Capitolo 25

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Pov's Morgana

Appena isabella chiuse la porta, Morgana non poté far a meno di pensare di fermarla: non lo fece.

Si ritrovò, dopo un'infinità di tempo speso in piedi davanti la porta , stesa sul suo letto: un braccio a coprirle gli occhi e l'altro poggiato sullo stomaco.

La sua testa non voleva saperne di smettere di urlarle quanto fosse stata stupida.
Sarebbe stato diverso se fosse rimasta con lei, se le avesse detto che l'amava più di ogni altra persona al mondo e che in quelle settimane, lei, era diventata la sua piccola spina nel fianco: qualcosa di necessario.

Non poteva cambiare ciò che era successo. Aveva già perso una battaglia del genere quindi non poteva assolutamente sperare di uscirne indenne; si addormentò con decine di pensieri che le frullavano nella testa sperando che, al suo risveglio, fosse riuscita a tornare alla normalità con o senza di lei.

Passarono due giorni e dalla matricola nessuna risposta. La sera in cui aveva deciso di andarsene, Morgana l'aveva chiamata molte volte senza mai aver avuto risposta.

Nemmeno quel giorno si era scomodata ad aprire le ante della finestra, accendere la luce, scendere a fare colazione, pranzo o qualunque sia stato il pasto da fare in quel momento della giornata. Non accendeva il telefono da giorni quindi non le interessava sapere l'orario.

Venne risvegliata dai suoi pensieri non appena sentì sbattere la porta di casa e dei passi, molto pesanti, avvicinarsi.

"Ciao "papà""

L'uomo storse il naso vedendo lo stato della stanza.
-Ma come cazzo ti sei ridotta?-

"Beh, me la passo meglio di te, il tuo aspetto fa schifo come al solito"

-Fai poco la spiritosa e pulisci tutta la porcheria che hai seminato.-

"Sei venuto qui per farmi la paternale in merito a quante volte e quando faccio le pulizie? Potevi risparmiarti il viaggio"

-No, fa come cazzo ti pare. Che ci hai fatto?-

"Con che cosa?"

-Con i venticinquemila che hai preso-

Morgana non si aspettava una domanda del genere, perché doveva importagli?
"Ci ho fatto shopping, perché?"

-È una cazzata. Smettila di fare l'idiota e dimmi per cosa li hai usati-

"Da quand'è che tieni d'occhio quel conto corrente? Pensavo non ti importasse dei soldi che spendevo."

-Perché hai preso proprio venticiquemila, voglio sapere questo-

"Ho aperto un mutuo per una casa, voglio andare a vivere da sola"

Il padre scoppiò in una fragorosa risata.
-Più sola di così? Ingrata del cazzo. Vai dove ti pare, togliti dai coglioni il prima possibile-

Detto questo, il padre si voltò e se ne andò sbattendo la porta di casa.

Dopo essersi accertata che se ne fosse davvero andato, prese il telefono per contattare Rebecca chiedendole se aveva riscattato l'assegno. Quando le rispose affermativamente Morgana iniziò ad avere un terribile presentimento.

*Perché diavolo, quell'idiota, si preoccupa ora dei suoi soldi se, a detta sua, quel conto  era "ininfluente"?*

A Rebecca

Mio padre mi ha chiesto spiegazioni sul perché avessi preso tutti quei soldi.

Da Rebecca

Non avevi detto che non c'erano problemi?

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