CAPITOLO23

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La mensa della scuola è stracolma di studenti, gioco con il cibo nel mio vassoio.
Sono passati cinque giorni, cinque fottutti giorni da quando Matt mi ha lasciata.
Da quando io non dormo più. Da quando io non vivo più.
Mi sento morta, morta dentro.
Lui non si fa vedere, è come scomparso, il suo solito posto nel bel mezzo della stanza è vuoto come quello di Ryan, Jackson e Logan.
Calum e Loren siedono davanti a me baciandosi e chiacchierando mentre io sto qui, da sola, tengo il telefono sempre acceso e carico nella speranza di una sua chiamata in cui lui dica che mi ama, che gli manco...
Sento gli occhi pizzicare così sbatto le palpebre più volte per tranquillizzarmi.
Calma Hope.
Estraggo l'inalatore dallo zaino prendendolo in mano ed ispirando profondamente.
Quando lui era con me non mi serviva.
Lui era la mia medicina e mi stava curando, ma quando una cura si smette non è detto che la malattia se ne sia andata.
<< Stai bene? >> Loren si gira verso di me guardandomi con occhi pieni di pena.
Dio, smettetela di fissarmi.
<< si, certo >> sorrido debolmente stringendomi nella felpa.
Prendo i miei capelli fra le meni e li tiro stringendo la coda.
Mi sistemo gli occhiali neri e grossi che mi erano scesi leggermente sul naso.
<< Hope, mangia qualcosa >> mi supplica Calum.
<< non ho fame >> sussurro portandomi dietro l'orecchio una ciocca di capelli.
Proprio come faceva lui.
Mi mordo il labbro prendendo il vassoio e lo zaino avviandomi verso l'uscita della mensa.
Mi siedo sull'erba del giardino accanto ad un albero, estraggo il pacchetto di Marlboro prendendo una sigaretta insieme al l'accendino.
Non dovrei fumare, soffro d'asma.
Porto l'unica cosa che riesce a calmarmi alla bocca aspirando il fumo.
Lentamente lo faccio fuoriuscire dalle mie labbra socchiudendo gli occhi e godendomi questo momento di tranquillità.
<< ti amo, piccola >>
Scuoto leggermente la testa cercando di togliermi la sua voce roca dalla testa.
<< sei mia >>
Porto la testa all'indietro sul tronco dell'albero cercando di trattenere le lacrime al ricordo di...lui.
<< non ti amo >>
<< basta! >> soffoco un urlo tappandomi le orecchie.
Dio...non di nuovo.
Piango in silenzio mandando un messaggio a Loren di dire al professore che mi sono sentita male.
Corro verso casa mia mentre delle lacrime amare scorrono come un fiume in piena sulle mie guance.
<< abbiamo chiuso >>
Aumento il passo.
<< non ti amo >>
Prendo le chiavi cercando di aprire la serratura ma la vista è troppo offuscata.
<< è finita >>
Salgo le scale velocemente rinchiudendomi in camera mia.
Scivolo lentamente sulla porta portandomi una mano alla bocca e l'altra alla pancia singhiozzando.
Sento un dolore atroce allo stomaco, cerco l'inalatore dentro lo zaino e respiro lentamente ma non riesco comunque a calmarmi.
Cammino verso il bagno e mi osservo allo specchio.
I miei occhi sono rossi, le labbra gonfie per colpa dei miei morsi, i capelli scompigliati...un disastro.
Sono orribile.
Io gli faccio schifo.
Lui non mi ama.
<< cazzo! >> urlo tirando un pugno al vetro, questo si infrange in mille pezzi.
<< Gesù...>> mi porto la mano sanguinante al petto piangendo.
Sto dando di matto.
Apro il mobile sopra il lavandino prendendo il disinfettante e la fascia.
Passo tutto il liquido sopra la ferita stringendo i denti e, una volta finito, ci giro intorno la fasciatura stringendola il più possibile.
Mi mordo il labbro nervosa, raccolgo i vetri del mio specchio per terra stando attenta a non graffiarmi e li butto via nel cestino accanto alla doccia.
Mi asciugo le lacrime e faccio un respiro profondo prima di tornare in camera.
Mi tolgo la felpa.
Voglio dormire...dormire e dimenticare.
Apro l'armadio estraendo una maglia bianca...la sua maglia.
Gli occhi ricominciano a frizzare quando, dopo averla indossata, il suo profumo si insinua nelle mie narici.
Chiudo gli occhi sdraiandomi sotto le coperte del letto.
Porto le gambe al petto rannicchiandomi su me stessa, stringo il pezzo di stoffa fino al mio naso beandomi di quel odore.
Menta e fumo.
Una lacrima solca il mio viso e cado incosciente fra le braccia di Morfeo, sperando che tutto questo sia solo un incubo e che al mio risveglio lui si troverà accanto a me.

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