Comune denominatore

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CAP.22


Derek stringeva ancora il giovane lupo, temeva che se avesse lasciato l'abbraccio, lui si sarebbe frantumato in mille pezzi e non voleva che ciò accadesse.
Come aveva fatto a non capirlo prima? Quel ragazzo era lui, avrebbe dovuto capire da subito le sue paure e aiutarlo. Il giovane Hale aveva detto che l'ultima cosa che ricordava era l'aver salutato Stiles e poi si era ritrovato nel futuro. Derek sciolse l'abbraccio e lo guardò negli occhi. – L'ultima cosa che ricordi è di aver salutato Stiles, giusto? – il ragazzo annuì debolmente. – Quella sarebbe stata l'ultima volta che lo avremmo visto, non lo sapevamo per certo, ma il nostro istinto di lupo lo sapeva. – Derek si fermò per un secondo. Iniziò a pensare a qualcosa.

- Cosa stai cercando di dire? – il ragazzo non capiva dove volesse arrivare con quel ragionamento.

- Quella sera io non volevo tornare a casa, ero spaventato e la mamma doveva aver capito qualcosa perché mandò Peter a prendermi. – l'Hale adulto iniziò a camminare verso il grande tavolo al centro del loft. – Forse è per questo che sei qui. – Dedusse infine.

- Tutti abbiamo paura della mamma, soprattutto se è un'Alpha che comanda su una città, ma dubito che ogni adolescente del mondo faccia un viaggio nel futuro per questo motivo. – il ragazzo lo raggiunse e si sedette sul tavolo. - Io non voglio tornare perché sarò nuovamente solo. – Disse sospirando. – Sapevo che Stiles sarebbe partito quella sera e con la sua partenza sarei rimasto nuovamente da solo, con una famiglia che non fa altro che parlare di responsabilità e di doveri verso la comunità dei lupi. Tu dovresti ricordare cosa si provava a stare fra quelle mura. – I due Hale si guardarono negli occhi e poi il giovane riprese a parlare – Paige era stata la nostra piccola libertà e onestamente non credevo che avrei riprovato quei sentimenti dopo la sua morte, ma l'apparizione di Stiles ha cambiato tutto, sembra che lui sia riuscito a riparare quello che si era spezzato in me. –

Derek ascoltò il ragazzo. Il blocco della madre si era spezzato eppure ascoltare quelle parole da qualcuno che aveva appena vissuto tutto era diverso. Aveva dimenticato quelle sensazioni che aveva provato anni fa con Stiles, non ricordava tutte quelle cose, eppure lui nel presente lo aveva allontanato del tutto.

- Perché vi odiate? – chiese improvvisamente il ragazzo.

- Noi non ci odiamo, anche se credo che ormai lui odi me. – Rispose semplicemente l'adulto, - Io non sono più te e non per l'età, ma negli anni sono accaduti tante di quelle cose che mi hanno cambiato profondamente e lui ne sta pagando le conseguenze, immagino ... – sospirò passandosi una mano sul viso.

- Forse sono in questo tempo per entrambi. – Commentò il ragazzo.

Non disse nulla, ma la frase del ragazzo lo fece riflettere. Forse aveva ragione, nel passato lui lo aveva perso ed era stato male per quella perdita dove, nonostante il blocco della memoria, il suo istinto, il suo subconscio lo avevano spinto verso un magazzino abbandonato dove aveva ritrovato la maglietta di Lacrosse del ragazzo. Nel presente lo aveva perso per via delle sue bugie e della sua reticenza a legare, ironicamente era una persona che nel passato lo aveva salvato rimettendolo in sesto risistemando i pezzo rotti, come aveva detto un momento prima il giovane Hale.

- Temo che tu abbia ragione. – Disse dopo qualche secondo.

- Quindi che si fa? – Domandò il giovane lupo girandosi verso l'adulto.

- Ancora non lo so. – Sospirò e si diresse verso la porta. –Vado a parlare con una persona, dovrei tornare fra qualche ora. –

Non appena Derek si richiuse la porta alle spalle, gli occhi del giovane Hale andarono a posarsi sulla maglietta rossa che fuoriusciva da sotto il cuscino del sé stesso grande. Scosse la testa rassegnato. Come poteva essere diventato così cieco da adulto?

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