hope sbatte gli occhi più volte le palpebre e appena mi mette a fuoco delle lacrime traditrici le solcano le guance. << Matt...>> sussurra stringendomi la mano << piccola, sono qua...mi dispiace così tanto >> le bacio il palmo e tiro su con il naso quando lo sento pizzicare.
Porca puttana, non posso piangere!
<< mi fa male...>> mormora facendo una smorfia di dolore << prendi queste, tieni >> le porgo le pasticche e la aiuto ad alzarsi con i cuscini nonostante il male al fianco. La guardo con dolcezza mentre stringe gli occhi mandando giù le pillole << come è successo? >> dice ringhiando quando prova a muoversi << ti hanno sparato al fianco ma il proiettile era in superficie...sei in un posto sicuro ora, piccola >> lei annuisce lentamente e mi osserva accigliata << voglio sapere tutto Matt, cosa sta succedendo? >> mugola. Le racconterò tutto. Lei ha il diritto di sapere. << ti dirò tutto, ma devi farmi spiegare >> mi sistemo sulla sedia e prendo il pacchetto di sigarette estraendone una dal suo interno << Quando mi hai trovato con Virginia, io non la stavo baciando...>> lei ridacchia alzando gli occhi al cielo, serro la mascella e deglutisco convincendomi a continuare << sapevo che saresti venuta, anche se ti avevo detto di non farlo, ti conosco troppo bene >> lei si acciglia << ho udito il portone sbattere quando sei entrata e anche lei lo ha sentito, mi è saltata addosso e io sono stato al gioco. Dovevo farmi vedere da te >> vedo il suo labbro tremare e stringo i pugni, riesco a sentire il suo cuore frantumarsi una volta per tutte << io ti amo. Non ho mai smesso, piccola...okay? >> le prendo la mano e la stringo mentre con l'altra gioco con la sigaretta << Virginia lavora per Set >> ammetto guardandola negli occhi, Hope sbianca e spalanca la bocca << ma lei non era la tua migliore amica? Io non capisco? >>
<< lo era, lei è sempre stata innamorata di me, le sono sempre piaciuto e quando si è trasferita se ne è andata insieme a Set. Ci ha osservati, in ogni momento e quando ha avuto il comando, si è fatta rivedere, con la scusa di essere tornata a Londra >> mi fermo sospirando prima che la rabbia prenda il possesso di me stesso << mi ha ricattato, mi ha detto che se io non fossi stato con lei te saresti morta e che se ti avessi anche solo rivolto la parola...>> non riesco a continuare così accendo la sigaretta e faccio qualche tiro per calmarmi, Hope mi stringe la mano e mi accarezza riuscendo a tranquillizzarmi. Quanto cazzo la amo.
<< io ho accettato. Se ti fosse successo qualcosa...non me lo sarei mai perdonato, piccola. Quando ne avevo la possibilità ti parlavo, anche solo per litigare, volevo toccarti, volevo starti vicino ma non potevo. Ma ovviamente non era tutto così facile... >> rido amaramente sbuffando il fumo << Virginia voleva che io mi allontanassi da te solo per dare strada libera a Set, appena me ne sono accorto ho cominciato ad osservarti da lontano aspettando un suo movimento ma..sono arrivato tardi >> scuoto la testa. Sono più incazzato che mai.
Hope singhiozza portandosi una mano alla testa e io mi alzo piegandomi su di lei e baciandole la fronte possessivamente.
<< non ti succederà nulla, piccola >> le sussurro all'orecchio ispirando il suo profumo e accarezzandole la guancia. Non sono sicuro che lei sia fuori pericolo. Non lo sarà mai. Io farò il possibile per proteggerla. Al costo di dare la mia vita. Ma una cosa è sicura.
Ucciderò quel bastardo con le mie mani.

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