10 " Il villaggio di Nilo. "

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Era un giorno grigio.
Il cielo coperto, era ancora scuro malgrado fosse mattino inoltrato.
Stella aveva raggiunto il villaggio ai piedi del monte Musinè.
La ragazza si diresse verso la piazza dove si teneva un piccolo mercato.
C'era un viavai, due piccoli fiumi di gente che si spostavano nei due sensi opposti.
Non sapeva se vi erano ospitali allestiti per pellegrini anche in questo piccolo paese, ma aveva con sé il borsello col denaro e, intravide in lontananza, l'insegna di una piccola locanda.
Iniziò a farsi strada nella sua direzione.
Da qualche parte si udiva la voce di un uomo parlare concitatamente.
Si fece spazio per capire cosa succedeva.
Quando finalmente, riuscì a raggiungere la prima fila del crocchio, si trovò faccia a faccia con il viso severo di un frate.
Questi gridava:
"Pentitevi! Pentitevi! Tu pentiti!" e sempre con l'indice puntato :"Tu pentiti!"
Stella si voltò a guardare alle sue spalle ma l'uomo la redarguì:
"No! Tu, pentiti!" rivolto alla ragazza.
"Chiedi perdono al padre tuo! Pentiti per i tuoi peccati ed egli ti accoglierà a braccia aperte, nel suo regno!"
Stella era pietrificata; una goccia di sudore scivolò lungo la guancia.
"Se non fai penitenza e non ti penti, brucerai per sempre nelle fiamme dell'inferno..."
La ragazza ormai non ascoltava più; poco a poco, piegava sempre più le ginocchia per farsi piccola e scomparire, indietreggiando tra la folla.
"Questi umani hanno il dono della veggenza: Thiago sapeva che sono una ragazza, questo monaco, solo guardandomi negli occhi, ha capito che sono scappata di casa e che mio padre è furibondo.
Naturalmente ho intenzione di chiedergli perdono quando ritornerò nel mio regno....Devo ricordarmi di domandare a Nilo dove si trova l'inferno, non ne ho mai sentito parlare...Quanti posti strani ed affascinanti si trovano sulla terra."
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"La locanda del ghiro " si chiamava.
Stella affittò una stanza e chiese alla proprietaria di prepararle una tinozza con dell'acqua calda mentre lei, al piano di sotto, mangiava una calda zuppa d'avena.
"Un'ultima cosa!Mi piacerebbe avere un vestito da donna, semplice: ho intenzione di fermarmi qui per un pò di tempo. Non so ancora quanto."

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L'acqua era piacevole, Stella vi aveva versato fiori di tiglio essiccati, dall'effetto ristoratore e tonificante.
Quando ne uscì, la principessa si sentiva un'altra persona; si avvicinò al fuoco del camino per far asciugare i capelli, la cui lunghezza raggiungevano la sua nuca.
"Che io sia maledetta!" urlò stizzita, ad alta voce.
"Come mi è venuto in mente di deturpare la mia bellissima capigliatura? Oh,come mi manca la polvere di stelle; a quest'ora avrei fatto ricrescere i miei capelli corvini, sino alle caviglie..."
Intanto cercava un modo per rendersi più femminile, mirandosi nello specchio di Nilo.
Riuscì a tirare su i capelli in una piccolissima crocchia, ma due ciocche ribelli scendevano ad incorniciare le sue gote.
Era il massimo che poteva fare per sembrare più donna.
Si buttò nuda nel letto, sotto le coperte, al caldo e si addormentò.
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"Madamina, svegliatevi!"
Una voce da lontano, la trascinava da un abisso nero privo di sogni, sempre più su,nella dimensione della veglia.
Sentì le sue membra pensanti, rilassate, nel letto.
Aveva ancora tanto sonno, non aveva la forza di tirarsi su.
"Che ore sono?" biascicò.
"Mezzogiorno! Volete mangiare qualcosa al piano di sotto?"chiese la proprietaria del piccolo albergo, scrutandola con i suoi sporgenti occhi azzurrini.
" Oppure preferite che vi porti qualcosa in camera?"
"Ho dormito a malapena un'ora...sono stanca, vi ringrazio: non ho fame."
"Mezzogiorno del giorno dopo... In verità vi ho svegliata per sincerarmi che steste bene...Ero un pò preoccupata.
A quelle parole, la principessa sedette sul letto, sveglissima.
Le coperte scivolarono sulle gambe, mostrando la sua pelle nivea.
Stella si coprì, arrossendo davanti alla signora.
"Chiedo venia : avevo dimenticato che ero nuda."
La donna le sorrise, mostrando ai piedi del letto, il vestito richiesto e c'era anche il suo reggiseno.
L'ostessa comprese i pensieri della ragazza.
"Mi sono permessa di lavare tutta la roba che avevate nella sacca; con la mano le mostrò i vestiti appesi ad un filo che, da un muro sino al focolare, recava la roba stesa ad asciugare al calore del fuoco.
"Meno male che il mantello era sotto tutti i vestiti e non l'ha scorto!"pensò.
"La ringrazio di cuore. Allora va bene, scenderò a mangiare."
La ragazza notò che la tinozza non c'era più; sulla finestra vi erano una bacinella ed una brocca piena d'acqua, un asciugamano bianco di tela.
"Se volete lavarvi, l'acqua l'ho portata or ora: è calda."
"Grazie, siete così premurosa."Stella rispose, commossa.
La donna si congedò ed andò nella cucina a preparare il piatto da servire alla nuova ospite.
La principessa si vestì, cercò di recuperare i capelli nella piccola crocchia e,cercando di evitare le due ciocche ribelli, si lavò il viso.
Da sotto, in strada, provenivano delle voci.
Il cuore parve scoppiare nel momento in cui udì quel suono familiare, quel dolce accento, la sua gentilezza.
"Nilo!"

                                              " IL TRIFOGLIO "#4 In Stregoneria Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora