A casa

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CAP.12


Stiles era davanti al cerchio, lo stesso che lo aveva portato nel passato. I suoi occhi lo guardavano, lo scrutavano, ogni simbolo o runa. Non sapeva esattamente che magia fosse quella, l'aveva cercata per dimenticare. Non gli importava se fosse magia nera o qualche incantesimo che richiedeva sacrifici, in qualche modo aveva funzionato. Non aveva cancellato la memoria, ricordava la morte dell'amica, però il dolore non era lo stesso, non era meno forte, ma era sopportabile.

Fissava le linee bianche disegnate, ma con la mente non vedeva una semplice striscia, vedeva il momento in cui venne catapultato nella foresta, precisamente su un giovane Derek Hale. Un piccolo sorriso apparve sul suo volto. La linea faceva una piccola curva, a quel cambio, e ci fu un ricordo diverso, l'incontro con Deaton e la signora Talia. Quest'ultima con la sua forte presenza lo aveva spaventato, ma poi si era dimostrata una persona dolce, doveva essere nel DNA degli Hale, spaventare le persone e poi aiutarle con dolcezza nel loro momento di difficoltà. Con gli occhi arrivò ad un intreccio di linee che formavano un simbolo. Anche se sembrava più uno scarabocchio di un bambino, sapeva che doveva essere qualcosa di difficile da disegnare, difficile come il suo vivere in quel mondo i primi giorni. Era solo, confuso e spaventato, la sua mente era un groviglio di pensieri.

Il disegno sembrava sciogliersi, dividersi in tre parti, parti che andavano a formarsi in altri simboli. Rivedeva il crollo di Derek, il suo e di come entrambi si erano aiutati, sostenendosi e affrontando i loro problemi. Tutte le linee andavano al centro, a formare l'ultimo simbolo, alla fine del loro lungo cammino.

Era partito con una line bianca ed era finito a seguirne molte. Come lui, finalmente aveva risolto i suoi grovigli, non era stato solo, al suo fianco c'erano sempre stati Deaton e Derek, e con grande stupore, alla fine si era unita anche sua madre.

Deaton si mise al suo fianco, diede una pacca dolce sulla spalla del ragazzo, segno che era momento di andare.


Derek era nella sua stanza, sapeva che cosa sarebbe accaduto quella sera, avrebbe perso un amico per poi ritrovarlo come estraneo nel suo futuro. Non voleva lasciarlo andare, voleva correre e fermare qualunque cosa stesse facendo con l'emissario. Si alzò dal letto e si diresse verso la porta della sua stanza chiusa, stava per aprirla, ma qualcun altro l'aprì dall'altra parte.

Quella sera Stiles sarebbe andato via anche dalla mente del giovane Derek.

Nel momento in cui Stiles mise piede nel cerchio, le unghie di Talia Hale affondarono nel collo del giovane lupo. Entrambi i ragazzi chiusero gli occhi, Stiles per non essere abbagliato dalla luce bianca che il cerchio stava rilasciando, e Derek per cercare di salvare qualche ricordo di quel breve periodo. Per una volta aveva un amico al suo fianco, qualcuno che sapesse tutto di lui, che non lo giudicasse, che non scappava o tremava non appena si avvicinava.

Alla fine nessuno dei due si trattenne, entrambi urlarono, chi per il dolore della perdita di una parte di sè, chi per l'improvvisa fitta nello stomaco, causata per una forte magia che lo stava circondando.

Quando Derek riaprì gli occhi, era mattino. Non ricordava nemmeno di essere andato a dormire il giorno prima, scrollò la testa e iniziò la routine quotidiana.

Quella giornata si stava dimostrando difficile, sentiva che qualcosa non andava. I suo sensi erano in allerta, cercavano qualcosa, qualcuno. In classe sembrava sentire un profumo che conosceva, stran3 emozioni provava nel sentirlo: agitazione, ansia, eccitazione e desiderio di qualcosa di inaspettato.

Com'era possibile che un profumo dolciastro gli creasse tante emozioni da farlo sentire a disagio? Soprattutto se non riusciva ad associarlo a nessuno, nessun volto appariva nella sua mente, nessun nome, il vuoto totale.

