Capitolo 01

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Pov's Morgana

Le previsioni avevano dato pioggia per l'intera giornata e Morgana stava per perdere il treno. Si era svegliata presto,amava osservare l'alba e, per quel motivo, spesso restava sveglia tutta notte per paura di perderla; cosa che successe, quella mattina,dato che le nuvole creavano un mantello grigio nel cielo che impediva al sole di risplendere. Il problema sorse quando spese troppo tempo per prepararsi.
Quando riuscì a salire sul treno si mise gli auricolari e si lasciò trasportare dalla voce della sua cantante preferita; Janis Joplin, "The last time".

Arrivare in facoltà era piuttosto semplice e veloce; anche se la strada veniva percorsa a piedi non richiedeva mai troppo tempo o fatica.

La sede di lingue orientali era stata dipinta con colori che definire "eccentrici" era dir poco: arancione, verde, giallo e blu.

"Solo un idiota o un daltonico metterebbe quei colori insieme, ma che cazzo".

Passate le porte della facoltà, Morgana prese a salire fino ad arrivare all'aula predisposta per la lezione di giapponese.

"Ragazzi,questo essere Kanji di serpente sotto cappello".

Alla mora non andava a genio. Era una professoressa di giapponese, nata in Giappone e con una cattedra nella sua facoltà; in tutto questo faceva pietà e misericordia quando doveva spiegare.
Una sofferenza per tutti i presenti.

Quando le tre ore di lezione finirono, Morgana decise di uscire nel giardino della facoltà per  fumarsi una sigaretta; si stese su una delle tante panche di legno presenti e vuote, segno che molti erano dentro a studiare o a seguire le altre lezioni.

Chiuse gli occhi. Ricordi iniziarono a scorrerle davanti, ricordi pieni di dolore e sofferenza.

Si era addormentata e, subito, un incubo aveva iniziato a prendere forma.

Pov's Isabella

Uscì dalla porta più vicina all'aula per poter arrivare velocemente in cortile. Aveva finito la lezione di giapponese e aveva assolutamente bisogno di fare una pausa, prima di ricominciare a studiare.
Sarebbe tornata a casa di sera, come sempre. Quella casa era un luogo accogliente, la maggior parte delle volte, ma non riusciva assolutamente a studiare, lì. Aveva spesso bisogno di cambiare aria, uscire da là e prendersi una pausa dai suoi genitori, dai parenti a pranzo la domenica.
Una volta uscita, si accese una sigaretta. Guardò davanti a sé e vide una ragazza sdraiata su una delle panchine. Probabilmente stava dormendo.
"Che cazzo è venuta a fare all'università se aveva voglia di dormire?"
Poco dopo aver formulato questo pensiero, vide la ragazza in questione rigirarsi nel sonno e cadere per terra, svegliandosi di soprassalto.
Titubante, ci pensò su qualche secondo, poi decise di andare ad aiutarla. Le sembrava veramente crudele girarsi e fare finta di niente. "Niente karma negativo".
-Ehi, ehm... tutto bene?-
L'altra la squadrò con un'espressione poco rassicurante.

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