CAP.15
Stiles Stilinski aveva bisogno di un piano!Non un piano per conquistare la bella del liceo.
Non un piano di fuga da qualche pazzo psicopatico soprannaturale.
Non un piano per farsi perdonare dal padre per essere tornato a casa con la Jeep distrutta.
Aveva bisogno di un piano per diventare amico di Derek Hale e, a ben pensarci, tutto quello che era accaduto in quegli anni, in confronto, sembrava una passeggiata. Per quanto la sua avventura nel passato gli avesse fatto scoprire un Derek completamente diverso, sapeva, anzi ne era assolutamente sicuro, che quella persona esistesse ancora.
Rispetto al passato partiva svantaggiato, in quel tempo aveva la scuola a suo favore, lo incontrava a lezione, nei corridoi, alla mensa e in palestra. Nel presente non aveva nessun luogo, non poteva chiedergli di andare al parco o a mangiare un gelato, e presentarsi ogni giorno nel loft poteva sembrare un comportamento un po' ossessivo.
Dopo nemmeno mezza giornata passata a riflettere iniziava a sentirsi un po' scoraggiato, ma ogni volta che pensava di lasciar perdere, quel vuoto ritornava a pesargli ed ecco che subito ripartiva ad ideare improbabili piani su come avvicinarsi a Derek.
Derek era seduto sul suo letto, in mano teneva la maglia di Stiles. Per essere un vecchio indumento portava il suo peso e i suoi ricordi. Era del tutto incomprensibile per lui capire come una semplice maglietta gli facesse tornare in mente uno dei pochi momenti migliori della sua vita, dopo Paige ovviamente. Incomprensibile era anche credere che quella maglietta fosse collegata a Stiles Stilinski, il ragazzo che gli faceva nascere la voglia di prenderlo a pugni ogni volta che aveva da ribattere qualcosa.
Negli ultimi giorni gli sembrava di vivere una vita che non era la sua, come se fosse un semplice spettatore che guardava lo scorrere degli eventi. La conferma gli arrivò quando Stiles piombò in casa sua per dirgli che gli mancava, anche se ormai di quella persona erano rimasti il nome e qualche tratto fisico. Affondò il viso nella maglietta e tirò un grosso respiro. Forse avrebbe dovuto lasciare Bacon Hills per un po', giusto il tempo per far sbollire l'umano. Tanto era da lui sparire per qualche mese, sperando che nessuno lo rapisse e torturasse.
Distratto dai pensieri non si accorse che Stiles era dietro la sua porta e la stava aprendo. Velocemente nascose la maglietta sotto il letto e scattò in piedi.
- Stiles? –Non gli piaceva essere preso di sorpresa.
- Ho riflettuto molto su come possiamo fare. – Come sempre il ragazzo andava dritto al punto e di questo Derek era molto contento, non amava molto i giri di parole.
- Su cosa hai riflettuto? – Iniziava a preoccuparsi.
- Su come possiamo iniziare a legare, a conoscerci. – Stiles parlava come se l'argomento di quel discorso fosse scontato.
- Stiles, ti ho detto che è inutile. – Non gli piaceva per nulla quello che stava accadendo, si sentiva messo al muro. Iniziò a sentirsi agitato e nervoso.
- Perché? – Il ragazzo mosse qualche passo verso il lupo.
- Perché io non sono lui! Io non sono più quel dannato ragazzino che a te manca! Sono cambiato, sono un uomo! Non sono più un inutile ragazzino che non sa controllarsi con la luna! Che mette una stupida partita davanti alla sicurezza dei suoi compagni e al segreto di famiglia. Io non potrò mai essere un tuo grande amico! Non mi metterò a parlare con te dei miei problemi, dilemmi o qualsiasi altra cosa! Ora vattene e non tornare a meno che qualcuno non voglia ammazzarci o qualsiasi altra cosa, ma non questa sciocchezza del diventare amici. –
Dolore. È la parola che descrive Stiles.
Era immobile davanti a Derek, sembrava che le parole fossero uscite sotto forma di vetro dalla bocca di Derek perché poteva sentire i punti esatti dove ogni parola lo aveva trafitto.
- Perché ti comporti in questo modo? –
Perché continuava a stare in quella stanza? Perché non scappa via infuriato? Questo comportamento, questo insistere da parte del ragazzo, rendevano nervoso ancora di più il lupo.
