Capitolo 17

135 14 5
                                    

Pov's Morgana

Nel momento in cui Isabella iniziò a piangere, la mora non riuscì a non pensare ad altro se non quello che effettivamente fece: si alzò e inginocchiò di fianco all'altra, prese tra le mani il suo volto ed appoggiò la sua fronte a quella di lei. Infine socchiuse gli occhi dopo averle preso le mani, strette tra le sue.

"Respira. Sono qui con te, non sei sola"

-Loro-.
Non riusciva ad articolare, sembrava che le parole le morissero in gola.

"Pulcino, non devi parlarne per forza"

-Dimmi come cazzo posso convivere con delle persone che so che non mi accetteranno mai, persone... persone che-
Aveva ricominciato a singhiozzare.

Morgana prese ancora una volta il suo volto tra le mani, costringendo l'altra a guardarla negli occhi.

"Ascolta-"

Isabella faceva fatica a mantenere lo sguardo, probabilmente aver pianto davanti qualcuno non aiutava.

"Ora tu vieni con me-"

-Ma sono appena arrivate le ordinazioni-

"Lascia stare le ordinazioni, aspetta un attimo"

Morgana pagò velocemente e prese la mano dell'altra, portandola fino alla macchina.

Non capendo dove volesse arrivare, "chioma blu" la seguì senza protestare.

Arrivarono nello stesso parco della prima volta, quello in cui la mora suonò il violino. Trascinata l'altra sotto l'albero che troneggiava sulla piccola collinetta, si tolse la giacca e la posò sul terreno, facendo cenno alla matricola di sedersi.

"Quello che stai passando posso capirlo-"

Prese un respiro profondo e si sedette davanti all'altra, a gambe incrociate.

"Le nostre famiglie sono molto simili, perlomeno i miei erano come i tuoi prima che tutto degenerasse."

-Questo non vuol dire che tu possa-
Ringhiò la matricola.

La mora la interruppe con un cenno.

"Ho detto che capisco le dinamiche, non ciò che provi. Siamo due persone diverse e abbiamo vissuto il più di quelle dinamiche in maniera diversa. Non mi arrogherei mai questo diritto, non potrei permettermelo. Posso però dirti che non sei sola, e loro sono solo le persone che ti hanno partorito, non devono essere il centro della tua vita. Sei tu-"

Si fermò un attimo a meditare.

"Sei tu che scegli se puntare tutto su te stessa, da sola, oppure puntare anche su altri."

-Fino ad ora sono stata sempre sola, non mi sono mai lamentata, se non da sola, di quei bastardi. Ma ora-

Isabella aveva smesso di piangere, la schiena rilassata contro la corteccia dell'albero e gli occhi che si spostavano da quelli di Morgana alle figure intorno a loro.

-Ora non sono più sola, ora ho conosciuto qualcuno che ha deciso, di sua spontanea volontà di stare al mio fianco.-

"Persona fortunata; qual è il problema?"

-Non sono mai stata brava a rapportarmi con nessuno-

Alcune lacrime cominciarono a scendere: isabella si mise a sua volta a gambe incrociate mantenendo la schiena dritta e lo sguardo basso.

-Non so... Non so se sarò all'altezza di un rapporto normale...-

La voce della matricola era rotta dai singhiozzi.

AvalancheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora