Scontrarsi con la verità

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CAP.9


Presente.

Derek era seduto nel suo loft immerso nella luce che entrava dall'enorme finestra dell'appartamento, con gli occhi chiusi si concentrava sui ricordi che, poco alla volta riaffioravano. Aveva capito che in qualche modo era collegato tutto a Stiles, man mano che nel passato accadeva qualcosa di significativo per entrambi, la sua memoria si sbloccava. La scena era sempre la stessa, vedeva la madre che inseriva i suoi artigli nel collo e il ricordo subito dopo si sbloccava, i brividi che aveva lungo la schiena erano sempre la conferma di tutto.

Con i ricordi qualcos'altro stava lentamente ritornando, un calore che negli anni si era nascosto, ma che negli ultimi tempi stava riaffiorando a causa della vicinanza eccessiva con quel ragazzino che non aveva potuto vedere sin dal primo giorno. Ed era buffo pensare che lo aveva conosciuto anni prima, che il loro destino era sempre stato quello di aiutarsi e di salvarsi a vicenda.

Veniva normale da chiedersi se con la memoria intatta qualcosa fosse cambiato, il suo approccio con gli eventi degli ultimi anni sarebbe stato diverso, magari avrebbe potuto salvare qualcuno, o magari sarebbe stato tutto uguale. Scott sarebbe stato morso lo stesso dallo zio, di conseguenza loro sarebbero stati catapultati in quel mondo pieno di morte. I nemici sarebbero apparsi ugualmente, attaccandoli e mettendo le loro vite a rischio, e loro avrebbero lottato e perso nello stesso modo i loro amici e familiari.

Che cos'avrebbe potuto fare lui di diverso?

Con un sospiro il ricordo della crisi di Stiles gli fece venire un vuoto allo stomaco. Avrebbe voluto evitargli tutto quel dolore, o almeno provarci. Il desiderio di salvare quel ragazzo era sempre stato forte in lui, inconsciamente qualcosa dentro di lui gli aveva sempre urlato di salvarlo, di allontanarlo il più possibile da lui.
Per quanto avesse provato ad allontanarlo, qualcos'altro lo spingeva a cercarlo sempre, come se in lui ci fossero tutte le risposte che cercava.


Passato.


Per la prima volta, dopo tanto tempo, risvegliarsi non rappresentava un dolore per Stiles. Aveva aperto gli occhi ed era sereno, era pronto a scacciare ogni piccola traccia di oscurità dal suo corpo. Appena alzato diede un'occhiata al foglio che aveva scarabocchiato la sera prima. Senza pensarci lo arrotolò e lo gettò nel cestino accanto la scrivania. Durante la notte aveva capito che non aveva bisogno di uno schema, solo lui avrebbe potuto capire come tornare, ed uno schema non lo avrebbe certamente aiutato. Conosceva la meta, ma scegliere la strada spettava unicamente a lui.

Deaton l'osservava sereno. Il cambiamento di Stiles gli diceva che il ragazzo aveva finalmente compreso il suo compito, rimaneva l'osservare come lo avrebbe risolto. Qualunque cosa fosse il peso che il ragazzo si portasse dietro, ammetterlo, non era la soluzione, non ancora.

Appena uscito dalla casa di Deaton, Stiles vide Derek appoggiato al muretto, lo stava aspettando per andare a scuola. Dopo qualche minuto di stupore, il ragazzo sorrise e senza dire nulla si avviarono verso l'edificio scolastico. Il tragitto fu breve e silenzioso. Stranamente Stiles non aveva nulla da dire e Derek non era un gran chiacchierone, lo sapeva, ma trovarselo davanti casa ad aspettarlo, in qualche modo lo fece sentire al sicuro e bene.

Sapere che non sarebbe stato solo in quel viaggio, era un leggero sollievo, e ne aveva davvero bisogno.

Che il professore Harris fosse giovane o di qualche anno più vecchio, non faceva alcuna differenza. La lezione di chimica era noiosa e le frecciatine contro Stiles erano sempre della stessa acidità, tanto da spingerlo a pensare che nel futuro la sua morte sarebbe stata una bellissima liberazione.

Il ragazzo si raggelò. Non doveva più pensare che la morte era una liberazione, era così che Allison era morta. Lei aveva ucciso un oni, e con la sua morte si sarebbe risolto il problema. Senza lei ad ucciderli, loro avrebbero potuto continuare il compito che avevano, questo è quello che aveva pensato il Nogitsune, e lui non aveva fatto nulla per opporsi, non voleva opporsi, perché era geloso delle abilità delle cacciatrice, tutti avevano un ruolo, la forza e delle abilità nel gruppo. Lui? Lui non aveva nulla, era umano e debole, insignificante fino alla fine.

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