- Guardami, Stiles! – il ragazzo abbassò la testa. Non riusciva più a guardarlo in faccia, non dopo tutto quello che gli aveva detto prima. – Stiles, guardami in faccia! – controvoglia alzò il viso e guardò dritto negli occhi di Derek. – Io non sono più quel ragazzo. Non lo ricordo nemmeno quel ragazzo. –
- Io lo so che non sei quello che vuoi farmi credere. – Iniziò un po' a tremare.
- Ti ringrazio ma... quel ragazzo è sparito molto tempo, la vita lo ha sepolto. Ora torna a casa e cerca di dimenticare, Stiles. – Senza aggiungere altro Derek voltò le spalle al ragazzo e aspettò di sentire la porta chiudersi.
Oltre al "Click" della porta sentì un sussurro di Stiles mentre si allontanava che lo fece tremare. – Sei stato tu a dirmi di non volermi dimenticare. -Rimasto nuovamente solo nel suo loft si rese conto di quello che aveva detto al ragazzo, non era in quel modo che voleva che andassero le cose fra loro due.
Stiles era fermo davanti la porta di casa, la mano con cui teneva le chiavi era ferma davanti la serratura. Una goccia proveniente dal cielo gli cadde sulla mano e istintivamente alzò il volto al cielo e rimase a guardarlo, non preoccupandosi delle gocce che iniziarono a bagnargli il volto.
Quelle piccole gocce lo stavano aiutando a nascondere delle lacrime che per tutto il tragitto erano state trattenute.
Quando finalmente decise di entrare, la pioggia iniziò a scendere molto forte, e ringraziando di essere solo in casa, andrò dritto sotto il getto caldo della doccia e pregò che quel giorno finisse in una parte remota della sua memoria. Il suo corpo gli faceva male, era come se Derek lo avesse riempito di pugni. Non avrebbe mai pensato che delle semplici parole potessero fare così male.
Derek aveva ragione. Non aveva senso forzare una persona a diventare sua amica. Per cosa poi? Nemmeno lui sapeva perché fosse così importante. Era tornato a casa, era nella sua epoca e doveva accontentarsi di questo Derek, quello scorbutico e antipatico in apparenza.
Gettandosi sul letto notò una cosa che lo fece sorridere: entrambi gli aveva urlato "non sono lui". Se entrambi non erano lui, allora di chi era la mancanza che sentiva? Di un fantasma, pensò il ragazzo.
Un ticchettio insistente sulla sua finestra catturò la sua attenzione. Si voltò per guardare cosa stesse provocando quel rumore fastidioso che interrompeva le sue riflessioni.
- Perché sei appeso alla finestra della mia stanza? Lo sai che non sei più ricercato da mio padre e puoi suonare tranquillamente alla porta? – Stiles aprì la finestra e fece entrare Derek.
- Non ero sicuro che mi avresti fatto entrare. – disse Derek entrando. Non aveva torto, il ragazzo non era sicuro di volerlo farlo entrare nemmeno dalla finestra.
- Dimmi. –
- Cosa? – chiese il lupo.
- Sei tu che sei venuto a bussarmi alla finestra della mia stanza, temendo che non ti avrei fatto entrare se ti fossi comportato come una persona normale. – replicò Stiles.
- Volevo chiederti scusa. – Quel ragazzo gli rendeva difficile anche il semplice scusarsi.
- Non ne hai bisogno. – sospirò il giovane. – Avevi ragione su tutto. Mi sono impuntato su qualcosa che non esiste e ti ho anche infastidito. Mi dispiace tanto! Da domani tutto tornerà come prima. Promesso, Sourwolf! – Sperava nel carattere asociale del lupo.
Aveva bisogno che lui non aggiungesse altro e che se ne andasse subito, averlo lì era davvero difficile. Risentiva il corpo dolergli e le parole dette in precedenza bruciargli sul corpo. Non importava se era andato lì per scusarsi, ormai tutto quello che c'era da dire era stato detto, conosceva l'uomo e per questo poteva essere sicuro che ogni frase detta corrispondeva alla verità.
Il lupo ritornò nel suo loft. Alla fine era stato il ragazzo a scusarsi e questo in qualche modo aumentava i suoi sensi di colpa. Quello che gli aveva urlato aveva funzionato, l'avrebbe lasciato in pace e non avrebbe più insistito con la storia di diventare amici. Allora com'è che non si sentiva per nulla soddisfatto?

STAI LEGGENDO
Back to the future
Fanfiction[Sterek] [Post stagione 3] [COMPLETA] Come sempre sono negata nel spiegare la trama. La storia ha inizio con Stiles che cerca una via di fuga dalla sua vita. Vuole tornare ad essere il diciassettenne studente di liceo, poco disciplinato, spesso ri...