Spesso guardava il banco vuoto davanti a lui, in attesa di occhi che lo guardassero, o di qualche frase che solo lui poteva udire, ogni volta che pensava a collegare qualcosa, si scontrava irrimediabilmente contro il vuoto.

All'uscita della scuola si guardava intorno, convinto che qualcuno lo aspettasse per tornare a casa insieme. Presto quella sensazione fu scacciata dai suoi compagni che gli andavano incontro per scherzare con lui.

Durante il tragitto per tornare a casa, guardava spesso al suo fianco, convinto che ci fosse qualcuno che stesse parlando, o che semplicemente gli camminasse vicino.

A fine giornata era esausto. Continuava a credere di vedere un'ombra sempre al suo fianco, andava in cerca di un fantasma con un odore troppo dolciastro per i suoi gusti.

Il tempo però cancellò presto quelle tracce, e in qualche giorno tutto tornò alla normalità.

Presente.


Era a casa. Era tornato nel suo tempo.

Ritornare non era stato come se lo era immaginato ogni notte quando era nel passato. Certo, aveva ricevuto il bentornato da tutti. Scott non smetteva di abbracciarlo, Lydia gli aveva tirato uno schiaffo e gli diede dell'idiota, ma alla fine anche lei lo abbracciò perché contenta di rivederlo. L'assenza di Derek non passò inosservata, ma non se ne stupì. Doveva ricordarsi che non era la stessa persona che lo aspettava fuori casa per andare a scuola insieme. Una piccola fitta di nostalgia apparve.

Tutti erano preoccupati per lui. Non era mai stato solo, quel gruppetto che in quel momento faceva casino nel suo soggiorno erano i suoi amici e la sua famiglia che gli erano mancati tanto. Eppure nel guardarli, aveva capito che quel viaggio gli era servito, staccarsi da loro e guardare tutto da una diversa prospettiva.

Come Derek nel passato, nel suo petto si stava creando un piccolo vuoto.

Il padre gli stava urlando qualcosa come "niente viaggi nel tempo senza il mio permesso", ma la sua mente andava ad una sola immagine, quella della madre.

- Ho parlato con la mamma. – gli disse. Fu come uno strappo di un cerotto, dritto e deciso.

La reazione del padre fu quasi scontata, prima silenzio, poi un abbraccio forte, seguito da delle lacrime che iniziarono a rigare il volto di un uomo che nella sua vita aveva visto e affrontato troppe cose, senza avere al fianco la donna che amava.

- Era bellissima, papà! Non la ricordavo così bella e anche il suo profumo... finalmente ho dei ricordi veri di lei, non delle immagini offuscate, rubate dai racconti di qualcun altro. – Stiles strinse ancora più forte il padre.

Alla fine di quella lunga serata, dopo aver salutato e chiesto scusa per il suo viaggio improvviso, si diresse verso la sua stanza, pronto per dormire poggiando la testa sul suo adorato cuscino.

Entrò in camera con attenzione, temeva che un lupo potesse essere nascosto nel buio, pronto a saltare fuori, come l'uomo nero, facendogli venire un infarto. La sua stanza era vuota e dimenticò di spegnere la luce.

Rimase a bocca aperta per quell'assenza, senza accorgersene. Aveva sperato per tutta la serata che Derek fosse nella sua camera.

Come se la sua mente volesse dargli una spiegazione, la voce del giovane Hale tornò nei suoi pensieri.

"Non voglio dimenticarti, Stiles"

Derek non ricordava che loro due avessero frequentato la scuola insieme, che si erano sostenuti nei momenti peggiori della loro vita o del legame che si era creato in quei mesi, poco più forte di quello che avevano creato in quegli anni.

- Se anche lo avessi avvisato dell'incendio, lui avrebbe comunque dimenticato tutto. – un pugno si scontrò con il materasso del letto. – Dannazione! -

Amareggiato si mise a letto per cercare di dormire, ma tenere i pensieri lontani dalla mente era un'impresa che in cui pochi nel mondo ci erano riusciti. Non poteva fare a meno di pensare su come doveva comportarsi con Derek, se mai l'avrebbe incrociato, il lupo aveva il vizio di sparire per mesi, per poi riapparire magicamente. 

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