Pov's Morgana
Inutile dire che Morgana non sopportò affatto lo sguardo che quella ragazzina le rivolse. Si trattenne a stento dall'insultarla, diciamo che si salvò per miracolo quando si alzò per scendere.
*Lo sapevi che dovevi farti i cazzi tuoi, ed invece no, hai provato ad essere gentile "quanto basta" e non ci hai guadagnato nulla. Brava cogliona*
La fermata di Morgana arrivò presto e altrettanto velocemente, si ritrovò di fronte alla porta di casa.
Aprì la porta con calma, sapeva che probabilmente sarebbe stata sola.
La sua dimora era suddivisa in due piani: il salone era all'entrata, la cucina al suo fianco la cucina con un grande tavolo in legno mentre al piano superiore erano presenti tre camere da letto e un bagno.
Erano anni che il padre e la madre si tradivano a vicenda senza troppi giri si parole o di fatti; ogni sera si evitavano prontamente, raramente dormivano a casa, in parte per i lavori che facevano e d'altra parte per stare con i rispettivi partner. Il loro era un matrimonio di facciata e convenienza; gli andava bene viverlo in quella maniera.
Da quando Morgana aveva informato, i suoi genitori, di essere lesbica, aveva potuto constatare con gioia come la sua vita quotidiana non fosse cambiata di molto: non se l'erano presa, non le avevano fatta la romanzina e non le avevano posto alcuna domanda. I loro sguardi parlarono da soli.
Salì fino ad arrivare nella sua stanza, prese "L'Orlando furioso" e iniziò a leggerlo ad alta voce; quando alzò lo sguardo stava sorgendo l'alba, si fermò ad osservarla e si preparò per raggiungere la facoltà.
Al di fuori dell' entrata si prese qualche minuto per accendere una sigaretta, fumò finche non la vide arrivare. La stava fissando: voleva scusarsi? Nah, non sembrava quel tipo di persona.
Isabella si avvicinò tenendo lo sguardo basso.
"Guarda, non so che cazzo hai in mente e non mi interessa;non posso e, anche se potessi, l'intenzione di cambiare il colore dei miei occhi per te non mi sfiorerebbe neanche lontanamente."
<Vaffanculo->
*Che risposta del cazzo*
Morgana fece qualche passo in avanti fino ad arrivare a qualche centimetro dalle sue labbra.
"E allora levati dai coglioni, non mi piace investire il tempo sulle persone come te".
Dopo aver passato lo sguardo dalle sue labbra ai suoi occhi, la mora si diresse verso l'aula di coreano, le lezioni stavano per iniziare; davanti a lei si prospettava una lunga giornata.
Pov's Isabella
"Dannazione! Erano così diversi." Isabella si stava torturando da tempo, ormai, con quella storia.
Il ricordo della ragazza che la fissava, a pochi centimetri dal suo volto, era fin troppo nitido. Avrebbe dovuto preoccuparsi del tono basso e minaccioso della sua voce, o dell'espressione infuriata sul suo volto, invece, l'unica cosa a cui continuava a pensare erano quegli occhi terribilmente eterocromi.
Era assurdo! "Se solo fossero entrambi verdi o entrambi azzurri" pensò disperata.
Si prese la testa tra le mani. Non voleva far precipitare le cose, quella ragazza sarebbe potuta diventare una nuova amica, con un po' d'impegno, però non aveva saputo scegliere le parole giuste. "Sono una frana nelle relazioni sociali". Pensò sconsolata.
Ora c'era un inquietante paio di occhi eterocromi, in giro per la sede, incazzati neri con lei. Tutto ciò era sconfortante.
Nel primo pomeriggio, durante la pausa fra una lezione e l'altra, si diresse in un angolino poco affollato per pranzare. Finito il pasto, pensò di dirigersi alle macchinette più vicine per un indispensabile caffè, quando incrociò di nuovo quello sguardo. Il suo sguardo.
-Pensa un po', le stronze si rivedono! Proprio come l'erba cattiva.- Le regalò un sorriso beffardo.
Isabella era sempre più in imbarazzo. "Ok, ok, stiamo calmi: risolviamo questa situazione diplomaticamente e togliamocela di mezzo in fretta".
-Ehm... Guarda, io... Mi dispiace davvero molto per quello che ho detto ieri. Ero davvero molto stanca e non sapevo quello che facevo. Devi scusarmi, è un periodo stressante e per me è davvero difficile. Spero tu possa accettare le mie scuse.- Abbozzò un sorriso timido e impacciato, cercando di non guardarla negli occhi. -Scusa.-
Poi aggiunse in fretta.
-Stamattina ho cercato di scusarmi ma...-
-Certo, un bel vaffanculo è il metodo migliore. Praticamente il perdono è assicurato.-
Isabella non sapeva che dire. La ragazza sembrava davvero arrabbiata e apparentemente non c'era verso di placare la sua ira. Stava già per dichiarazione persa la battaglia, mandandola affanculo di nuovo e mettendoci così una pietra sopra, quando Morgana le sorrise ridacchiando.
-Va bene, miss manga, possiamo uscire fuori e, se ci tieni davvero tanto, mentre mi spieghi che problemi mentali hai, mi offri una sigaretta per farti perdonare.-
Cazzo! Bastava solo quello? Quasi non riusciva a crederci: era tutto risolto. Apparve timidamente un sorriso sulle sue labbra.
-Ok.-
Mentre camminavano verso il cortile, Morgana la osservò curiosa e le chiese -Ehi, ma ricordi il mio nome, vero?-
La stava palesemente prendendo in giro.
Di nuovo.
Isabella sbuffò, alquanto esasperata -Sì, e che cazzo.-------
Angolo autrici:Morgana a rapporto!
Bene bene, buonasera ragazzuoli/e!
Come già scritto nella presentazione per il profilo, siamo in due a scrivere e beh, quella che parla sotto le vesti di Isabella è la mia amica. Come avrete notato odia le cose asimmetriche, nella realtà tanto quanto nella finzione. Che dire, speriamo vi piaccia questa storia, speriamo che, alle volte, vi faccia sorridere e ridere, altre volte riflettere.
Isabella a rapporto!Ok, ciao gentaglia. <3 Io sono l'altra ragazza, quella di cui si è parlato poco fa. Ovviamente, mi auguro anch'io che questa storia possa essere di vostro gradimento, ma ci tengo a specificare una cosa: non ho iniziato una crociata contro l'asimmetria, diciamo però che ho i miei problemi. E fidatevi: ho le mie ragioni!
*alone di mistero che la circonda*
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Avalanche
RomanceIsabella e Morgana sono due ragazze che frequentano, rispettivamente, il primo e il secondo anno di università. Una introversa, insicura, l'altra estroversa, spavalda. Ognuna chiusa nel suo mondo, ognuna impegnata a combattere, sola, i propri demoni...